Karen Stuke – Opera Obscura

Informazioni Evento

Luogo
PRIMOPIANO
Via Foria 118, Napoli, Italia
Date
Dal al

da martedì a venerdì dalle 16-19,30

Vernissage
09/09/2011

ore 19

Catalogo
Catalogo: a cura di Antonio Maiorino, PrimoPiano Edizioni, pp 52, € 10
Patrocini

Goethe Institut Napoli

Curatori
Antonio Maiorino Marrazzo
Generi
fotografia, personale
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La Galleria PrimoPiano presenta 15 opere fotografiche dell’artista tedesca Karen Stuke dal titolo Opera Obscura e la serie dal titolo Sleeping Sister in forma di portfolio.

Comunicato stampa

La Galleria PrimoPiano presenta 15 opere fotografiche dell’artista tedesca Karen Stuke dal titolo Opera Obscura e la serie dal titolo Sleeping Sister in forma di portfolio.
Come nei lavori dell’ Opera Obscura di Napoli realizzati in collaborazione con il Napoli Teatro Fstival Italia ed esposti al Pan dal 8 settembre al 7 ottobre 2011 quelli che la Galleria esibisce sono tutti centrati sulle opere teatrali, profonda passione dell’artista che ne cattura con la camera a foro stenopeico l’essenza, lo spirito in una sola immagine.

Attraverso questa tecnica che potremmo osare definire ‘anacronistica’ la Stuke ci introduce, con un solo colpo d’occhio, in un teatro assoluto. Gottfried Jaeger scrive delle immagini della Stuke: Sono una visibile espressione del profondo desiderio di rispondere allo stravagante mondo del teatro con la stravaganza delle immagini.
Questa stravaganza ha un suo portato sontuoso, pieno, barocco.
L’idea di comprimere in una sola immagine un’opera teatrale è coraggiosa e insieme poetica. Tutto quanto può apparire differente e oscuro è invece, ad un occhio attento, leggibile e godibile. La luce ha uno spessore nuovo, sembra quasi che le immagini siano retroilluminate, vi è una lenta e costante stratificazione della luce che assume un’aura irreale e mistica.
Si riesce ad interpretare il ritmo dell’opera teatrale, i cambi di scena si sovrappongono o diventano speculari, gli allestimenti sono esposti in compendio, il disegno delle luci diventa la percettibile traccia che l’immagine lascia sul territorio della nostra esplorazione visiva.
Nell’immagine dell’opera I racconti di Hoffmann (Hoffmanns Tales) vi è, sublime incanto, tutta la poetica del realismo magico dell’autore tedesco e nel Ballett Stravinsky percepiamo i movimenti che hanno animato la scena come ormai appartenenti al tempo e alla danza, i ballerini trasformati in essenza sul fondo della scena e avvolti da un unico mutevole banco di luce. In Clara, ripresa all’Opéra Comique di Parigi, l’allestimento scenico è definito in maniera speculare e comprendiamo l’immobilità borghese del tavolo con i commensali che lo scenografo ha attaccato al soffitto e quanto invece muove interiormente i personaggi sull’identico tavolo posto al centro della scena di basso. Alla Deutsche Oper Berlin la Stuke realizza l’immagine del Requiem di Verdi ed è stupefacente quanto essa emani quella sensazione di indicibile dolore e insieme la serena accettazione della morte.
L’entusiasmo con il quale la Stuke si avvicina al teatro e la sua maestria nell’uso della camera a foro stenopeico rendono le sue opere capolavori di ingegno e di passione.

In Sleeping Sister la Stuke, sempre con la camera stenopeica, riprende invece il sonno di sua sorella in varie città del mondo. Il momento del sonno è quello della assoluta fragilità, inerme è il nostro corpo che vive in tutta probabilità l’abbandono alla somma libertà. E qui ancora la luce a governare il tutto, è la luce stessa a divenire soggetto dell’immagine. Si legge il movimento, non registrato come in un solo veloce frame ma in tutta la durata temporale. Per ore sull’unico riquadro di pellicola si sedimentano le immagini dal buio. E solo all’alba, quando il sonno lascia il passo al risveglio, restano queste immagini di calma e pace che rivelano il confine tra la vicinanza e la distanza, tra il giorno e il sogno.

La mostra è stata organizzata con il sostegno del Goethe Institut Napoli