AlbumArte VideoArtForum

Informazioni Evento

Luogo
ALBUMARTE
Via Flaminia 122, 00196, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
14/11/2017

ore 19

Generi
incontro - conferenza, video
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Due giornate di incontri e proiezioni, parte del progetto in fieri AlbumArte | VideoArtForum, ciclo di proiezioni di video d’artista con, a seguire, un dibattito.

Comunicato stampa

Chasing Boundaries Belfast (video, 32’, 2017)
Scritto e diretto da Zaelia Bishop ed Emanuele Napolitano

Prima italiana

A seguire: gli artisti in dialogo con Manuela Pacella e Paola Ugolini

martedì 14 novembre 2017 ore 19.00
AlbumArte - Via Flaminia 122, Roma | Ingresso libero

Parte deli ciclo di approfondimento AlbumArte | VideoArtForum

Video a cura di Manuela Pacella
Coordinamento Micol Di Veroli | Produzione AlbumArte e Bangalore Video

Dopo la preview all’interno di ArtVerona 2017 e la prima assoluta a Parigi (Galerie Délire en Formation) durante la settimana della FIAC, AlbumArte è lieta di presentare a Roma la prima italiana del video Chasing Bounderies Belfast di Zaelia Bishop ed Emanuele Napolitano. Dopo la proiezione, seguirà una conversazione tra gli artisti e le curatrici Manuela Pacella e Paola Ugolini.

Belfast è una città magica, in grado di svelare i suoi segreti solo a coloro che le si avvicinano con silenziosa curiosità, senza troppi preconcetti riguardo al suo lacerante passato, quello dei Troubles, per lo più conosciuto attraverso i mass media. Tra le sorprese maggiori vi è lo scoprire una scena artistica molto fervida in cui gli artisti e i diversi spazi espositivi si sostengono l’un l’altro creando un clima culturale altamente collaborativo.
Gli artisti selezionati per il terzo capitolo di Chasing Boundaries sono di diverso calibro e generazione. Con una sola eccezione nordirlandese, provengono da Scozia, Irlanda e Galles, a dimostrazione di come Belfast sia un incredibile catalizzatore grazie alla Ulster University, alla possibilità di avere uno studio all’interno di strutture come Flax Art Studios o Platform Arts e di esporre in spazi espositivi molto dinamici, prevalentemente no profit e co-diretti da gruppi di artisti.

Chasing Boundaries è una serie di documentari ideata da Zaelia Bishop ed Emanuele Napolitano, coordinata da Micol Di Veroli e prodotta da AlbumArte e Bangalore Video. Il progetto è stato sviluppato con l’intento di descrivere la condizione del fare arte all’interno di un’opera che si avvicina alla video arte e tende al superamento del tradizionale metodo narrativo e della struttura lineare ed autoconclusiva in favore di una piattaforma aperta ai nuovi modi di percepire concetti ed informazioni.
L’obiettivo del progetto è altresì quello di raccogliere differenti voci da terre lontane, testimonianze di artisti che quotidianamente si trovano a dover operare in condizioni difficili o impossibili, riuscendo a trasformare queste esperienze in produzione artistica. Ogni intervista pone lo spettatore nella condizione di osservare frammenti di momenti naturali posti in sequenza e produrre una propria esperienza personale: non si tratta di assistere ad un ritratto ideologico dei soggetti filmati ma semplicemente essere presenti ed osservare le cose mentre si svolgono.

Artisti intervistati nel video: Alastair MacLennan, Peter Richards, Justine McDonnell, Liam Crichton, Martin Boyle, Anne Marie Taggart.

Zaelia Bishop / Emanuele Napolitano | Il percorso di Zaelia Bishop ed Emanuele Napolitano è basato su osservazioni, incontri, interazioni e fusioni tra immagine e visione. I loro progetti esaminano in particolare le relazioni tra società ed identità e le connessioni tra immagini e comportamenti sociali. La documentazione ed esplorazione di una dimensione e la re-rappresentazione di spazi e immagini come anche la creazione di una nuova presenza per essi, formano il cuore della loro analisi. Nel 2015 con il cortometraggio They Left Us vengono selezionati all’interno del Short Film Corner – Festival del Cinema Di Cannes 2015. Nel 2016 danno avvio a Chasing Boundaries, un progetto di video documentari con l’intento di descrivere la condizione del fare arte attraverso un’opera che si avvicina alla video arte e tende al superamento del tradizionale metodo narrativo, della sua struttura lineare ed auto conclusiva, in favore di una piattaforma aperta ai nuovi modi di percepire concetti ed informazioni.
Il primo capitolo, girato in Israele, è stato selezionato all’interno del Short Film Corner – Festival del Cinema Di Cannes 2016 e presentato in anteprima ad AlbumArte nell’aprile 2016. Il secondo capitolo, ambientato a Vilnius, è stato presentato in anteprima ad AlbumArte nel gennaio 2016. Il terzo capitolo, girato a Belfast, è stato presentato in anteprima assoluta a Parigi, e poi a Roma. Tutti e tre i capitoli sono stati presentati all’interno della sezione i8 - spazi indipendenti di ArtVerona 2017.

Manuela Pacella | Nata a Roma nel 1977. Laureata con una tesi monografica su David Tremlett, ha proseguito poi gli studi presso la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Siena dove si è diplomata con una tesi in storia della fotografia. Ha lavorato sia presso istituzioni pubbliche come la Galleria Nazionale e l’Istituto nazionale per la grafica sia presso gallerie private. Sin dal 2007 porta avanti la passione verso l’arte contemporanea, svolgendo l’attività di curatrice indipendente in spazi privati e pubblici e di critica d’arte pubblicando testi su cataloghi di mostre e su riviste di settore. Allo stesso tempo sviluppa l’interesse verso la storia della fotografia delle origini, specializzandosi su argomenti quali il rapporto tra arte e fotografia e la fotografia di famiglia. In seguito alla mostra Patria Interiore presso la Golden Thread Gallery di Belfast nel 2012 inizia a coltivare un forte interesse verso la storia e l’arte dell’Irlanda del Nord grazie alla partecipazione nel 2013 al corso intensivo curatoriale dell’ICI tenutosi presso il CCA di Derry e alla residenza internazionale presso i Flax Art studios di Belfast. Come guest curator del MAC di Belfast ha realizzato la mostra Lost in Narration Lost in Narration. Riccardo Giacconi, Invernomuto e Luca Trevisani e coordinato il secondo Curatorial Directions focalizzato sull’importanza del testo e della narrazione all’interno del processo curatoriale con laboratori e seminari a Belfast e a Milano. Nel 2015 e 2016 è stata ricercatrice e coordinatrice editoriale di NERO (Roma) e attualmente lavora tra Italia, Austria e Irlanda del Nord.

Paola Ugolini | Vive e lavora a Roma. È critico d’arte e curatrice indipendente. Scrive regolarmente per Exibart e Il Giornale dell’Arte. Nel 1993 ha curato con Laura Cherubini la collettiva Macchine per la Pace nell’ex Padiglione Jugoslavo per la XLV Biennale di Venezia. Nel 2006 ha co-curato con Laura Cherubini e Andrea Bellini la personale di Gino de Dominicis al museo PS1 e al MoMA di New York. Dal 2007 è curatrice dei progetti artistici dell’Associazione Culturale CortoArteCircuito che produce cortometraggi sull’arte contemporanea; dal 2010 con CortoArteCircuito cura il progetto Crossing Cultures in gemellaggio con l’Asiatica Film Mediale di Roma, registi orientali che realizzano cortometraggi sugli artisti italiani (nel 2010 sono stati prodotti i profili di: Maurizio Mochetti, Luigi Ontani, Sandro Chia e Giuseppe Gallo; nel 2011 goldiechiari, Pietro Ruffo, Alfredo Pirri, Nunzio; nel 2012 Alessandro Piangiamore, Alessandro Sarra, Alberto di Fabio e Marco Tirelli). Dal 2011 cura il progetto di realizzazione del “dietro le quinte” delle esposizioni del Museo MAXXI di Roma (Michelangelo Pistoletto, Indian Highway, Fratelli Campana e Masbedo). Tra i progetti espositivi più recenti curati: Corpo a corpo | Body to Body, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, 2017; THE BODY AS LANGUAGE. BODY ART AND PERFORMANCE. WHAT IS LEFT, Richard Saltoun Gallery Londra, 2015; Alice Schivardi, Fondazione Pescheria, Pesaro, 2015; Fair Play. Arte, video e sport oltre i limiti e i confini, Museo MAXXI, Roma, 2014; In queste stanze… Malandrino, Gianni Politi, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, 2014; And What is left unsaid… Chittrovanu Mazumdar, Museo Macro, Roma, 2014. Dal 2015 fa parte del Comitato Scientifico di AlbumArte.

Elisa Strinna | THE MULTIPLE LANDSCAPE

Parte dei cicli di approfondimento AlbumArte | Residenze e AlbumArte | VideoArtForum

Mercoledì 15 novembre 2017 ore 19.00
AlbumArte – Via Flaminia 122, Roma

proiezione del video Ascar (video HD, 10’, 2017)
a seguire dibattito con l’artista e Junghun Kim (artista), a cura di Wonderlust #rome

AlbumArte presenta all’interno dei programmi continuativi AlbumArte | Residenze – ciclo di approfondimento sulle residenze d’artista – e AlbumArte | VideoArtForum – ciclo di proiezioni di video con dibattito – Ascar dell’artista Elisa Strinna (Padova, 1982), opera video realizzata durante un periodo di residenza presso il Seoul Art Space Geumcheon (aprile-giugno 2017).

Il lavoro di Elisa Strinna esplora i sistemi di relazione in senso ampio, indagando le modalità attraverso cui strutturiamo la nostra percezione del mondo e i diversi campi del sapere. Analizzando la natura dei conflitti tra entità considerate distanti, l’artista interroga il rapporto dell’uomo contemporaneo con il mondo.
Naturale ed artificiale, ideale ed esperienza, materiale e virtuale, istantaneità e tempo profondo, paesaggio tecnologico e paesaggio geologico, sono alcuni dei rapporti, degli aspetti e dei temi al centro della sua ricerca.
Il lavoro di Strinna può essere interpretato come una cartografia estesa dove l’artista esamina in profondità le informazioni intrinseche a molteplici documenti prodotti attraverso l’attività dell’uomo e della natura. Penetrando in profondità la sostanza di tali informazioni, nuove narrazioni prendono vita. Narrazioni in cui viene messa in discussione ogni visione limitata sia dei processi culturali che naturali, nel tentativo di attivare nuovi sistemi di relazione.

«Ascar è una realtà in cui materiale e virtuale si mescolano, per dare vita a un paesaggio in cui i confini tra finzione e verità si perdono. Il territorio di Seoul, il suo villaggio antico, i nuovi centri finanziari, le montagne che circondando la città, il confine tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, esistono in compresenza agli stessi territori riprodotti nei mondi virtuali dei videogames. La voce di una giovane donna ci accompagna attraverso questi luoghi, alternandosi a quella di uno scienziato il quale racconta l’origine dell’Universo e di alcuni dei minerali che compongono le tecnologie digitali. Ascar è un mondo i cui confini non si possono attraversare, una realtà dove la lotta per la realizzazione è costante e l’affermazione del sé avviene unicamente attraverso la sconfitta del proprio avversario. La contemplazione di questo universo magnifico e brutale, è il solo momento di pace in una costante lotta darwiniana per la sopravvivenza. Il film nasce dal desiderio di indagare l’interesse diffuso delle giovani generazioni per i mondi virtuali dei videogiochi e la relazione di questi mondi con quello concreto. Interviste a videogamer, esperti di Virtual Reality, e a referenti di un centro di disintossicazione da internet nei pressi di Seoul (Corea del Sud), assieme alle interviste realizzate ad alcuni ricercatori di mineralogia presso il Muséum National d’Histoire Naturelle de la Ville de Paris, sono il materiale da cui trae vita il cortometraggio». (Elisa Strinna)

La proiezione sarà seguita da un dibattito nel quale Francesco Buonerba e Nicoletta Guglielmucci (progetto Wonderlust #rome) dialogheranno insieme a Elisa Strinna e all’artista sud coreano Junghun Kim, focalizzandone affinità, riferimenti e sensibilità comuni per lo studio dei rapporti che intercorrono tra mondi materiali e virtuali.
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Elisa Strinna (Padova, 1982). La sua ricerca esplora il modo in cui strutturiamo la nostra percezione e i nostri campi del sapere, esaminando attentamente artefatti umani ed elementi naturali. Mentre l’artista studia tali informazioni, storie diverse prendono vita, narrazioni che rivelano intrinseci aspetti “culturali” della natura, sfidando ogni concezione che limita sia i processi culturali che naturali. Nelle sue opere più recenti Elisa Strinna indaga l'interdipendenza sempre crescente tra individui e tecnologie mediatiche e i risultati di questa relazione. Il rapporto tra paesaggio tecnologico e geologico, tra tempo istantaneo e tempo profondo, tra realtà materiali e virtuali, tra mondo naturale e artificiale, sono alcune delle tematiche centrali nella sua. Il lavoro dell’artista è stato esposto al Mart di Rovereto (2015) e alla Serra dei Giardini della Biennale a Venezia (Italia, 2015), al MAXXI di Roma (Italia, 2014) all’ Espai d’art contemporani de Castelló per premio 5x5 2013 (Spagna, 2013), alla biennale di Taipei 2012 (Taiwan, 2012), al Museo Macro di Roma (Italia, 2011), in Via Farini a Milano (Italia, 2009), alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Guarene (Italia, 2009). Tra le residenze per cui l’artista è stata selezionata vi sono il Seoul Art Space Geumcheon (Corea del Sud, 2017), il Premio Shanghai all’ East Normal University di Shanghai (Cina, 2014), il premio 6ARTISTA alla Fondazione Pastificio Cerere e alla Cité International des Arts a Parigi (Italia e Francia, 2010/2011), gli atelier alla Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia (Italia 2008/2009). Nel 2016-2017 Strinna ha seguito un post-diploma Documents and Contemporary Art all’EESI di Potiers e Angouleme (Francia). Tra i vari corsi di formazione nel 2016 partecipa al Saas Fee Summer Insitute of Art di Berlino (Germania), nel 2015 a SOMA Summer a città del Messico, e nel 2010 al XVI corso Avanzato in Arti Visive alla Fondazione Ratti di Como con Hans Haacke come visiting professor, mentre nello stesso anno consegue la laurea specialistica in Arti Visive allo IUAV di Venezia.

Junghun Kim (Corea del Sud, 1991). Il suo lavoro indaga gli effetti dello sviluppo economico e tecnologico sui sistemi percettivi e sulla relazione degli esseri umani con il mondo. Relazionandosi al mondo naturale o a contesti che soffrono situazioni di crisi e trasformazione, le sue opere sono concepite come sistemi attraverso cui attivare una riflessione critica nei confronti della realtà in cui viviamo. Nel 2017 Kim è stato selezionato per il workshop di Carsten Höller alla Fondazione Botín di Santander (Spagna). Lo stesso anno ha segue un corso di formazione alla Rat School of International Art (Seoul, Corea del Sud). Kim ha conseguito il BFA nel 2015 a Seoul, Korea del Sud. Tra le mostre Kim ha esposto a Villa Iris, Santander, Spagna (2017), all’Artspace Artspace Boan 1942, (Seoul, Corea del Sud, 2017), allo spazio no profit 800/40 (Seoul, Corea del Sud, 2015), alla TN Gallery (Beijing, China, 2013).

Wonderlust #rome (Francesco Buonerba, Nicoletta Guglielmucci) è un progetto che mira a consolidare una rete localizzata che evidenzi il ruolo vitale dei programmi di residenza d'artista nella scena dell'arte contemporanea romana - e italiana -, facilitando lo sviluppo e la mobilità degli artisti e valorizzando il potenziale dello scambio culturale tra operatori italiani e stranieri. Wonderlust #rome si pone inoltre come ponte tra gli isitituti e le accademie, lo storico della loro attività e il contesto sociale e culturale in continua evoluzione della città di Roma, creando nuove opportunità ed esplorandone nuove possibili direzioni. Obiettivo principale del progetto è creare una rete partecipata di collaborazione, attivando e facilitando il dialogo tra enti, istituti e artisti attraverso incontri, sia laboratoriali che informali, giornate di approfondimento, mostre, visite guidate e open call. Tra le ultime collaborazioni attivate si segnalano: Interdisciplinarità in situ. Landscapes and Mindscapes, viaggi di ricerca a Napoli e Lecce nell’ambito di programmi di residenza dell'Istituto Svizzero di Roma (2016 - 2017); Roma | 3 Variazioni (2017) video e talk nell’ambito di AlbumArte | Residenze e AlbumArte | Video Forum;

Industrial Therapy open call promossa con Kolor bnb e LOFT, Lecce; Open Studio 2016 per Real Academia de España en Roma.