Carl Andre – I miei lavori non spiegano il mondo lo cambiano

  • MUSEION

Informazioni Evento

Luogo
MUSEION
Piazza Piero Siena 1 , Bolzano, Italia
Date
Dal al

martedì - domenica: 10.00 – 18.00, giovedì ore 10.00 – 22.00
Lunedì chiuso.

Vernissage
16/09/2011

ore 19

Contatti
Email: info@museion.it
Biglietti

intero 6,00 €, ridotto 3,50 €. Ingresso libero: giovedì dalle ore 17.00 - 22.00. Visite guidate gratuite ogni giovedì alle ore 19.00. Visite su prenotazione per minimo 6 persone t. 0471 223435 [email protected]. Ogni sabato e domenica dalle 14.00 alle 18.00 “dialoghi sull’arte”: i mediatori culturali sono a disposizione del pubblico per approfondire l’esposizione.

Patrocini

partner istituzionali Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige
Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano
MUSEION Partner

Artisti
Carl Andre
Curatori
Letizia Ragaglia, Roland Mönig
Generi
arte contemporanea, personale
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Padre fondatore della Minimal Art, leggenda vivente, con le sue opere radicali Carl Andre ha rivoluzionato il concetto di scultura e influito fortemente sullo sviluppo dell’arte del XX secolo. A pochi mesi dal conferimento del prestigioso premio della Roswitha Haftmann Stiftung, il Museion di Bolzano dedica a questo importante artista americano la prima celebrazione museale in assoluto per l’Italia.

Comunicato stampa

Al Museion di Bolzano prima antologica in Italia dell’artista Carl Andre.
Inaugurazione venerdì 16 settembre ore 19.00.

“I miei lavori non spiegano il mondo, lo cambiano”
Carl Andre

Padre fondatore della Minimal Art, leggenda vivente, con le sue opere radicali Carl Andre ha rivoluzionato il concetto di scultura e influito fortemente sullo sviluppo dell’arte del XX secolo. A pochi mesi dal conferimento del prestigioso premio della Roswitha Haftmann Stiftung, il Museion di Bolzano dedica a questo importante artista americano la prima celebrazione museale in assoluto per l’Italia.
Più di venti sculture, opere di medie e piccole dimensioni dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi provenienti da collezioni pubbliche e private verranno presentate al piano terra e al quarto piano di Museion. Tra le famose installazioni di grande formato anche Wirbelsäule (colonna vertebrale) opera realizzata nel 1984 a Basilea, raramente esposta, che verrà presentata nello spazio pubblico davanti al museo. Particolare attenzione verrà dedicata ai Poems, opere testuali poco conosciute, ma di importanza fondamentale per il pensiero e l’arte di Carl Andre. In mostra anche una selezione di libri d’artista, tra cui quello dedicato alla città natale di Andre, “Quincy Book”, 1973.
“Usare i materiali come tagli inferti allo spazio piuttosto che tagliare nello spazio i materiali” – la frase dell’artista riassume la svolta compiuta nel 1959, quando Andre smette di scolpire e rivoluziona così il concetto di scultura stessa. L’artista respinge l’idea di dover sgrossare e modellare, unire le singole componenti di un’opera incollando o saldando; le sue sculture sono forme semplici, ottenute dall'accostamento di unità geometriche elementari.
I materiali vengono utilizzati senza manipolazioni, hanno le dimensioni e qualità previste dall’industria o artigianato - acciaio, rame o alluminio, pietra arenaria calcarea, gasbeton o grafite. Un’immanente materialità caratterizza le sue opere, che non hanno alcun intento narrativo o allusivo, ma dichiarano semplicemente se stesse come oggetti, per un’arte come fatto fisico, che non pretende di essere altro.
“Dalla scultura come forma alla scultura come struttura per approdare alla scultura come luogo”: è entrata ormai nei manuali di storia dell’arte la descrizione che l’artista ha fornito sull’evoluzione del proprio lavoro. Le sculture di Carl Andre non sono un oggetto da contemplare, ma un luogo in cui stare, muoversi e fare esperienza, in una relazione di contatto fisico. È un’arte che non colpisce e può passare inosservata, pur intrattendendo una relazione fondamentale con l’ambiente in cui si trova. Al pianoterra di Museion il visitatore si trova inevitabilmente a camminare sulle 225 lastre in acciaio di 15x15 Napoli Square, 2010 e a girare intorno alle tre piramidi in legno di noce africana Glärnisch, Urn e Star, 2001. Al quarto piano percorre i 23 metri di lunghezza delle 46 unità di Roaring Forties, Madrid, 1988 o si muove tra le curve di 7 Part Sort, London, 1972.
In quanto luogo, i lavori a pavimento mettono irrimediabilmente in crisi il concetto di un unico punto di vista proprio della modernitá: la loro fruizione muta la percezione dello spazio in cui si trovano ed in cui si trova l’osservatore.

“Una mostra di Carl Andre nel 2011 vuole essere innanzi tutto un tentativo per rispondere con la sua opera alla sua stessa domanda: ‘che cosa è successo all’oggetto d’arte?’, ma anche una proposta per indicare il suo percorso artistico come una possibile e significativa via nell’era della comunicazione virtuale e di massa, come affermazione di un’arte che vuole cambiare il mondo, propugnando una relazione reale con esso”- così Letizia Ragaglia, direttrice di Museion.
Negli ultimi due anni Museion ha dedicato alla scultura e alle sue diverse declinazioni contemporanee diversi momenti espositivi – si pensi alle personali di artisti come Monica Bonvicini, Gabriel Kuri, Isa Genzken e VALIE EXPORT. Con l’esposizione di Carl Andre questo aspetto del programma acquisisce una dimensione storica.

Carl Andre (Quincy, Massachusetts, 1935) vive e lavora a New York. Dal 1951 al 1953 studia alla Phillips Academy di Andover, Massachusetts; dal 1958 al 1960 condivide lo studio con Frank Stella – artista che, come Constantin Brâncuşi, influenzerà la sua opera. Nel 1965 prima esposizione pubblica presso la Galleria Tibor de Nagy a New York nella mostra “Shape and Structure”; nel ’69 partecipa a ‘Live in your head: when attitude becomes form’, leggendaria collettiva curata da Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna; nel 1970 la personale “Primary Structures” presso il Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Numerose personali e collettive nei maggiori musei e gallerie in Europa e in America. Nel maggio 2011 Carl Andre è stato insignito del prestigioso premio della Roswitha Haftmann Stiftung di Zurigo per la sua “prestazione artistica innovativa”.