Fiorenzo Zaffina – Forme del vuoto

Informazioni Evento

Luogo
MAON - MUSEO D'ARTE DELL'OTTO E NOVECENTO
Via Raffaele De Bartolo n° 1 , Rende, Italia
Date
Dal al

da martedì a sabato 10.00-13.30 /16.30-20.00
Chiuso i festivi e il lunedì

Vernissage
21/07/2016

ore 18,30

Artisti
Fiorenzo Zaffina
Curatori
Massimo Scaringella, Tonino Sicoli
Generi
arte contemporanea, personale
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Il nuovo Zaffina è uno scultore etereo, che buca la materia del vetro sintetico, tagliato a parallelepipedo, come un monolito, smozzicato dalla fresatrice, con squarci asimmetrici, in un angolo, su uno spigolo, sulla faccia levigata.

Comunicato stampa

Al MAON Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende (Cosenza) si inaugura giovedì 21 luglio 2016 alle ore 18.30 la mostra “FIORENZO ZAFFINA / Forme del vuoto” curata da Tonino Sicoli e Massimo Scaringella, con il patrocinio del Comune di Rende e del Centro per l’Arte e la Cultura “A. Capizzano” – Rende e con la collaborazione di P-Art Associazione Artistico-culturale.

“Scavate nel vuoto, nell'immateriale, dentro l'aria. Si presentano così, delicate, evanescenti, trasparenti, la sculture recenti di Fiorenzo Zaffina, che lasciano i materiali duri della sua produzione precedente per utilizzare ora blocchi di plexiglas. Ai muri sbrecciati, ai mattoni frantumati, al marmo scheggiato l’artista preferisce la materia-non materia, l’incorporeo, l’assenza.

Il nuovo Zaffina è uno scultore etereo, che buca la materia del vetro sintetico, tagliato a parallelepipedo, come un monolito, smozzicato dalla fresatrice, con squarci asimmetrici, in un angolo, su uno spigolo, sulla faccia levigata.

Le brecce hanno l’aspetto di grossi graffi con segni colorati, dall'andamento curvilineo, che a volte si arricciano come onde marine. La luce, che filtra dal materiale trasparente, funziona come animatrice di un dinamismo interno con visioni multiple e cangianti a seconda del punto di vista. Basta girare attorno al solido trasparente per scoprire prospettive nuove; anche dall'alto e dal basso si ottengono immagini, con un interno vista, che rifrange la luce in strisce, spirali, effetti sempre nuovi e diversi.

Forme primarie e segni dai colori intensi creano ”statue” impalpabili, delicate, vaghe apparizioni di un processo che si sviluppa in direzione di una infra-scultura, post-moderna e linguisticamente elementare. Si legge la contaminazione di un'arte progettuale, fatta un po’ di concettualismo e un po’ di industrial design. Eppure prevale in Zaffina un’artigianalità, un lavoro manuale, che trae la forma dal blocco squadrato e dall’impiego di trapani e frese, di levigatrici e smerigli.

Anche “Siamo tutti santi”, l’opera site specific realizzata al MAON di Rende (Cs), è un progetto che utilizza il plexiglas, inserito però sopra un fascio di solchi nel muro, che dal un punto in alto si allargano a ventaglio verso il basso, in una sorta di rappresentazione della luce. Come dire luce simbolica e luce vera su un’aureola illuminata dall’interno a ironizzare su una santità profana.” (estratto dal testo in catalogo di Tonino Sicoli)

“Da sempre Fiorenzo Zaffina nella sua ricerca artistica ha cercato l’anima della creazione all’interno della materia e nello spazio. Una ricerca continua di elaborazione la sua, che svuota i contenuti e che mostra come noi uomini ci avviciniamo con difficoltà all'assenza della materia. Un’indagine quindi di natura simbolica e spirituale che amplia il concetto di scultura nell’arte.

Ancor più vero in questo ultimo nucleo di lavori principalmente fatti utilizzando blocchi di plexiglass finemente trasparenti. Dove le superfici lucide creano riflessi fluidi nelle parti intervenute dalla mano dell’artista e che danno luogo a un gioco di antitesi: luci e ombre, colore e non colore, concavi e convessi, lucidi e opachi, superfici liscie e ruvide con una indifferente sensazione di solido e di liquido. Sculture che spesso presentano un’apertura, una fenditura, una cavità in cui l’artista attraverso la materia, esalta il valore del vuoto, dell’infinito, del mistero e della trascendenza. Interrompendo e distorcendo l’immagine equilibrata delle forme create. Quello di Fiorenzo Zaffina è quindi un gioco ambivalente, dove le sue sculture sono forme dinamiche che comunicano in continuazione. Oggetti quasi illusionistici, ipnotici, il cui potere è quello di riflettere ma allo stesso tempo distorcere.

Come per altri lavori, Zaffina insiste qui sulla potenzialità degli oggetti di divenire qualcos’altro, mettendo in atto ancora una volta il dialogo tra lui e lo spettatore in cui la materializzazione della forma è una maniera per apprendere, per appropriarsi del mondo.” (estratto dal testo in catalogo di Massimo Scaringella).
FIORENZO ZAFFINA nato a Lamezia Terme, vive e lavora a Roma dal 1970. Dopo il liceo artistico, frequenta l’Accademia di Belle Arti e la Facoltà di Architettura di Roma. La prima occasione espositiva all'estero è del 1990. Invitato dall’Istituto Culturale Italiano di Lione, tiene una mostra personale nella città francese, presentata in catalogo da Renato Barilli. Il critico letterario Roberto Cotroneo scrive una composizione musicale eseguita, durante la mostra, da un pianoforte “Disclavier”. Nel 1995 viene invitato alla Rassegna “INCANTESIMI” a Bomarzo. La mostra, consistente in interventi nel centro storico, viene curata da Simonetta Lux e Miriam Mirolla. A Zaffina viene assegnato il primo premio. Nel 1996 è invitato dal gallerista Fabio Sargentini all’Associazione culturale “l’Attico”, nell’ambito della rassegna MARTIRI E SANTI. A settembre, su invito di Micol Forti e Luigi Fiorletta, partecipa, sempre con uno scavo sulla parete, alla biennale d’arte contemporanea di Alatri “Tendenze del contemporaneo”. E’presente alla XIII biennale di Penne, “Tempi ultimi”, alla mostra “Officina Italia, Rete Emilia Romagna” curata da Renato Barilli e organizzata dalla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Nel 1999 alla Galleria comunale d’arte moderna e contemporanea di Roma (attuale MACRO) viene costruita una parete in cemento cellulare per poter eseguire l’opera “Inondazioni” nell’ambito della rassegna Arte contemporanea “Lavori in corso”, curata da Giovanna Bonasegale. In agosto, in occasione dell’eclisse di sole, ben visibile dalla Calabria, Zaffina, invitato dal sindaco di Catanzaro, esegue uno scavo su un muro del centro storico: una grande curva orbitale di un deciso colore arancione che allude all'evento. Nel 2000 la grande mostra personale nel complesso monumentale del San Giovanni a Catanzaro, a cura di Tonino Sicoli. In una monografia dal titolo “Fiorenzo Zaffina. Rivelazioni”, vengono raccolti i testi critici di Paolo Balmas, Renato Barilli, Roberto Cotroneo, Massimo Di Stefano, Micol Forti, Simonetta Lux, Miriam Mirolla, Giuseppe Pansini, Gabriele Perretta, Pierre Restany, e un'ampia documentazione fotografica di alcuni tra i più significativi interventi dell’artista. Nel 2004, l'opera “Inondazioni”, creata appositamente per la mostra “Lavori in corso” presso la Galleria Comunale d'arte moderna e contemporanea di Roma, viene donata alla Città di Cosenza e sistemata alla“Casa delle Culture”. Mentre il MACRO di Roma acquisisce l'opera “6CDU” per la collezione del museo. Sempre nello stesso anno, un'opera di Zaffina entra a far parte della collezione del MAON, Museo d'Arte dell'Otto e Novecento di Rende (CS). Nel 2008 allestisce l'installazione personale “OLTRE PASSO”alla galleria Wunderkammern di Spello (Perugia) a cura di Marco Maria Gazzano. Nel 2009 è alla mostra “NIGREDO” dove esegue un intervento nell’ex ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà di Roma. Nel 2010 è invitato alla mostra “Lo stato dell’arte” padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia, Regione Calabria. Il 2011 inaugura l’installazione “MONOLITO” presso la galleria Opera Unica. Nel 2015 esegue un “intervento” al MAAM di Roma. Vince la Biennale di scultura a La Maddalena. La sua opera “Monolito sardo” è collocata permanentemente al porto dell’isola. Nel 2015 l’opera Galassia 1(M)+2(A)+1(M) entra nella collezione della “Cittadellarte” Fondazione Pistoletto (Biella) e l’opera “Ritratto a Mattia, particolare” nella collezione del Museo civico di Taverna.