Anna la Touche Riciputo / Coletivo Barragem

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE - MUSEO CARANDENTE
Piazza Collicola, 1, 06049 , Spoleto, Italia
Date
Dal al

venerdi-sabato-domenica

Vernissage
28/04/2018

ore 17

Contatti
Email: ofarchspoleto@gmail.com
Artisti
Anna la Touche Riciputo, Coletivo Barragem
Generi
architettura, performance - happening, video
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La casa dell’Architettura di Spoleto negli spazi di Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto ospita la mostra “LE SUPERUTOPIE toyscapes” con le opere di Anna Riciputo e la video performance (H)EART((H)QUAKE del Coletivo Barragem composto da Nivaldo Godoy e Panais Bouki.

Comunicato stampa

Una mostra che presenta i collage digitali di Anna laTouche Riciputo e la video performance di Coletivo Barragem composto da Nivaldo Godoy e Panais Bouki.
Un’occasione per vedere architettura e arte pop che si mescolano alla ricerca di un personale linguaggio compositivo. Alle opere esposte di Anna laTouche Riciputo si unisce una video installazione dal titolo (H)eart(H)quake appositamente creata per l’occasione dal Coletivo Barragem che rielabora, con una valenza architettonica e artistica, le strutture di sostegno degli edifici terremotati di Spoleto generando da queste ultime un linguaggio compositivo autonomo capace di stratificare un’altra città.
La mostra riconosce n. 1credito formativo professionali per architetti.

COMUNICATO STAMPA

La casa dell’Architettura di Spoleto negli spazi di Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto ospita la mostra “LE SUPERUTOPIE toyscapes” con le opere di Anna Riciputo e la video performance (H)EART((H)QUAKE del Coletivo Barragem composto da Nivaldo Godoy e Panais Bouki.
Le Superutopie di Anna la Touche Riciputo sono sintesi di un modo di vedere lo spazio costruito e attraverso i Toyscapes, paesaggi giocattoli nel senso di gioco lecorbuseriano, prendono forma collage di paesaggi-frontiere dell’immaginario utopico composti da frammenti dell’architettura, dell’arte e dei costumi.
Questi mirabilianti scenari pop sono il frutto di una analisi precisa e formale: l’architetto accoglie la ricchezza del paesaggio urbano, seleziona le architetture icone della città che sono cardini della storia e talvolta le ricompone in una stratigrafia contemporanea.
La stratigrafia così assume un duplice significato sia quello di un ricollocamento dell’opera stessa all’interno del nuovo paesaggio sia una fusione diretta ed epocale dove parti di architetture contemporanee si fondono con frammenti di architetture storicizzate.
Pop è conoscere le regole e allo stesso tempo, apparentemente, prendersene gioco; elementi iconici di uso quotidiano fanno un salto di scala, si ingrandiscono fino a diventare funzione e si manifestano nella loro estasi goliardica. La pop-architettura è intesa letteralmente come popular dove l’armonia compositiva entra nel bagaglio immaginativo che già ognuno possiede e dove si riconosce.
All’interno di un unico layout visivo necessariamente e coerentemente tutto diventa icona, l’architettura supera se stessa e sotto forma di “oggetto” dialoga con “l’oggetto artistico” e viceversa; si è spettatori di una “relazione erotica/sensuale/passionale con la saggezza” espressa con simboli di bellezza assoluta capaci di generare un nuovo racconto.
Il racconto assume anche un’accezione utopica super, nel senso di sopra la visione limitativa delle eterne nuove frontiere dell’architettura, perché il collage di frammenti guarda a un nuovo approccio visivo e percettivo dell’architettura stessa e dell’arte ad essa collegata.

La video performance (H)EART((H)quake del Coletivo Barragem di Nivaldo Godoy e Panais Bouki, raccoglie l’eredità pop di Anna Riciputo e rimescola dentro sequenze video il loro punto di vista sulla città di Spoleto. Ricompongono i segnali storici della città mescolati ad icone del Festival dei Due Mondi facendo emergere le strutture provvisorie del dopo sisma. Questi impalcati si liberano della loro funzione strettamente strutturale animandosi in un linguaggio spaziale autonomo. Tralicci di acciaio si liberano nello spazio trasformando, un linguaggio “provvisorio”, in “architetture del vuoto”. Una visione “libera” dai problemi della ricostruzione tout court che affronta artisticamente e architettonicamente il tema della qualità estetica di un permanente mascherato da temporaneo.

La mostra si aprirà con la presentazione del catalogo pubblicato da ADD-art Edizioni che ha visto la collaborazione sinergica del coordinatore della Casa dell’Architettura, l’architetto Fabio Fabiani, il direttore di Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto, Gianluca Marziani, la curatrice di Addart Alessia Vergari, il giornalista Andrea Tomasini e l’illustrissima presenza dell’architetto Adolfo Natalini.

La Casa dell’Architettura è promossa da OFARCH Officina d’Architettura e Urban Center Spoleto, con il patrocinio del Comune di Spoleto, Ordine Architetti P.P.C. di Perugia, F.U.A. Fondazione Umbra per l'Architettura, Ordine degli Ingegneri di Perugia, INU Istituto Nazionale di Urbanistica Sezione Umbria e ha il sostegno di Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto.

Informazioni:
fb OFARCH Officina d’Architettura