Anish Kapoor

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MASSIMO MININI
Via Luigi Apollonio 68, Brescia, Italia
Date
Dal al

From Monday to Friday – 10.30am to 7.30pm
Saturday – 3.30pm to 7.30pm

Vernissage
20/01/2017

ore 18

Artisti
Anish Kapoor
Generi
arte contemporanea
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Quinta mostra di Anish Kapoor in Galleria Massimo Minini.

Comunicato stampa

I muri degli studi dei grandi scultori sono come le pareti delle grotte preistoriche, come le rocce incise del Tassili, di Monte
Bego, della Valcamonica, le grandi aree dove si concentrano i segni della Preistoria.
Lo scultore, a volte, è più disordinato del pittore: questi ha sovente bei tavoli, matite, fogli, cavalletti, tele, telai e colori.
Tutto deve essere ordinato, con poche eccezioni. Penso a Vedova che dipingeva con il corpo, entrando fisicamente nelle
tele con tutto se stesso.
Uno scultore ha probabilmente uno studio pieno di cemento, gesso, legni e chiodi, martelli e scalpelli, ha le mani sporche
di tutto: dalla colla al silicone... non può manipolare i fogli di carta!
Così, a volte, con un chiodo, una vite, una grossa matita da muratore, lo scultore graffia l'intonaco e dà corpo ad un’idea
che gli è balenata per l’opera successiva, mentre sta lavorando a quella presente.
I disegni dello scultore risultano veri, liberi, necessari; non sono graziose interpretazioni fatte a posteriori per vendere,
non sono foglietti ex post, come tanta arte di mercato. Sono momenti necessari ad una elaborazione formale che viene a
galla di getto, come gli appunti di Sigmund Freud fissati sul taccuino che se ne stava quieto nella notte ad attendere.
Certo, non tutti gli scultori disegnano sul muro, ma quelli grandi sì. Condizione necessaria, tuttavia non sufficiente: tutti i
bravi scultori disegnano sul muro, ma non tutti quelli che graffiano la parete lo sono.
Kapoor lo fa ogni giorno e il suo grande studio porta i segni del suo passaggio.
Che faccia questi graffi per sé, per ricordare o fissare un’idea, oppure che lasci una traccia ai suoi assistenti perché
venga poi sviluppata, questi semplici segni sono la parte più autentica del suo lavoro, sono il momento ove l'idea
zampilla, sono il tramite diretto tra il cervello, la mano, la realizzazione.
Poi interverranno gli artigiani, i fonditori, i formatori, gli scalpellini, che con il loro lavoro si avvicineranno all'idea che la
mano ha tracciato, comandata dalla visione e dall'intelligenza del Maestro.
I disegni murali non sono oggetti da vendere, sono liberi dalla gabbia del valore, del costo. L’artista può permettersi di
divertirsi, di stupire, di stupirsi, di provocare, di raffigurare l'impossibile, qualcosa che non sarà mai realizzato: un
desiderio, un sogno, un bisogno.
Il condizionamento del mercato verrà dopo, qui siamo ancora ad uno stadio preistorico, nel senso che la storia non è
ancora fissata, il prodotto-scultura non esiste ancora, siamo nella caverna platonica delle idee allo stato puro, e l'artista le
aiuta a formarsi.
Con i disegni sul muro ci troviamo nell'istante in cui nascono le idee, nel luogo ove si materializzano, nella situazione
fluida del possibile.
Lo scultore ci prova con vari tentativi empirici, con aggiustamenti, con la libertà di poter disegnare un'immagine sopra
l'altra, proprio come facevano sulle rocce i nostri lontanissimi antenati per i quali il segno esauriva la sua funzione, veniva
consumato, e finiva di esistere. Il prossimo disegno poteva essere fatto sopra il precedente, magari sfruttandone le
caratteristiche formali.
Kapoor gira nello studio per controllare, eseguire e correggere le opere, e lascia tracce del suo passaggio disegnando sui
muri le prossime sculture come fossero impronte digitali di un pensiero visionario.
Per la quinta mostra di ANISH KAPOOR da noi, pubblichiamo un libro con i disegni murali da lui schizzati sui muri dello
studio.
Ovviamente la mostra offre opere diverse, dai classici “specchi” ai dipinti e nuove sculture.
Vi aspettiamo venerdì 20 gennaio per l’inaugurazione.
Massimo Minini