Danilo Correale – The Missing Hour: Rhythms and Algorithms

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA RAUCCI/SANTAMARIA
Corso Amedeo Di Savoia Duca D'aosta 190, Napoli, Italia
Date
Dal al

dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 18,30

Vernissage
13/02/2015

ore 18,30

Artisti
Danilo Correale
Curatori
Matteo Lucchetti
Generi
arte contemporanea, personale
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La mostra è costruita interamente attorno ad una serie di nuove opere che fanno riferimento alla ricerca dell’artista sullo spazio del sonno come campo politicamente rilevante, che prendono forma da svariati apparati scientifici, storici e produttivi che rivelano la complessità sociale dell’apparentemente banale atto di dormire.

Comunicato stampa

“The Missing Hour: Rhythms and Algorithms” è la terza personale di Danilo Correale presso la Galleria Raucci Santamaria di Napoli. La mostra è costruita interamente attorno ad una serie di nuove opere che fanno riferimento alla ricerca dell’artista sullo spazio del sonno come campo politicamente rilevante, che prendono forma da svariati apparati scientifici, storici e produttivi che rivelano la complessità sociale dell’apparentemente banale atto di dormire. Correale costruisce una tesi secondo la quale da quando si è costituita l’equazione che lega la produttività all’estensione del tempo lavorativo a nuovi ambiti e contesti, il ritmo circadiano è diventato un algoritmo in continua evoluzione, diretto dal sogno capitalista di una produzione costante.

L’ora mancante del titolo allude all’intervallo di veglia che in epoca preindustriale separava i due momenti in cui il tempo del riposo delle classi lavoratrici era suddiviso e fa riferimento all’ora di sonno in meno che dormiamo rispetto al secolo scorso, prima dell’impatto capillare della rivoluzione industriale sulle nostre abitudini. Il tentativo di regolare i bioritmi in età moderna è stato facilitato da elementi quali la luce artificiale, l’introduzione dell’ora legale, o dalla diffusione di sostanze psicoattive di uso comune, come la caffeina, mentre oggi a questa lista si può aggiungere la colonizzazione delle ore del ristoro come un territorio da rendere produttivo. Il sogno, i desideri e le proiezioni che da sempre accompagnano il sonno, infatti, sono oggi costruzioni algoritmiche che regolano i feed dei social network o influenzano i nostri acquisti, aprendo a scenari nei quali non poterci separare mai dal nostro ruolo primario di consumatori.

Correale ha concepito l’intera mostra come un ambiente nel quale la vita politica del sonno possa essere colta nella sua condizione attuale, in lotta contro i tentativi scientifici ed economici di controllare opportunisticamente l’estensione e la contrazione del tempo lavorativo. L’artista suggerisce, attraverso lavori che presentano molteplici serie di oggetti alterate nella loro struttura, che l’atto stesso di dormire abbia un potenziale di resistenza a qualsiasi normalizzazione, poiché è probabilmente l’espressione più peculiare e diretta della nostra soggettività.

Tra le varie opere, l’installazione NoMoreSleepNoMore ha come punto di partenza il funzionamento della macchina del sonno ed il cosiddetto white noise (rumore bianco) che emette, un suono che, presumibilmente, facilita la distensione eliminando gli altri rumori presenti nella stanza, ricreando le condizioni ideali per addormentarsi. Una serie di immagini riproduce l’oggetto su vari livelli delle pareti, riportando talvolta alcune citazioni che derivano da un ciclo di conversazioni che Correale ha intrattenuto con esperti in materia: l’antropologo Matthew Wolf Meyer, il sociologo Simon Williams, lo storico Robert Ekrich e il medico David M. Rapoport. L’ampio spettro conoscitivo sollecitato da queste conversazioni sul tema in oggetto è intrecciato negli ottanta minuti di video con una progressione di fluidi colorati in movimento creati durante le notti di veglia forzata a cui l’artista si è sottoposto durante il periodo nel quale ha portato a termine le interviste. Le evoluzioni cromatiche possono anche essere lette come un’allegoria dell’alternarsi delle fasi del sonno, restituendo quindi l’intensa attività celebrale che ha luogo durante ciò che noi erroneamente consideriamo un tempo morto del nostro vivere.

Tra gli obiettivi di lungo termine della ricerca di Correale c’è quello di interpretare la colonizzazione economica del dato biologico non soltanto in senso strettamente post-fordista, cioè con l’estensione dei tempi e dei luoghi del lavoro al di fuori degli spazi tradizionalmente preposti, ma anche contemplando la creazione di nuovi ambiti che possano essere considerati produttori di valore. Con “The Missing Hour: Rhythms and Algorithms” l’artista invita a considerare il riposo come uno degli spazi nei quali è urgente reclamare una resistenza attiva al totalizzante immaginario tardo capitalista.

Danilo Correale (1982) vive e lavora tra Napoli e New York. Il suo lavoro è stato esposto in numerose biennali e mostre internazionali, tra le quali si ricordano: IV Moscow Biennial, Manifesta 8, Prague Biennale 5, Steirisher Herbst, Performa 13, Entrée, Bergen, PeepHole, Milano, oltre all mostre presso Raucci Santamaria, Napoli e Supportico Lopez, Berlino. È stato recentemente insignito con il Premio Fondazione Ermanno Casoli e con il Talent Prize 2013.

L’artista ringrazia per il loro contributo Matthew W. Meyer, professore di antropologia presso l’ University of California Santa Cruz, Roger Ekirch, scrittore e professore di storia al Virginia Tech, il Dott. David. M. Rapoport, direttore del Department of Sleep Disorders presso la New York University Clinic, e Simon Williams, professore di sociologia alla Warwick University nel Regno Unito.

La mostra è a cura di Matteo Lucchetti, il quale sta preparando una monografia sul lavoro dell'artista, prevista per l'inverno 2015 e pubblicata da Mousse publishing.