Mario Giacomelli – Io non ho mani che mi accarezzino il volto

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE SOZZANI
Via Enrico Tazzoli, 3, Milano, MI, Italia
Date
Dal al

dalle ore 10:30 alle ore 19:00
presso la GALLERIA SOZZANI di Corso Como 10

Vernissage
23/03/2017
Artisti
Mario Giacomelli
Curatori
Filippo Sorcinelli
Generi
fotografia
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In mostra una selezione di fotografie di Mario Giacomelli dalla serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto.

Comunicato stampa

Io non ho mani che mi accarezzino il volto it is a project of Filippo Sorcinelli, founder of UNUM____, linking scent to a series of artistic photographs: an olfactory project combined with a photographic one.
In cooperation with the Archives Mario Giacomelli of Senigallia, Filippo Sorcinelli has dedicated the sixth fragrance of UNUM____ to Mario Giacomelli, in tribute to the extraordinary work of this great Italian photographer.
Filippo Sorcinelli had known Mario Giacomelli (Senigallia, 1925-2000) very young, thanks to the serigraphy ELLEA’ of Lorenzo and Anna in Mondolfo. Mondolfo is about twelve kilometers from Senigallia and often Sorcinelli worked in serigraphy for Giacomelli, where they printed posters made by himself, which could not print alone with his own mechanical typography.
Filippo had the first meeting with Mario Giacomelli right into the rooms of “Marchiagiana” typography in senigallia , behind the town hall. An intense smell of tobacco mixed with inks of printing machine, perfumed the rooms.
The essence name reveals a fascinating history: in 1961 Giacomelli came in contact with a group of young students of the Episcopal seminary of Senigallia. With the permission of the curia began to photograph their moments of leisure after the long hours of study and prayer in preparation for the church life.
He produces images of priests playing ball, while moving on the snow wearing big coats, while pulling cushions between the confusion and fun for everyone; at the end he photographed a series of “Ring a Ring-o'Roses” from the roof of the seminary.
During a Sunday visit to the "little priests", Giacomelli brought cigars to boys and photographed them while they smoked; so the seminary accused him of having created havoc in a place where discipline and rigor has to reign, and they denied permission to Him to take photographs.
Don Enzo Formiconi, rector of the Episcopal seminary of Senigallia, a friend and supporter of Giacomelli's work, so was harshly criticized, enough to be relieved of his duties.
Giacomelli named the series of photos of seminarians at first “Pretini”, then after decided to name it with a verse of a poem by David Maria Turoldo, " Io non ho mani che mi accarezzino il volto ", linking those images to a precise concept, to a not easy choice.
UNUM____ of Filippo Sorcinelli dedicated its sixth fragrance to the great photographer of Marches who died in 2000, thinking of Mario Giacomelli sensitivity.
The bottle is made with a metallic coating similar to Mario Giacomelli’s inseparable camera.
The cap is coated with a double fabric leather and metal almost “to be shaped” like a sculpture.
The materic drapery alludes to the "dance" of the seminarians cassocks and the fabric material wants to evoke the equipment bag of Mario Giacomelli smelling of tobacco.
A photo on the package remembers the rector Don Enzo Formiconi who lost his job in the seminary of Senigallia because of those shots of Mario Giacomelli, then became famous around the world.

A selection of photographs by Mario Giacomelli from the series.
Io non ho mani che mi accarezzino il volto
It will be on exhibition from Thursday March 23rd to Sunday March 26th 2017.
From 10:30 am to 07:00 pm
at SOZZANI GALLERY , Corso Como 10

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Io non ho mani che mi accarezzino il volto, è un progetto di Filippo Sorcinelli, fondatore di UNUM____, che lega profumo a una serie di fotografie d’autore: un progetto olfattivo unito ad uno fotografico.
In collaborazione con l’Archivio Mario Giacomelli di Senigallia, Filippo Sorcinelli ha dedicato la sesta fragranza di UNUM____ a Mario Giacomelli in omaggio allo straordinario lavoro del grande fotografo italiano.
Filippo Sorcinelli aveva conosciuto Mario Giacomelli (Senigallia, 1925-2000) giovanissimo, grazie alla serigrafia ELLEA’ di Lorenzo e Anna a Mondolfo. Mondolfo dista circa dodici chilometri da Senigallia e spesso Sorcinelli lavorava in serigrafia per Giacomelli, dove stampavano manifesti che lui stesso, con la propria tipografia meccanica, non riusciva a stampare.
Il primo incontro con Mario Giacomelli, Filippo lo ebbe proprio nelle stanze della tipografia di Senigallia, dietro il Comune. Un intenso profumo di tabacco mescolato agli inchiostri della macchina da stampa avvolgeva i locali.

Il nome dell’essenza rivela una storia affascinante: nel 1961 Giacomelli venne a contatto con un gruppo di giovani studenti del Seminario vescovile di Senigallia. Con il permesso della curia cominciò a fotografare i loro momenti di svago, dopo le lunghe ore di studio e di preghiera in preparazione alla vita ecclesiastica.
Realizza immagini di preti che giocano a palla, mentre si muovono sulla neve con grandi mantelli addosso, mentre si tirano cuscini tra la confusione e il divertimento di tutti; in ultimo fotografò una serie di girotondi dal tetto del Seminario.
Durante una visita domenicale ai “pretini” Giacomelli portò dei sigari ai ragazzi e li fotografò mentre fumavano; così al seminario lo accusarono di avere creato scompiglio in un luogo in cui dovevano regnare disciplina e rigore e gli fu negato il permesso di fotografare.
Don Enzo Formiconi, allora rettore del Seminario vescovile di Senigallia, amico e sostenitore del lavoro di Giacomelli, fu criticato aspramente, tanto da essere sollevato dall’incarico.
Giacomelli intitolò la serie delle foto dei seminaristi in un primo momento Pretini, poi decise di intitolarla con un verso da una poesia di David Maria Turoldo, “Io non ho mani che mi accarezzino il volto”, vincolando quelle immagini a un concetto preciso, a una scelta non facile.
È pensando alla sensibilità di Mario Giacomelli, che UNUM____ di Filippo Sorcinelli ha dedicato la sua sesta fragranza al grande fotografo marchigiano scomparso nel 2000.

Il flacone è stato realizzato con una verniciatura metallica simile a quella dell’inseparabile macchina fotografica di Mario Giacomelli.
Il tappo è rivestito di un tessuto doppiato in pelle e metallo da “plasmare” quasi come una scultura.
Il panneggio materico allude alla “danza” delle vesti talari dei Seminaristi e la materia del tessuto vuole rievocare la borsa delle attrezzature di Mario Giacomelli odorosa di tabacco.

Una foto sulla confezione ricorda il rettore Don Enzo Formiconi che perse l’incarico al seminario di Senigallia a causa di quegli scatti di Mario Giacomelli, poi divenuti celebri in tutto il mondo.