Francesco Jodice

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO PALUMBO FOSSATI
San Marco 2597, Venezia, Italia
Date
Dal al

mar-sab/Tue-Sat 10.00-13.00/15.00-18.00

Vernissage
08/09/2012

ore 18.30

Artisti
Francesco Jodice
Curatori
Angela Madesani
Generi
arte contemporanea, personale
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La Galleria Michela Rizzo di Venezia ospita, per la prima volta, una mostra di Francesco Jodice (Napoli 1967) a cura di Angela Madesani. La sua ricerca investiga le mutazioni nei paesaggi sociali contemporanei comparando fenomeni simili in diverse parti del mondo attraverso l’utilizzo di fotografie, film, mappe, testi ed installazioni.

Comunicato stampa

L’8 settembre 2012 la Galleria Michela Rizzo di Venezia ospita, per la prima volta, una
mostra di Francesco Jodice (Napoli 1967) a cura di Angela Madesani. La sua ricerca
investiga le mutazioni nei paesaggi sociali contemporanei comparando fenomeni simili in
diverse parti del mondo attraverso l’utilizzo di fotografie, film, mappe, testi ed
installazioni.
Jodice, il cui lavoro recente si focalizza su temi geopolitici compiendo disamine dei più
recenti “clash of civilizations”, ha partecipato a Documenta Kassel, alla Biennale di
Venezia, alla Bienal de São Paulo, alla ICP Triennial of Photography and Video New York. I
suoi lavori sono stati esposti alla Tate Modern di Londra, al Reina Sofia di Madrid, al
Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, alla Maison Européenne de la
Photographie, al MAMbo di Bologna, è stato recentemente protagonista di un’importante
mostra personale al Museo del Prado di Madrid, la prima dedicata a un artista italiano
contemporaneo.
Sono in mostra a Venezia fotografie da What We Want, un progetto iniziato nel 1995,
ancora in corso. Si tratta di un osservatorio composto di fotografie e testi sulla
modificazione del paesaggio visto come la proiezione dei desideri della gente. I testi di
geoploitica verranno riportati sui muri della galleria da un gruppo di ragazzi della scuole
elementari e media.
L’archivio del progetto comprende lavori realizzati in circa 150 metropoli nei 5 continenti a
partire dal 1995. Jodice scrive: “Oggi possiamo identificare una nuova comunità di
pionieri abituati a pensare alla città come un luogo slegato dalla sua stessa storia,
modificabile e disposto ad ospitare l'importazione di modelli e suggestioni da culture
diverse. Queste condizioni hanno sviluppato la nostra sensibilità a proiettare
nell'ambiente la nostra volontà, dando vita a un paesaggio come proiezione dei nostri
stessi desideri.”
Accompagnato da una quadreria composta da frames di immagini del video, viene
presentato il video The Morocco Affair. Il progetto è stato realizzato nella periferia di
Oujda, una città, posta trenta chilometri all’interno della costa marocchina africana sul
Mediterraneo, ai confini con l'Algeria. Il film, che raccoglie ottantadue piccoli film di case
marocchine è stato girato nelle notti comprese tra il 17 ed il 23 marzo 2004 con riprese ad
infrarossi, una settimana dopo i ben noti attentati nelle stazioni ferroviarie di Madrid. Le
abitazioni, tutte seconde case, costruite dai proprietari con i proventi del lavoro svolto nei
diversi paesi europei di emigrazione, appartengono prevalentemente ad MRE (Marocains
Résidants à l'Etranger) provenienti in gran parte da Belgio, Germania, Olanda, Francia e
Spagna.
Nella parete principale della galleria vengono proiettati i tre film, appartenenti al progetto
Citytellers. La serie di film costituisce un vero e proprio laboratorio sul futuro delle città.
Citytellers è di fatto un sensore in movimento nei paesaggi della mutazione geopolitica. Il
progetto ad ora si compone di 3 opere/film: Sao Paulo_Citytellers (2006), Aral_Citytellers,
Dubai_Citytellers (2010) legati ciascuno ad altrettanti temi: i fenomeni di
autorganizzazione in una città-regione da 18 milioni di abitanti quale quella Paulista; la
sopravvivenza della specie in condizioni da post-umanesimo nelle regioni Kazake ed
Uzbeke della steppa mongola che una volta ospitavano il quarto mare interno del pianeta,
il Lago di Aral; la strategia per la costruzione di nuove forme di schiavismo nella cittàstato
della quale il sociologo Nicholas McGeehan dice: “Don’t think of Dubai as a city,
think of Dubai as a corporation”.
In occasione della mostra in galleria sarà presente anche il recente volume di Francesco
Jodice What we want (Dalai Editore 2011), a cura di Angela Madesani.