Digital frame

Informazioni Evento

Luogo
UNCOMMON
Via Privata Anton Francesco Grazzini 9 20158 , Milano, Italia
Date
Il
Vernissage
14/12/2016

ore 14-22

Curatori
Chiara Canali
Generi
arte contemporanea, serata - evento, collettiva
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L’Agenzia di comunicazione Uncommon è lieta di ospitare nei suoi spazi la mostra Digital Frame, a cura di Chiara Canali, un percorso espositivo delle opere di artisti di fama internazionale, dove i linguaggi dell’arte e della tecnolo­gia si uniscono per espandere reci­procamente le proprie potenzialità espressive.

Comunicato stampa

digital frame
by Uncommon

Mostra a cura di Chiara Canali
con la partecipazione di Milena Barberis, Alessandro Borgonovo, Davide Coltro, Giuliana Cuneaz, Nicola Evangelisti, Andrea Felice, Giulia Manfredi, Vincenzo Marsiglia, Marco Mendeni, Lia Pascaniuc, Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, Lapo Simeoni

Opening 14 dicembre 2016 dalle 14.00 alle 22.00

Uncommon
Via Privata Anton Francesco Grazzini 9
20158 Milano
[email protected]

L’Agenzia di comunicazione Uncommon è lieta di ospitare nei suoi spazi la mostra Digital Frame, a cura di Chiara Canali, un percorso espositivo delle opere di artisti di fama internazionale, dove i linguaggi dell’arte e della tecnolo­gia si uniscono per espandere reci­procamente le proprie potenzialità espressive.

In mostra le opere di Milena Barberis, Alessandro Borgonovo, Davide Coltro, Giuliana Cuneaz, Nicola Evangelisti, Andrea Felice, Giulia Manfredi, Vincenzo Marsiglia, Marco Mendeni, Lia Pascaniuc, Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, Lapo Simeoni.

“Digital Frame rappresenta per noi questa cornice aperta all’esplora­zione di nuovi codici; nuovi canali con cui trasmettere dei messaggi sempre più ampi, sempre più innovativi, sostiene Claudio Ragni, CEO di Uncommon. Sempre alla ricerca di nuove modalità d’espressione, vogliamo sondare tutte le possibilità che l’energia artistica può creare. Sempre con l’audacia di chi vuole andare oltre i confini, reputiamo che la comunicazione sia la dimensione ideale su cui sperimentare un cambiamento attivo che porti a scoprire nuove prospettive, nuove rivelazioni sull’identità contemporanea”.

Come afferma la curatrice Chiara Canali, “Le opere in forma digitale si aprono a opportunità creative che non hanno riscontri nell’arte tradizionale. Se nell’arte pittorica la cornice, o il bordo, delimitava il campo spaziale e temporale dell’osservatore, nelle opere digitali sono superati i confini di estensione e durata; se nell’arte tradizionale la rappresentazione pittorica e scultorea era limitata da evidenti contingenze plastiche, le opere della Digital Art non sono trattenute dalla resistenza e dall’inerzia della materia e sono rafforzate dalla velocità della rete e delle connessioni.

I risultati estetici sono molteplici e differenti tra loro: quadri elettronici, fotografie digitali, animazioni 3D, ologrammi, strutture luminose e applicazioni per iPad.

Al di là del supporto digitale e della strumentazione tecnica, i new media artists condividono da un lato la ricerca di un contenuto da esprimere mediante specifici linguaggi estetici e dall’altra l’impegno a creare valori e modi diversi di guardare e capire il mondo esterno.

Con l’utilizzo delle nuove tecnologie cambiano, tuttavia, i modelli e i sensi dell’osservazione: oggi nell’arte digitale, come in molti altri settori, si sta passando dalla contemplazione o fruizione passiva a una osservazione attiva, partecipata.

Come hanno individuato alcuni studiosi, l’adozione di strutture comunicanti impostate sul digitale sembra aver accentuato “il passaggio da modalità percettive di marca razionale-logico-consequenziale a modalità prevalentemente sensoriali”.

L’incremento delle funzioni interattive nelle opere d’arte va ricercato nella multimedialità e nell’impiego dei più recenti strumenti digitali, che danno al costrutto artistico o all’installazione una maggiore versatilità, plasticità, dinamicità, immersività, come un sistema nervoso in grado di conferire una sensibilità, di percepire la presenza e i movimenti del corpo, l’azione fisica di contatto, i mutamenti dell’ambiente.

Molti artisti cercano in chi osserva una nuova partecipazione, una diversa complicità rendendo l’osservazione stessa pro-attiva e coinvolgente. Il significante dell’opera si trasforma a seconda dell’approccio dell’osservatore, del punto di visione, del percorso percettivo e sensomotorio.

In quest’arte scompare la distanza sacrale che da sempre contraddistingue il rapporto tra opera d’arte e fruitore: lo spettatore diventa inter-attore, il suo corpo parte integrante e perturbante dell’opera”.