Mădălin Ciucă / Nicola Rossini – Nature

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO LUIGI DI SARRO
Via Paolo Emilio 28, Roma, Italia
Date
Dal al

dal martedì al sabato ore 16-19

Vernissage
04/05/2016

ore 18

Artisti
Madalin Ciuca, Nicola Rossini
Curatori
Paola Ballesi
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Mădălin Ciucă e Nicola Rossini, due giovani artisti, l’uno pittore e l’altro scultore, e due modi di fare ricerca artistica nel contemporaneo.

Comunicato stampa

Mădălin Ciucă e Nicola Rossini, due giovani artisti, l’uno pittore e l’altro scultore, e due modi di fare ricerca artistica nel contemporaneo. Due profili apparentemente diversi per formazione, l’uno rumeno, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Cluj-Napoca, si è specializzato in Italia presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata che ha accompagnato i suoi esordi nel mondo della pittura e l’ingresso nel sistema dell’arte. L’altro, bresciano di nascita, si è diplomato all’Accademia di Firenze, dove attualmente vive e prosegue gli studi per conseguire il diploma specialistico di scultura, ma ha già all’attivo importanti riconoscimenti. Tuttavia estremamente vicini nell’approccio al percorso di ricerca che hanno intrapreso, caratterizzato da una forte matrice etica che permea la loro pratica artistica quotidiana sfidando le lusinghe che vengono dai facilitatori che vorrebbero l’arte ridotta a spot, a evento mediatico, a pura trovata. Entrambi infatti hanno maturato la consapevolezza che l’arte è continua difficile conquista e spesa di sé perché l’artista ogni volta si rimette in gioco per ricominciare daccapo, coniugando tecnica e invenzione in un’avventura impervia e senza fine.
La pittura di Mădălin Ciucă, da sempre concentrato sul tema del ritratto, cavalca le superfici, moltiplica le luci e le ombre attraverso lo spettro delle tonalità percettive con cui inquadra e contemporaneamente disgrega tanto il profilo di un volto quanto quello di una montagna. Così, pennellata dopo pennellata, gesto dopo gesto, l’artista attraverso il caleidoscopio delle apparenze compone l’immagine che comincia ad acquistare fisionomia man mano che si libera dalla forma statica dell’oggetto ‘ritratto’ per diventare fenomeno intenzionato da una coscienza e dunque qualcosa di essenziale. Le pennellate accompagnano e assecondano impercettibili ritmi di sistole e diastole precisi ed armonici che certificano come l’artista abbia gradualmente liberato e guadagnato alla vita esseri altrimenti ancora prigionieri dell’hic et nunc dello scatto fotografico, grazie al suo sguardo penetrante restituito dalla potenza del gesto creativo tanto più forte e seduttivo quanto più guidato dal sapere della tecnica e dalla nonchalance della sprezzatura. Tecnica, talento, creatività sono qualità indispensabili per declinare un’arte che si offre nel suo artificio come natura, i cui elementi fondamentali sono resi con una naturalezza che sopravanza l’esattezza scientifica e percettiva, una immaginifica naturalezza che può essere conseguita e raggiunta solo attraverso la fatica e lo studio in un percorso di ricerca attento alla contemporaneità e alla storia.
Nicola Rossini impronta la sua ricerca di una particolare venatura scientifica soprattutto rivolta allo studio dei materiali, ferro, marmo, pietra, terre e alle loro sottili interferenze ed inferenze. Fin dai primi lavori porta avanti una investigazione puntuale sui processi di ossidazione mettendone in luce i risultati dal punto di vista formale apprezzando anche le più microscopiche varianze cromatiche e tonali che registra come rapporti di forze che si contendono la materia. Rapporti quantitativi ma anche qualitativi che rimandano agli esperimenti alchemici poi soppiantati dall’avvento del pensiero scientifico ma che tuttavia sono rimasti sotto traccia fino ai nostri giorni. Appannaggio di certa farmacopea e recuperati ed esaltati dall’arte in chiave simbolista, oggi infatti ricompaiono sia nella ricerca artistica che nelle diverse branche scientifiche arresesi alla ribellione della natura di fronte a qualsiasi costrizione di riduzione formale. La natura infatti parla un’altra lingua che Nicola vuole ascoltare ed assecondare attraverso sculture ed installazioni che provocano fecondi cortocircuiti tra le materie e gli elementi primari come aria, acqua, terra e fuoco. In tal modo ne risveglia la memoria antica, i potenziali di energia alle origini di un movimento mai acquietato e sempre in fieri che alimenta il divenire della realtà nello spazio e nel tempo di cui solo l’artista può immaginare l’incalcolabile destino.