La Mia Natura

Informazioni Evento

Luogo
PRAC PIERO RENNA ARTE CONTEMPORANEA
Via Nuova Pizzofalcone 2 , Napoli, Italia
Date
Dal al

lunedì-sabato dalle 16e30 alle 19e30

Vernissage
21/01/2016

ore 19

Artisti
Melania Acanfora, Tatiana Chafcouloff, Fabrizio Modesti, Giovanni Ricciardi
Curatori
Valentina Rippa
Generi
arte contemporanea, collettiva
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“La mia Natura” è un’indagine sul rapporto tra artista e natura, attraverso una dialettica tra spazio esterno e spazio interno.

Comunicato stampa

Giovedì 21 gennaio 2016 negli spazi della Galleria PRAC - Piero Renna Arte Contemporanea di Napoli, in via Nuova Pizzofalcone n. 2, sarà inaugurata la collettiva "La mia Natura" a cura di Valentina Rippa che presenta i lavori degli artisti Giovanni Ricciardi, Melania Acanfora, Tatiana Chafcouloff e Fabrizio Modesti.
“La mia Natura” è un'indagine sul rapporto tra artista e natura, attraverso una dialettica tra spazio esterno e spazio interno. Lo spunto è uno dei temi più cari a Beuys, l’idea romantica di natura, concepita come Unità del Tutto, dove l’uomo è un frammento di questa unità. Le cose, l’io sono momenti di un’unità originaria: acquisendone coscienza ed accettando il divenire come legge di natura, l’uomo trova la propria libertà espressiva; solo attraverso un riavvicinamento al contesto naturale, riscoprendo la parte più istintuale, la creatività, le emozioni, il contatto con la madre terra l'uomo può aspirare ad un'esistenza in armonia con se stesso.
Il percorso della mostra propone il lavoro di quattro artisti invitati a interpretare con visioni e sfumature contrastanti il divenire, la fluidità, la passione, la fragilità.
Quelli di Giovanni Ricciardi sono paesaggi della memoria che raccontano vissuti e ricordi rarefatti, stati d'animo offuscati. La sua ricerca oltrepassa i limiti del visibile dove il non detto, le emozioni più intime, l'inafferrabile, pervadono la realtà delle cose. C'è una volontà ossessiva di scavare nel passato fino ad annullarlo per lasciare spazio a nuovi luoghi immaginari. I lavori esposti fanno parte della serie "Atlante delle nubi" avviata nel 2015 come una mappatura impossibile di nembi temporaleschi e della piccolezza dell'uomo rispetto alla natura.
Il forte legame con l'infanzia e i valori essenziali della vita emergono dalla gestualità pittorica di Tatiana Chafcouloff. I due lavori esposti fanno parte di un ciclo iniziato qualche anno fa. Le tavole su cui nascono i dipinti simulano le pareti della sua casa di bambina, i ricordi impressi e le emozioni passate. Nella natura e nel suo silenzio l'artista ritrova la memoria e lo stimolo al rinnovamento. "L'albero è uno degli elementi che mi ha sempre affascinato - spiega l'artista - per la solidità delle sue radici nella madre terra e la sua crescita infinita è come se emanasse forza, energia, libertà e luce intorno a sé". Il lavoro sui bambù rappresenta una metafora sulla vita attraverso il racconto di queste piante che, poco a poco, "spogliandosi", lasciano spazio solo all'essenziale.
La ricerca di Fabrizio Modesti nasce invece dalla contemplazione di una natura in cui l'artista rivede se stesso: ogni dipinto è, in fondo, un autoritratto e nello stesso tempo il ritratto di ogni altro essere animale, vegetale e minerale. "Cerco spesso gli alberi - dice l'artista - cammino tra di loro, può capitare che li abbracci o mi ci sieda accanto, alzo lo sguardo e ammiro il loro giocare con il cielo che crea un meraviglioso mondo di forme e colori e a volte magiche simmetrie... porto a casa due immagini, quella registrata in digitale e quella registrata nella mia coscienza; poi, una volta in studio, cerco di unire queste due immagini in una unica, e provo a ricreare quell'attimo di illuminazione in cui si tocca la realtà nei suoi due aspetti fondamentali, materiale e spirituale".
La passionalità contraddistingue il lavoro di Melania Acanfora secondo cui "la natura concede di entrare in un mondo proprio, armonico, ancestrale ed è nel rapporto con essa che l’uomo trova il suo passo, il suo ritmo ed il suo respiro e anche la chiave di accesso alla parte più nascosta del sé". Attraverso la rappresentazione di un'orchidea, elemento ricorrente nella sua ricerca, l'artista dà vita a una espressività complessa e variegata che racchiude l’essenza intricata dell’essere umano, in cui si ritrovano insieme maschile e femminile.