Maria Pizzi – Questa Divina Commedia

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO PENSILINA
P.zza Sacrario, Viterbo, Italia
Date
Dal al

Orario 10-13 e 15-19

Vernissage
26/05/2018

ore 18

Artisti
Maria Pizzi
Curatori
Achille Bonito Oliva
Generi
fotografia, personale
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“Questa Divina Commedia”(quando la fotografia si fa scrittura scenica),mostra personale di Maria Pizzi a cura di Achille Bonito Oliva.

Comunicato stampa

QUESTA DIVINA COMMEDIA
(quando la fotografia si fa scrittura scenica)
mostra personale di Maria Pizzi
a cura di Achille Bonito Oliva
Critica Orale
di
Achille Bonito Oliva

Testi Critici di
Achille Bonito Oliva
Salvatore Enrico Anselmi

Inaugurazione
Sabato 26 maggio 2018, alleore 18
Dal 28 maggio al 5 giugno
Orario 10-13 e 15-19
Spazio Pensilina
P.zza Sacrario,Viterbo

Dal 26 maggio al 7 giugno a Viterbo allo spazio Pensilina (P.zza Sacrario) sarà esposta “Questa Divina Commedia”(quando la fotografia si fa scrittura scenica),mostra personale di Maria Pizzi a cura di Achille Bonito Oliva.In mostra videoproiezioni: “Cartoni Inanimati”, video intorno ai canti dell’Inferno dantesco, su stoffa mossa da ventilatori,un’installazione versione “locandina” sulla facciata esterna di 16mt x 4mt con luce e voce in 34 variazioni sonore di uno stesso motivo come i 34 canti dell’inferno,un’installazione fotografica:“Fotoromanzo chiassoso” luci e sonoro sull’omicidio di Guy de Montfort avvenuto nella chiesa del Gesù a Viterbo canto XII Inferno e la critica sonoradi Achille Bonito Oliva.
Nell’opera di Maria Pizzi “Questa Divina Commedia” la morte è la prova che esiste l’al di qua,l’al di qua dell’arte!Per cui chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. Per l’artista e l’inclito pubblico è vietato guardare.Prevale il rumore del tempo che diventa suono e forma di preavviso.Tutti dovete morire.
In fede
Achille Bonito Oliva

Maria Pizzi spezza, frantuma e ricompone con la virulenza di chi non vuole lasciare dietro di sé una traccia lasca, incerta e incolore.Gratta il marciume e lo cristallizza per ostenderlo in sceneggiature macabre e ironiche fino al raggiungimento di un’estetica della comicità ribaltata e inversa: la pantomimica esaltazione dello sprofondare.
Salvatore Enrico Anselmi

Maria Pizzi
Laureata in architettura vive e lavora a Soriano nel Cimino e a Roma.Maria Pizzi utilizza la fotografia come una scrittura effimera ovvero la sequenza.Le riprese con obiettivo macro sottraggono spazio e prospettiva. “La bella figura”:l’uso esclusivo delle fotografie per le riprese filmiche azzera la differenza tra la vita e la morte ecco allora che il viaggio di Dante si raddoppia in un viaggio visivo visionario e sinistramente ironico,in un rapporto scenico “teatrale” dove la pellicola della fotografia “recita” al posto della pelle dell’attore.La drammaturgia sia nelle installazioni che nei filmati è affidata al sonoro che guida le piccole azioni e mai le commenta. Ecco Maria Pizzi taglia e fa a pezzi,seziona e stratifica,muove i brandelli delle immagini con la conoscenza arcaica dello stop motion,che è una delle tecniche originarie del cinema,che nacque proprio da lì,da una sequenza di scatti messi in fila.

In catalogo testo critico di
Achille Bonito Oliva
Salvatore Enrico Anselmi
e un decalogo flash di Maria Pizzi