Giuseppe Santomaso – L’astrazione emozionante

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA POLIART
Viale Gran Sasso 35, Milano, Italia
Date
Dal al

Martedi – Venerdi 11.00 – 13.00/ 15.00- 18.00
Sabato 10.30 – 13.00

Vernissage
14/01/2017

ore 18,30

Artisti
Giuseppe Santomaso
Curatori
Leonardo Conti
Uffici stampa
SPAINI & PARTNERS
Generi
arte contemporanea, personale
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Sono venti le opere – tra le tele, anche di grandi dimensioni e le carte – scelte dall’ultima decade creativa dell’artista veneziano (scomparso nel 1990).

Comunicato stampa

La PoliArt Contemporary di Milano è lieta di annunciare la mostra dedicata a GIUSEPPE SANTOMASO, L’ASTRAZIONE EMOZIONANTE – L’ULTIMO GRANDE PERIODO 1980-1990. Sono venti le opere - tra le tele, anche di grandi dimensioni e le carte - scelte dall’ultima decade creativa dell’artista veneziano (scomparso nel 1990). È un momento unico nella ricerca di Santomaso, che, in una inconfondibile cifra stilistica, riesce a fondere un’inedita forma di astrazione spazializzata con un potente lirismo, in cui costantemente riappare un tenace impegno esistenziale.
Un impegno coltivato sin dagli anni della Nuova secessione artistica italiana (di cui Santomaso fu nel 1946 uno dei promotori). Nel Manifesto di quel movimento, che diventerà il Fronte Nuovo delle Arti, si legge tra gli scopi degli artisti “…di avvicinare a una prima base di necessità etica e morale le singolari affermazioni loro nel mondo delle immagini, le loro osservazioni, assommandole come atti di vita”. Quella necessità di “assommare” in una dimensione etica il mondo delle immagini come atti di vita, è proprio il compito che Santomaso non disattenderà per tutta la vita.
Una grande opera su tela in questa mostra alla PoliArt Contemporary, “Bianco pietra d’Istria” del 1988 (già esposta alla Biennale di Venezia nel 1988), è un maestoso accordo musicale in cui forma, luce e colore costituiscono una soglia di attraversamento nella quale arte e vita davvero risorgono l’una nell’altra. Anche in “Ricordo di viaggio” del 1985 (già esposto al Palazzo Reale di Milano nel 1986) la disposizione narrativa delle forme, quasi sospese al di qua del piano limite dell’opera, s’inoltra verso lo spazio interno, affacciandoci sul luogo ulteriore in cui una macchia di nero e di viola diviene la fonte di ogni visibilità. In “Qualcosa fugge” del 1988, un’architettura di materiche forme in bilico, rattenute sui bagliori risonanti dei bruni e dei rossi, prepara il luogo imprevisto di un’edicola di luci belliniane in cui appare l’idea del sacro.
Ognuna di queste opere di Santomaso è una lezione per un nuovo sguardo che l’artista impara insegnandocelo.
La presa diretta sulla realtà, per un artista che dalla fine degli anni Cinquanta ha scelto la via “astratta” dell’arte contemporanea, passa attraverso la trasposizione formale ed evocativa di un modo di esistere che si attua interamente nella ricerca poetica.
E il tema di questa mostra è proprio il chiaro evidenziarsi, nelle ultime inconfondibili opere, di quell’impegno: una sorta di “costante” continuità poetica, in grado di attraversare mezzo secolo di pittura. Dall’esperienza del Fronte nuovo (con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1948), passando per l’adesione al Gruppo degli Otto nel 1952 e per il periodo “informale” degli anni Sessanta, sino alla smaterializzazione della forma già alla fine degli anni Sessanta e inizio Settanta, culminanti con il breve e altissimo momento delle Lettere al Palladio (1977), che possono essere considerate quasi un preludio per le folgoranti 240 opere che Santomaso dipingerà tra il 1980 e il 1990.
La “costante” di Santomaso è l’instancabile ricerca di una dimensione poetica, in cui l’uomo e l’artista possano sovrapporsi, nella costituzione di una via sociale ed etica dell’arte, tuttavia per sempre libera da ogni condizionamento ideologico. LC

Per il vernissage, la compositrice Paola Samoggia e i danzatori Serena Zardini e Gabriele Vaccargiu daranno vita a una performance di danza contemporanea dedicata alle opere di Santomaso. L’idea musicale su cui s’innesta la coreografia, nasce dall’idea di costruire una sorta di “setaccio musicale” (che mima la tecnica pittorica delle opere) i grado di dividere il materiale sonoro più raffinato da quello più fluido di diversa consistenza e origine. La compositrice ha lavorato anche sulla tradizione veneziana, per estrarne suoni caratteristici, in seguito trattati con tecnologie attuali (synth).
Al finissage sarà presentato il volume della mostra in 120 esemplari, che, oltre alle tavole delle opere e alcune immagini del vernissage, conterranno opere uniche degli artisti contemporanei Marcello De Angelis, Fausto De Nisco, Fernando Picenni e Carlo Colli dedicate a Santomaso.