Dionisio Gonzales

Informazioni Evento

Luogo
PROJECT B GALLERY
via Maroncelli, 7 20154 , Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
16/11/2011

ore 19-21

Artisti
Dionisio Gonzalez
Uffici stampa
SILVIA MACCHETTO
Generi
fotografia, arte contemporanea, personale
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In mostra una serie di light box che sono un omaggio alla città di Venezia, luogo senza tempo intriso di contrasti che la rendono unica e allo stesso tempo immobile. Il lavoro dell’artista spagnolo è un incontro tra fotografia e architettura.

Comunicato stampa

La galleria ProjectB presenta nel suo spazio di via Borgonuovo 3, LAS HORAS CLARAS, personale dell’artista spagnolo Dionisio Gonzalez.
In mostra a Milano una serie di light boxes che rappresentano un omaggio alla città di Venezia come archetipo del luogo senza tempo intriso di contrasti che la rendono unica e allo stesso tempo immobile.
Il lavoro di Dionisio Gonzales vuole essere un punto d’incontro tra fotografia e architettura. L’artista stampa in c-print sovrapponendo digitalmente allo scatto reale di un luogo, un progetto architettonico virtuale intimamente connesso.
Il progetto Venezia nasce dall'analisi delle costruzioni proposte per la città dai più grandi architetti del '900 e mai realizzate: un omaggio postumo a quei tentativi di cambiare l'aspetto di un luogo invariato da secoli che non videro mai la luce. Dionisio Gonzalez fotografa con impressionante oggettività gli spazi che avrebbero dovuto ospitarle e con l'uso delle moderne tecniche di ritocco fotografico inserisce i rendering degli edifici ri-creandoli attraverso i disegni e i progetti originali di Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e Louis Khan, un omaggio a Palladio e una reinterpretazione del Condominio Cicogna di Ignazio Gardella.

“Le fotografie che ho scattato sono il risultato di un grande lavoro di ricerca per individuare l'esatta collocazione di queste architetture assenti. All'inizio ho scattato semplici foto degli spazi a cui ho poi aggiunto gli edifici in tre dimensioni utilizzando non i primi progetti proposti, ma quelli che gli architetti avevano già modificato percependo le direttive della prima revisione con i committenti. In questo modo ho ovviato alla loro assenza creando una Venezia possibile, quella che Venezia avrebbe potuto essere”.