Fantagraphic. Plurale femminile. Alice Milani racconta Marie Curie

“Marie Curie” è l'ultima fatica di Alice Milani, una riuscitissima biografia in cui la fumettista pisana illustra la vita della celebre scienziata polacca. Nonostante gli impegni per il Lucca Comics and Games ‒ dove l'artista sarà presente in questi giorni, allo stand BeccoGiallo , abbiamo incontrato Alice per farci raccontare il libro e il suo rapporto con Curie.

Un fumetto su Marie Curie, nel quale racconti vicende private e professionali della scienziata polacca. Quando hai deciso di cominciare questa impresa?
La proposta è stata dell’editore e risale all’inizio del 2016. La decisione l’ho presa abbastanza in fretta, ma non me ne sono per niente pentita. Dopo però mi sono presa il tempo di leggere, studiare, documentarmi a fondo. Sapevo che non sarebbe stato un personaggio banale da raccontare, quindi mi sono presa il tempo che ci voleva. Non volevo raccontare le solite cose, le prime quattro nozioni che si sentono dire quando si parla di Marie Curie, volevo andare più a fondo.

Marie Curie, o meglio Marie Skłodowska Curie, non è però la prima donna polacca con cui ti sei confrontata nei tuoi fumetti…
Ho cominciato con un’altra donna polacca, gran personaggio, la poetessa Wisława Szymborska, sempre su proposta dell’editore. Lei e Marie Curie, però, sono due personaggi radicalmente diversi nel carattere, nello spirito. Ho dovuto fare due lavori molto differenti per rendere giustizia a ciascuna.

Cosa rappresentano per te, al di là del valore storico e culturale, queste due donne?
Ciascuna a modo suo rappresenta la determinazione e la costanza. In campi diversi si sono distinte per la mole di lavoro, costruita passo dopo passo nell’arco di una vita, senza mai smettere. Questo per me è l’aspetto più affascinante, la capacità di andare avanti nonostante le difficoltà.

Alice Milani, Marie Curie (BeccoGiallo, 2017)

Alice Milani, Marie Curie (BeccoGiallo, 2017)

Torniamo al libro. Quanto lunga e impegnativa è stata la fase di documentazione, e come hai selezionato gli eventi a cui dedicare attenzione?
La documentazione è stata una grossa parte del lavoro. Intanto, essendo Marie Curie così famosa, esistono moltissimi libri su di lei, quindi bisognava distinguere tra quelli che raccontano effettivamente qualcosa di interessante e documentato su di lei e quelli che sono solo raccolte di opinioni. Poi, una volta macinato tutto il materiale sulla sua vita, scientifica e privata, bisognava trovare il modo di mostrare gli avvenimenti agli occhi del lettore, rendendolo partecipe. Ho cercato di non essere didascalica, non ho voluto farmi prendere dalla voglia di rendere edotto il lettore. Io suppongo che il lettore voglia prima di tutto immergersi in una storia, farsi prendere dai personaggi a livello emotivo. Nessuno legge un fumetto per apprendere delle nozioni. Eppure alcuni aspetti fondamentali della sua ricerca erano cruciali perché si capisse la storia, quindi ho fatto un grosso sforzo per renderli comprensibili.

Quanto tempo ci hai messo prima di “sentire” il personaggio?
In effetti ci è voluto un certo tempo. Il personaggio di Pierre Curie, in particolare, ha avuto una fisionomia confusa e incerta fino a che non sono arrivata a pagina 100. Lì, a un certo punto, ho capito esattamente come doveva essere la sua espressione, così ho dovuto ridisegnare tutte le vignette in cui compariva Pierre nella prima metà del libro. Ma del resto queste cose succedono sempre facendo fumetti.

Data l’attenzione e precisione che hai dedicato all’illustrazione dei vari procedimenti scientifici, devo dedurre che o a scuola eri una cima in chimica, o qualcuno ti ha accompagnato in questo processo…
La parte scientifica della vita di Marie Curie è stato l’aspetto più difficile del lavoro. Tutti sanno più o meno che ha scoperto il radio, ma chi sa spiegare come lo isolò? Io volevo che si capisse il procedimento vero, non volevo solo menzionare qua e là delle nozioni di fisica o di chimica. In questo mi hanno assistita i miei genitori, che ho assoldato come referenti scientifici. Mio padre è un matematico e mia madre è una fisica. Mi hanno aiutata a capire le basi della fisica nucleare, in particolare il processo di decadimento delle sostanze radioattive. Nello specifico mia madre mi ha aiutata a decifrare la tesi di dottorato di Marie Curie, in cui si descrive la messa a punto degli strumenti che usò per la misura della radioattività di varie sostanze. Questo aiuto è stato fondamentale per l’accuratezza scientifica del fumetto.

Alice Milani

Alice Milani

Al di là della scrupolosità dedicata all’aspetto scientifico, nel libro racconti con affetto e affinità diversi aspetti della vita sentimentale della protagonista. Cosa è stato più appassionante, lavorare sulle vicende private o professionali?
Volevo che la storia fosse godibile anche per qualcuno a cui non interessasse particolarmente l’aspetto scientifico. Ho lavorato sul lato umano dei due scienziati, che era in effetti molto appassionante. Spesso nei fumetti su personaggi scientifici si tende ad andare verso la divulgazione, a fare una specie di lezione mascherata da biografia. Io ho voluto dare più peso all’aspetto privato, che è quello che fa sì che un lettore si possa immedesimare. Dunque, nonostante la parte scientifica sia avvincente in un altro modo ‒ perché le loro scoperte hanno veramente contribuito a cambiare il corso della Storia ‒, l’aspetto veramente portante del mio fumetto è quello privato. Alla fine è una storia d’amore.

Ti piace mischiare tecniche, mi sembra una costante nei tuoi lavori. Quali sono quelle che hai utilizzato nel libro?
Ho lavorato come al solito a tempera, acquerello, matita per la maggior parte del libro. Non lavoro come da tradizione, dando prima la china poi il colore. Lavoro direttamente col colore come se dipingessi. In alcune scene, però, ho usato il monotipo: ho steso dell’inchiostro calcografico su una lastra di plastica liscia, poi ho versato dell’acquaragia, che ha sciolto l’inchiostro a chiazze. Poi ho stampato su carta con un torchio, a pressione. In questo modo ho ottenuto delle immagini in cui qualcosa di liquido e chiaro scioglieva qualcosa di scuro e grumoso, che potevano far pensare a processi chimici. Ho usato questa tecnica per la scena in cui Marie discute la sua tesi di dottorato e parla del suo lavoro di decomposizione della pechblenda (un minerale che contiene anche radio) per arrivare ai sali di radio puri.

Cosa ti rimane dentro di questo personaggio?
La sua aria austera, sempre vestita di scuro e raramente spensierata, che però nascondeva un gran cuore. Basta leggere le lettere che scriveva a Pierre o il diario che tenne subito dopo la sua morte per capire quanto fosse passionale, a dispetto delle apparenze. Questo mi è rimasto impresso.

Cosa vorresti rimanesse dentro a una giovane lettrice?
Non saprei di preciso, ma vorrei che rimanesse un’impressione generale del carattere del personaggio e della sua vitalità, che poi è quello che a me rimane dopo aver letto ogni libro o fumetto, che parli di un personaggio reale o immaginario.

Alex Urso

Alice Milani – Marie Curie
BeccoGiallo, Padova 2017
Pagg. 216, colori, € 22
ISBN 9788899016821
http://main.beccogiallo.net/

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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