Artisti in residenza #2. Studio Shows

Informazioni Evento

Luogo
MACRO - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Via Nizza, 138, Roma, Italia
Date
Dal al

da martedì a domenica, ore 11.00-19.00 / sabato: ore 11.00-22.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Da martedì a domenica dalle ore 11.00 alle ore 21.00 apertura dei cancelli (via Nizza 138 e via Reggio Emilia 54) per accedere agli spazi liberi: foyer, Hall, ristorante, caffetteria, terrazza e spazio Area.

Vernissage
12/12/2012

ore 11.30 per la stampa

Contatti
Email: macro@comune.roma.it
Biglietti

Tariffa intera: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €. Tariffa ridotta: non residenti 10,50 €, residenti 9,50 €.

Artisti
Francesca Grilli, Giovanni Giaretta, Julieta Aranda, Hiwa K
Generi
arte contemporanea, collettiva
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La mostra finale del programma Artisti in residenza, in cui i quattro artisti Julieta Aranda, Giovanni Giaretta, Francesca Grilli e Hiwa K presenteranno i progetti realizzati tra agosto e dicembre 2012.

Comunicato stampa

Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta dal 13 dicembre 2012 al 27 gennaio 2013 STUDIO SHOWS, la mostra finale del programma Artisti in residenza, in cui i quattro artisti mostreranno per due mesi i progetti realizzati tra agosto e dicembre 2012.
Gli studi #1, #2, #3 e #4, situati al secondo piano del MACRO, e dove per quattro mesi hanno lavorato Julieta Aranda, Giovanni Giaretta, Francesca Grilli e Hiwa K, si aprono al pubblico, per condividere i passaggi fondamentali dei processi di creazione. Saranno esposti i progetti, le ricerche, le opere che, non necessariamente concluse ma ancora in forma aperta, mostrano le connessioni tra le poetiche degli artisti e il contesto della residenza: il Museo e la città di Roma.
Il programma Artisti in residenza è il primo in Italia ad essere promosso da un museo pubblico, che diventa così centro, non solo di diffusione, ma anche di produzione culturale.

Studio #1 | Giovanni Giaretta (Padova, 1983)
Note sul progetto:
Giovanni Giaretta ha intrapreso una ricerca sulla possibilità di individuare una specifica fenomenologia e poetica dello sport, traendo ispirazione dal documentario Le sport et les hommes (1961) di Hubert Aquin, le cui immagini sono accompagnate da un testo di Roland Barthes. Durante la sua permanenza al Museo l’artista ha lavorato prevalentemente con il video, realizzando una serie di opere tra cui Roundelay, un’indagine sulla velocità, il tempo e la forma, girato all’autodromo di Vallelunga, e quello realizzato in collaborazione con il campione europeo di tuffi Nicola Marconi – atleta della Marina Militare – che ci restituisce immagini e visioni rarefatte dell'allenamento per questa disciplina. Inoltre l’artista presenterà a gennaio 2013 nella sala cinema del MACRO un programma di video e documentari sullo sport.

Note biografiche:
Dopo il conseguimento nel 2009 della laurea presso la Facoltà di Arte e Design dello IUAV di Venezia, svolge due importanti residenze: nel 2011 alla Fondazione Bevilacqua la Masa a Venezia e nel 2010 al Centre International d’Accueil et d’Echange des Récollets del Dena Foundation for Contamporary Art di Parigi. Tra le mostre collettive si segnalano: nel 2011, Opera 2011. Lunar Park. Artists from the Atelier, Bevilacqua la Masa presso l’omonima fondazione di Venezia e Livret III presso la Galleria Motive di Amsterdam; inoltre nello stesso anno l’artista partecipa a Corso aperto presso la Fondazione Antonio Ratti di Como e a To see an object, to see the light al Palazzo Sandretto Re Rebaudengo in Guarene d’Alba. I suoi lavori video sono stati proiettati al Videoart Yearbook 2008 alla Galleria Civica di Trento, evento parallelo di Manifesta 7.
Studio #2 | Julieta Aranda (Mexico City, 1975)
Note sul progetto:
Julieta Aranda ha realizzato una serie di opere costruendo nel suo studio un percorso critico sulle logiche di produzione, sull’agire umano nella contemporaneità e sul controllo sociale, volendo mettere in discussione gli schemi dei sistemi di potere.
L’installazione principale prende spunto da un complesso architettonico progettato negli anni Sessanta dall’architetto Mario Pani e danneggiato nel terremoto di Città del Messico del 1985. L’opera, intitolata Tlatelolco, come il quartiere dove sorgeva l’edificio, ne riproduce la planimetria – su cui l’artista è intervenuta con una serie di elementi in ceramica – e vuole essere una riflessione su come l’architettura possa diventare uno strumento di imposizione e di potere.
In mostra anche altri lavori, tra cui l’installazione che riproduce una sedia progettata dalla designer cubana Clara Porset, impegnata nell’idea di realizzare mobili di qualità ma a prezzi accessibili. Anche in questo caso l’intervento della Aranda vuole mettere in discussione quella ideologia che spesso sottende alla progettazione di oggetti ed edifici alla portata di tutti.

Note biografiche:
Dopo il diploma in Filmaking alla School of Visuals Arts di New York, si laurea alla Columbia University School of the Arts. Tra le numerose mostre collettive si segnalano: Take me to your leader! The great escape into space, Museo d’Arte contemporanea, Oslo, 2010; Weltraum/Space: About a dream, Kunsthalle, Vienna, 2011; Searching for the Fountain, Moderna Museet, Stoccolma, 2012. Ha partecipato inoltre a importanti manifestazioni internazionali d’arte contemporanea quali la Biennale di Lione, 2007; la Biennale di Liverpool, 2010; la Biennale di Venezia, 2011; dOCUMENTA 13, 2012. Collabora da molti anni con l’artista russo-americano Anton Vidokle nel progetto Time/Bank che li ha portati, tra l’altro, a fondare nel 1999 e-flux, importante network internazionale per la diffusione di informazioni su mostre d’arte contemporanea, dibattiti e pubblicazioni.

Studio #3 | Hiwa K (Iraq 1975)
Note sul progetto:
Hiwa K ha proseguito a Roma la sua ricerca interdisciplinare attorno alla figura di Nazhad, un artigiano curdo che nella sua fonderia a Sulaimaniya nel sud dell’Iraq, ricicla i metalli recuperati da armi e residui bellici, per la produzione di nuovi oggetti di uso comune, quali tombini, tubi, grate, ecc.
Affascinato dal suo lavoro, l’artista ha rivisto nei cassettoni del Pantheon gli stampi in sabbia che usa Nazhad per le sue fusioni e ha voluto utilizzare la stessa tecnica per riprodurre a dimensione reale la cassaforma di un cassettone della cupola dell’antico edificio. Hiwa K si confronta così con uno degli emblemi della città e dell’architettura occidentale, suggestionato anche da un’altra analogia: la trasformazione dei metalli di Nazhad così come quella, voluta dai Barberini, dei bronzi del Pantheon per la realizzazione del Baldacchino del Bernini.
L’installazione al MACRO concepita su continui rimandi tra il suo paese e Roma, riesce a connettere idealmente due realtà distanti, sia culturalmente che geograficamente.

Note biografiche:
Hiwa K intraprende la sua formazione in Iraq prevalentemente come autodidatta frequentando artisti, intellettuali e musicisti. Si trasferisce in Germania all’età di 25 anni dove studia flamenco con il maestro Paco Pena e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Magonza e la Städelschule di Francoforte come guest student. Nel 2008 partecipa a Manifesta 7 curata da Raqs Media Collective. Nel 2012 partecipa a diverse mostre collettive, tra cui il Festival Alternativa in Polonia, La Triennale di Parigi e il Edgware Road Project alla Serpentine Gallery di Londra. Nello stesso anno realizza anche la sua mostra personale al MUSAC di Leon.

Studio #4 | Francesca Grilli (Bologna, 1978)
Note sul lavoro:
In linea con la propria ricerca sulla relazione tra lo strumento musicale e la sua funzione sociale, Francesca Grilli presenta un’installazione prodotta con il supporto dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi di Roma ( Ex Discoteca di Stato). Attraverso il ripristino del metodo d’incisione su cilindri di cera inventato da Edison nel 1878, tre antichi fonografi riproducono la voce dell’artista. Ad ogni ascolto su richiesta del pubblico, il supporto di cera si consumerà, modificando così la qualità del suono, fino a cancellare del tutto la traccia originale. Il progetto riflette sul concetto di censura musicale in Italia, dando la responsabilità al pubblico di poter attivare e sperimentare il meccanismo censorio.
Si ringrazia per il supporto alla produzione del lavoro l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi di Roma e Centrale Fies - Ambienti per la produzione di performing art.

Note biografiche:
Dopo aver studiato fotografia all’ISIA di Urbino, è stata invitata dal 2007 al 2008 alla Rijksakademie van beeldende kunsten di Amsterdam. Dal 2007 è parte del programma Fies Factory del progetto Centrale Fies. Tra le mostre personali di rilievo si segnala The Conversation al MAMBO di Bologna nel 2010, mentre, tra le mostre collettive: Manifesta 7 a Bolzano nel 2008; Sleepover alla Serpentine Gallery di Londra nel 2010 e, nel 2012, le recenti Contemporary locus - luoghi riscoperti dall'arte contemporanea all’ex Hotel Commercio di Bergamo e Corpus al Madre di Napoli. Numerose sono le partecipazioni ai Festival di performance: Drodesera Festival alla Centrale Fies di Trento; Mantica al Teatro Comandini di Cesena; DNA del Roma Europa Festival; UOVO Performing Art Festival a Milano e Santarcangelo dei Teatri di Rimini.

Roma, dicembre 2012