Hans Richter – L’opera grafica

Informazioni Evento

Luogo
MIG - MUSEO INTERNAZIONALE DELLA GRAFICA
Piazza Guglielmo Marconi 3, 85030 , Castronuovo Sant’Andrea , Italia
Date
Dal al

tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 20.00 (la mattina per appuntamento).

Vernissage
06/02/2016

ore 18,30

Artisti
Hans Richter
Generi
personale, disegno e grafica
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Mostra dedicata all’opera grafica di Hans Richter.

Comunicato stampa

L’OPERA GRAFICA DI HANS RICHTER
L’estetica cinematografica da Rythm 21 (1921) a 8x8 (1957).
I rapporti tra cinema e pittura.

Sabato 6 febbraio 2016, alle ore 18.30, in Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica - Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” - Atelier “Guido Strazza”, si inaugura la mostra dedicata all’opera grafica di Hans Richter che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea e proseguito con le personali di Mirò, Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Bernard, Marcoussis, Henri Goetz, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino - Azuma, Guarienti, accompagnati, rispettivamente, dalla mostra di Renoir in poi, dalla presenza in controcanto di Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Bucci, Perilli e Raphael.
Figura di spicco dell'avanguardia del secolo scorso, Hans Richter ha esercitato il suo talento e la sua creatività in un'infinita varietà di campi, dalla pittura al disegno, dal cinema alla scrittura, dall'editoria all'insegnamento, collaborando e dialogando con alcuni tra i principali esponenti dell’arte del suo tempo, da Marcel Duchamp a Kazimir Malevic, da Theo van Doesburg a Kurt Schwitters, da Max Ernst a Sergej Ejzenštejn. Dopo una prima parentesi figurativa e gli esordi espressionisti nella Berlino dei primi anni dieci, è stato, accanto a Tzara, Ball, Arp e Janco, uno dei protagonisti più geniali della straordinaria stagione del Dadaismo zurighese. Fin dall'inizio, la sua ricerca si volse all'esigenza di articolare lo spazio figurativo in un movimento che uscisse dai limiti della tela, interessi che lo portarono all’analisi e all'utilizzo di forme semplici e pure, duttili elementi in espansione e contrazione con cui dare nuovo ritmo alla visione del reale. Iniziò, dunque, a comporre continue variazioni di un tema visivo che, nelle varie tavole, si sviluppava, prendeva rilievo, si muoveva. Decisivo, per queste sue ricerche, fu l'incontro, nel 1918, con il pittore svedese Viking Eggeling, insieme al quale realizzò un tipo di “pittura in continuità” mediante l'elaborazione di un rotolo disegnato e dipinto (Preludio, 1919, New Haven, University Art Gallery): “ma un giorno Eggeling scoprì la nuova forma artistica adeguata alle nostre esperienze. Da tempo studiavamo le variazioni di un tema su trenta o quaranta tavole staccate. Eggeling suggerì di seguire le loro trasformazioni e il loro sviluppo in un modo continuo, utilizzando un rullo… ciò non era né pittura né musica. Era semplicemente, ce ne siamo accorti più tardi, dopo un lavoro pieno di febbre, cinema!”. Per Richter la scelta della fluida rappresentazione cinematografica, rappresentò quasi un passo obbligato, una svolta necessaria: la tela, non gli sembrò più sufficiente per spiegare i virtuosismi e le successioni del pensiero. Divenne così, a partire dalla metà degli anni Venti, uno dei pionieri del cinema astratto e una figura chiave delle sperimentazioni filmiche in ambito artistico.
Tra i suoi primi esperimenti filmici, vanno ricordati una serie di brevissimi cortometraggi prodotti in pieno clima Dada (Rhytmus 21, 23, 25), nei quali movimentò forme astratte. Passò al surrealismo in Filmstudie (1926), gioco di associazioni, e nel famoso Vormittagsspuk (1928), musicato da P. Hindemith e incentrato su una rivolta degli oggetti (cappelli e altro) visti come “fantasmi mattutini”. Si impegnò socialmente e politicamente in Inflation (1927-28) e nell'incompiuto Metall (1931-34). A New York, dove dal 1942 al 1956 diresse l'Institute of Film Techniques, portò a termine Dreams that Money Can Buy (I sogni che il danaro può comprare), premiato alla mostra di Venezia nel 1947, dove riunì attorno a sé M. Ernst, F. Léger, M. Ray, M. Duchamp e A. Calder. Di analogo interesse, nel 1956-57, fu 8×8 mentre in due antologie (Thirty Years of Experiment, 1951; Forty Years of Experiment, 1961) Richter raccolse il meglio della propria attività cinematografica. Costretto a rifugiarsi negli Stati Uniti dopo l’avvento del nazismo, nel dopoguerra Richter divenne, grazie alla sua attività di insegnante, un punto di riferimento per la nascita del cinema indipendente americano.
Anche se la sperimentazione cinematografica sembra essere il mezzo espressivo più affine all'estetica di Richter, non bisogna trascurare la sua vasta produzione artistica che abbraccia vari settori dell'arte. La seduzione per le forme pure (quadrati, rombi, rettangoli) e la tensione verso una pulizia della linea, sono elementi che caratterizzano anche le eleganti astrazioni dei disegni, dei collages, delle sculture, delle incisioni e delle litografie, dei libri d’artista (uno per le sue poesie e gli altri due per le poesie di Giuseppe Ungaretti e Grytzko Mascioni) che compongono questa mostra, a riprova di una ricerca priva di contraddizioni e di una grafica come necessità espressiva, al punto che Richter, dopo aver frequentato i folli ritrovi Dada, attraversò le varie tappe del Novecento diventando punto di riferimento per i costruttivisti del Bauhaus, per i surrealisti e per tanta arte a venire.
La mostra, oltre a rileggere la parabola creativa di un artista poliedrico come Richter, offre l'opportunità di mettere a punto le grandi tematiche che hanno percorso le avanguardie del Novecento e di ripercorrere alcune delle esperienze fondamentali che hanno segnato la storia dei rapporti tra pittura e cinema nel secolo scorso.

NOTIZIE BIOGRAFICHE
Johannes Siegfried (Hans) Richter nasce il 6 aprile 1888 a Berlino. Dopo aver studiato architettura per un breve periodo all’Università di Berlino, nel 1908 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Berlino, e l’anno dopo all’Accademia di Weimar, dove approfondisce lo studio dei maestri antichi. Intorno al 1912 comincia ad avvicinarsi all’arte moderna interessandosi alle opere degli artisti del Blaue Reiter e visitando, l’anno seguente, l’Erster Deutsche Herbstsalon presso la galleria Der Sturm di Berlino, dove vede le opere dei fauves, dei cubisti e dei futuristi. L’iniziale attività artistica viene tuttavia interrotta dalla guerra che lo vede impegnato al fronte fino al 1916 quando, in seguito ad una ferita, viene congedato. Nello stesso anno la rivista “Die Aktion”, con la quale aveva in precedenza collaborato, gli dedica un numero speciale, e tiene la sua prima personale alla galleria Hans Goltz di Monaco. Trasferitosi a Zurigo, entra a far parte del movimento Dada e nel 1917, dopo un breve periodo espressionista dal quale hanno origine i suoi ritratti visionari, inizia i primi esperimenti astratti. Nel 1918 conosce il pittore svedese Viking Eggeling, iniziando con lui una collaborazione basata su una comune ricerca artistica. L’anno dopo realizza il primo Prélude, un’opera basata sul principio di continuità di un motivo formale sviluppato su una lunga striscia di carta. Nel 1920 entra a far parte del November Group di Berlino e collabora con il periodico olandese “De Stijl”. Nella volontà di conferire un movimento autentico alle sue opere, nel 1921 si accosta al cinema e realizza il suo primo film astratto Rhythmus 21. Dal 1923 al 1926 dirige, assieme a Mies van der Rohe e Werner Graeff, la rivista “G” ed in seguito realizza documentari, film pubblicitari e sperimentali, non interrompendo al tempo stesso l’attività pittorica. Nel 1940 si trasferisce negli Stati Uniti, dove due anni dopo viene nominato direttore del Film Institute al City College di New York, iniziando un’attività di insegnamento che durerà per quindici anni. Nel frattempo entra a far parte del gruppo degli American Abstract Artists. Nel 1957 completa il film Dadascope, con poesie e prose recitate da Hans Arp, Marcel Duchamp, Raoul Hausmann, Richard Huelsenbeck e Kurt Schwitters. Hans Richter, la cui opera è stata oggetto di importanti mostre nei principali musei del mondo, muore a Locarno, Svizzera, il primo febbraio 1976.

La mostra, corredata da libri, cataloghi, immagini e documenti, utili a far capire il mondo espressivo di Richter, rimarrà aperta fino all’8 aprile 2016, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 20.00 (la mattina per appuntamento).

Prossimi appuntamenti

8 febbraio 2016
Festa di Carnevale.
Laboratorio d’arte culinaria. Le forme dei dolci tipici del carnevale: anziani e bambini con le mani in pasta per creare “chiacchiere” e “guanti” seguendo antiche ricette e forme.

14 febbraio 2016
Festa degli innamorati
Scatti d’amore: fotografie di coppia sullo sfondo dell’opera-guida della giornata realizzata da Giulia Napoleone.