Adalberto Abbate / Mario Consiglio – Manifesto

Informazioni Evento

Luogo
GAM PALERMO - GALLERIA D'ARTE MODERNA
via Sant'Anna 21, 90133 , Palermo, Italia
Date
Dal al

Da martedì a domenica 9.30 - 18.30. La biglietteria chiude un'ora prima.

Lunedì chiuso, anche se giorno festivo

Vernissage
16/04/2016

ore 18

Biglietti

Intero 7,00 euro Ridotto 5,00 euro riservato ai gruppi (minimo 15 persone), ai visitatori tra i 19 e i 25 anni, ai maggiori di 65 anni, ai titolari di apposite convenzioni (vedi elenco), agli studenti universitari in corso (esibire libretto). Gratuito per tutti la prima domenica del mese solo per la collezione permanente; negli altri giorni: visitatori fino ai 18 anni, scolaresche, insegnanti, visitatori diversamente abili con accompagnatore, studenti dell’Accademia Belle Arti di Palermo, giornalisti (iscritti all’Albo o accreditati), soci ICOM, guide turistiche, agenti di viaggi e tour operator. Il sistema di biglietteria è elettronico. E' previsto anche un BIGLIETTO UNICO CUMULATIVO per GAM + Palazzo Branciforte + Museo Internazionele delle Marionette:

Artisti
Mario Consiglio, Adalberto Abbate
Generi
arte contemporanea
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Alla Gam s’inaugura “MANIFESTO”, percorso espositivo di Adalberto Abbate e Mario Consiglio, realizzato in collaborazione con Ars Mediterranea all’interno del progetto “Sicilia Contemporanea”: un’indagine sui linguaggi della contemporaneità in un museo dalla collezione storicizzata.

Comunicato stampa

Alla Gam s’inaugura “MANIFESTO”, percorso espositivo di Adalberto Abbate e Mario Consiglio, realizzato in collaborazione con Ars Mediterranea all’interno del progetto “Sicilia Contemporanea”: un’indagine sui linguaggi della contemporaneità in un museo dalla collezione storicizzata.

Sabato 16 aprile 2016 alle ore 18:00 alla GAM / Galleria d’Arte Moderna di Palermo s’inaugura la mostra “Manifesto”, di Adalberto Abbate e Mario Consiglio.
Il percorso espositivo dei due artisti, presentato per la prima volta in Sicilia, fa parte del più ampio progetto “Sicilia Contemporanea”, ideato dalla Gam di Palermo e da Ars Mediterranea al fine di offrire uno sguardo sui linguaggi della contemporaneità, all’interno di un museo con una collezione storicizzata e tradizionalmente estraneo alla sperimentazione.
La mostra, già esposta al Centro per l’Arte Contemporanea di Palazzo Lucarini (Trevi, luglio 2015) e al Grimmuseum (Berlino, febbraio 2016) è un originale dialogo tra Adalberto Abbate e Mario Consiglio; un caleidoscopico comporsi di affiche, tabelloni e aforismi metropolitani, conglobati e sovrapposti a frammenti sparsi di memorie: immagini “note”, “evidenti”, apparentemente lapalissiane, segno residuo di un bombardamento visuale martellante e convulso.
Le istantanee di vissuto, i ricordi intimi e quotidiani, qui sconfinano e si sovrappongono a un immaginario collettivo sovrabbondante e impersonale; brandelli di cronaca, propaganda politica o semplice campagna pubblicitaria, destrutturati e ricomposti in una gabbia memoriale in continuo movimento e trasformazione.
Attraverso un processo di demolizione estetica, le immagini assemblate mostrano il fluire incessante dell’informazione, rivelano un indispensabile valore testimoniante inesorabilmente influenzato da contaminazioni mediatiche.
I due artisti presentano una lucida disamina del tema della potenza icastica dell’immagine esibendo i volti e le icone della contemporaneità.
Spaziando dalla cronistoria internazionale alle interferenze locali, ci conducono in un non-luogo personale albergato da ricordi di momenti familiari che non torneranno più. Sono immagini non ancora digerite, non manipolate, rapite e riconsegnate senza un ordine di narrazione. Il motore è la curiosità estetica. La forza trainate è la potenza magnetica delle immagini, appunti visivi di un progetto fatto di memoria e sensazioni, senza costrizioni formali o gerarchie di valore.
La chiave di lettura è il non valore, lo scarto, l’eccedenza, la merce di scambio e tutto ciò che carica la mente di tensioni, energie e sinergie. La vita è presentata nella sua struttura reale e fragile, senza alterazioni, come testimonianza semplice e a volte difficile da assimilare.

“Manifesto” è ciò che dentro di noi e attorno a noi; un complesso di input che si innesta nella mente attraverso i movimenti rapidi dei nostri occhi; è ciò che si fissa nella memoria e muta i nostri comportamenti, le nostre reazioni e ciò che siamo e che saremo. È un contenitore memoriale proteiforme destinato a venir fuori per descriverci e rappresentarci.
Nel suo valore aggettivale, dunque, “Manifesto” enuclea il senso più profondo dell’esposizione, una riflessione sul presente condotta attraverso un accumulo sfrenato di annotazioni oculari, proposte in apparente disordine ma demiurgicamente ricomposte nell’intento di mostrare come immagini apparentemente innocue, siano in realtà attive nel contesto politico e sociale e quindi fondamentali per una più congrua indagine sulla contemporaneità.