Da vicino 2016

Informazioni Evento

Luogo
A ARTE INVERNIZZI
Via Domenico Scarlatti 12, Milano, Italia
Date
Dal al

su appuntamento

Vernissage
14/12/2016

ore 18,30

Curatori
Francesca Pola
Generi
arte contemporanea, collettiva
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La mostra “Da vicino. ‘In ascolto dell’inudibile risuono dell’opera’” a cura di Francesca Pola, presenta esclusivamente opere di piccolo formato a creare una costellazione di linguaggi e visioni contemporanei.

Comunicato stampa

La galleria A arte Invernizzi inaugura mercoledì 14 dicembre 2016 alle ore 18.30 la mostra “Da vicino. ‘In ascolto dell’inudibile risuono dell’opera’” a cura di Francesca Pola, che presenta esclusivamente opere di piccolo formato a creare una costellazione di linguaggi e visioni contemporanei. L’esposizione propone una particolare modalità esperienziale dell’opera d’arte rispetto a quella riservata alle installazioni monumentali o alle opere di grande dimensione, vale a dire una immedesimazione che nasce dalla relazione diretta, quasi tattile, con la fisicità di questi lavori che, per via delle loro dimensioni, possono appunto essere osservati e compresi tramite una percezione ravvicinata.
Se l’idea di una mostra di opere di piccolo formato può annoverare illustri precedenti storici, che vanno dalla “Boîte-en-valise” di Marcel Duchamp, ai “Microsalon” parigini di Iris Clert, alle proposte itineranti di sculture da viaggio e arte moltiplicata di Bruno Munari e Daniel Spoerri, essa non pone tuttavia l’accento sugli aspetti “portatili” dell’opera di queste dimensioni, che la rendono spesso la materializzazione di un’idea che appunto si può spostare con facilità. Ad essere privilegiata nel caso di questa mostra è invece l’intimità della relazione che si viene a creare tra osservatore e singolo lavoro, nella necessità di soffermarsi con attenzione su ogni opera per comprenderne i meccanismi creativi, dando luogo a una sorta di immedesimazione per empatia tra osservatore e oggetto. Una componente non secondaria in questo processo di partecipazione è poi naturalmente quella del tempo di fruizione, che si dilata in misura inversamente proporzionale alla dimensione dell’opera stessa.
Le relazioni tra le opere in mostra rispondono a meccanismi di tipo spaziale e associativo, privilegiando quelle personalità creative caratterizzate da una riduzione significante che da sempre costituiscono l’asse portante dei programmi espositivi della galleria. Una proposta di avvicinamento non scontata, nella quale la sequenzialità non è sinonimo di serialità, così come iterazione non significa ripetizione.

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con un saggio introduttivo di Francesca Pola, la riproduzione delle opere in mostra e poesie di Carlo Invernizzi che partecipano della stessa empatia umana: a una sua frase, è anche ispirato il sottotitolo della mostra, che sottolinea appunto “l’inudibile risuono dell’opera”, percepibile solo in questo “avvicinamento di attenzione”.

Ufficio Stampa
Alessandra Valsecchi Cell. 340 3405184 [email protected]

The A arte Invernizzi gallery will open on Wednesday, 14 December 2016 at 6.30 p.m., the exhibition “Close Up. ‘Listening to the Inaudible Sound of the Work’”, curated by Francesca Pola. Consisting only of small-format works, it creates a dazzling array of contemporary styles and visions. The exhibition offers a very different approach to the experience of the work of art, which is far removed from that of monumental installations or large works. Here there is an identification with the artefact, based on a direct, almost tactile interaction with the physical nature of these works. Because of their size, they can indeed be observed and comprehended through close-up perception.
The idea of an exhibition of small-format works has plenty of historic precedents, ranging from Marcel Duchamp’s “Boîte-en-valise” to the Iris Clert’s Parisian “Microsalon”. And there were also exhibitions of travel sculptures and multiplied art by Bruno Munari and Daniel Spoerri. Even so, the focus here is not on the “portable” aspect of works of this size, though this often turns them into the materialisation of an idea that can be transported easily. In this exhibition, what takes pride of place is the intimacy of the relationship that forms between the viewer and the individual work. This is brought about by the need to stop and focus on each item in order to understand its creative mechanisms, giving rise to a sort of empathy between the beholder and the object. One aspect that is by no means secondary in this process of participation is of course the time spent on each work, which expands in inverse proportion to the size of the object itself.
The relationships between the works on display are based on spatial and associative mechanisms, favouring those creative personalities, characterised by their significant reduction, that have always underpinned the gallery’s exhibition programmes. The viewer is taken close up, in a way that is by no means predictable, in which sequence does not mean seriality, nor iteration repetition.

On the occasion of the exhibition a bilingual catalogue will be published, with an introductory essay by Francesca Pola, reproductions of the works on display, and poems by Carlo Invernizzi that draw on this human empathy. The subtitle of the exhibition also takes inspiration from a phrase of his, emphasising the “inaudible sound of the work”, which can only be perceived in this close-up approach of attention.