De Chirico il londinese

Una ricerca d’archivio, con carte e documenti di prima mano. Per ricostruire la vicenda di Giorgio de Chirico nel Regno Unito, grazie all’archivio della sua galleria londinese. Un lavoro durato dieci anni per la critica romana Flavia Matitti.

Lettura consigliata per questo scorcio di fine estate, “Londra d’estate è quanto mai metafisica”. Giorgio de Chirico e la galleria Alex. Reid & Lefevre (1937-39), scritto in collaborazione con Gerd Roos, il libro conferma l’attitudine alla ricerca rigorosa, il piglio acuto e tutta l’acribia di Flavia Matitti, critica romana con alle spalle una lunghissima collaborazione con Maurizio Fagiolo dell’Arco e altre pubblicazioni di carattere storico-filologico.
Il testo ha richiesto quasi una decina d’anni di gestazione all’autrice, che ha condotto una prima consultazione dell’archivio della galleria londinese già nel 2001, ma che ha potuto concludere ed approfondire il lavoro solo nel biennio 2009-2010, quando per cessata attività la galleria fece confluire il proprio patrimonio documentario nelle proprietà della Tate Britain.

Lettera di Giorgio de Chirico, 21 agosto 1939

Lettera di Giorgio de Chirico, 21 agosto 1939

Attraverso gli scambi epistolari fra de Chirico e il suo gallerista britannico, finora inediti e ritrovati di prima mano, si ricostruiscono le strategie promozionali e di mercato elaborate dall’artista, manager di se stesso che in quel giro d’anni rientrava in Europa dalla permanenza negli Usa. Si seguono gli spostamenti fra le varie capitali, per lo più Londra e Parigi, e affiorano particolari curiosi sugli accordi economici, l’organizzazione delle spedizioni con annesse pratiche doganali e persino note sugli imballi o i restauri di opere lievemente danneggiate. Di notevole importanza, infine, l’acquisizione di un primo sistema di inventario che de Chirico andava approntando per mettere ordine e identificare con certezza le proprie opere, marcate in retro con numero di codice e descritte in base a dimensioni, anno e tecnica utilizzata.

Giorgio de Chirico, Autoritratto nello studio di Parigi, 1934 - Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna

Giorgio de Chirico, Autoritratto nello studio di Parigi, 1934 – Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna

Nei Paesi anglosassoni il pittore italico non sfondò, e in quel lontano luglio 1938 su 31 quadri ne furono venduti solo 5. Il deteriorarsi dei rapporti con il governo Mussolini e l’approssimarsi dei venti di guerra rendevano tutto più complicato. Buoni ancora, e suggestivi, per le scenografie teatrali dei Ballets Russes, capitelli e colonne, pini marittimi e azzurri usciti dalla Grecia sembravano testimonianza di epoche lontanissime. Non che l’artista fosse fascista. Ma erano passati trent’anni dalla primissima ispirazione Metafisica all’Ospedale ferrarese e, a quanti si ostinavano a richiedere quella, il pittore continuava a proporre le opere più recenti, tutta quella sfilza di cavalli bianchi riuniti in branco, a coppie, con cavaliere o in riposo, ove il suo stile una volta teso e cristallino si sfilacciava in pennellate grasse e mosse, animate da un alito di vento barocco e di tutt’altro motivo, invecchiato, stanco, forse solo più maturo.
Una raccolta di recensioni apparse sulla stampa inglese correda il pregevole volumetto. E le penne correvano, non senza una battuta di rimpianto per le passate avanguardie.

Francesca Alix Nicoli

Flavia Matitti & Gerd Roos – “Londra d’estate è quanto mai metafisica”. Giorgio de Chirico e la galleria Alex. Reid & Lefevre (1937-1939)
Scalpendi, Milano 2012
Pagg. 96, € 20
ISBN 9788889546437
http://www.scalpendieditore.eu/

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Francesca Alix Nicoli

Francesca Alix Nicoli

Dopo gli studi classici Francesca Alix Nicoli si laurea in Storia della Filosofia e, di seguito, in Storia e Metodologia della Critica d’Arte. Le sue prime pubblicazioni vertono sul pensiero filosofico di David Hume nella produzione storiografica più recente, ed…

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