Numeri e silenzio. Il disegno nero di Thomas Ott

L’artista svizzero Thomas Ott, mago del disegno graffiato in bianco su superfici nere, torna a inquietare il suo affezionato pubblico con un “silent book” di grande suggestione. Una specie di film muto a figure immobili. Nero (noir) come la notte più buia.

IL RISVEGLIO DEL SILENT BOOK
In un momento in cui si assiste a un generale risveglio di interesse, da parte degli editori come da parte del pubblico, nei confronti del silent book, inteso finalmente non quale prodotto rivolgibile solo ai bambini, si reimpongono quanto mai esemplari le opere di Thomas Ott, riconosciuto acrobata del genere. E magistrale appunto si rivela questo The Number 73304-23-4153-6-96-8 (ma non spaventiamoci: se al libraio chiediamo semplicemente The Number, ce lo trova lo stesso), opera risalente al 2008 e finalmente tradotta (ops! errore: in questo caso non è il caso!) in Italia da Logos. Difatti perfettamente muto, dall’inizio alla fine, nella migliore tradizione dell’opera di Ott, è anche questo percorso di immagini scavate nel nero.

TUTTI I TONI DEL NERO
L’artista svizzero – nato a Zurigo nel 1966 – a partire dal suo esordio editoriale nel 1989 si è caratterizzato per uno stile di disegno ormai inusuale, di tradizionale derivazione incisoria, che graffia superfici nere producendo segni bianchi sul fondo della pagina; in questo modo le immagini, costruite con un attento reticolo di tratteggi di partenza “in negativo”, prendono forma “in positivo” mantenendo infine una percentuale di neri di molto superiore al normale: in perfetta armonia con le atmosfere e il gusto delle storie narrate, caratterizzate da toni cupi e inquietanti anche nei significati. Ma che soddisfazione leggerle (anzi, scorrerle con lo sguardo)!

Thomas Ott  – The Number 73304-23-4153-6-96-8 - Logos

Thomas Ott – The Number 73304-23-4153-6-96-8 – Logos

UNA NARRAZIONE SVIZZERA
Ott è un vero maestro della narrazione visiva. La sua regia, controllatissima, alterna con sapiente efficacia tavole a più riquadri, dai contorni sempre regolari, con altre a grande riquadro unico, di conseguenza accelerando e rallentando il ritmo di lettura, che si adatta inoltre all’esigenza di riconoscere i vari elementi delle scene, descritti con svizzera precisione in tutti i particolari. Il lettore è così guidato per mano (per occhio) nello svolgersi fluido del racconto proiettato come in una sala cinematografica – che i nostri sensi soggiogati percepiscono odorosa di chiuso, polvere, fumo stantio, vecchi legni lucidati dall’usura – in mezzo a pagine buissime come la notte più fonda.

MOEBIUS DOCET
Un’esperienza sempre speciale e coinvolgente, aristocraticamente ossessiva e démodé: anche in questo caso specifico, in cui una strisciolina di carta che riporta una enigmatica sequenza di numeri diventa una chiave per inseguire e inverare in modi sorprendenti più di un destino individuale. Un racconto circolare che nasconde al suo interno anche un paio di omaggi al maestro di Ott (e di molti) Jean Giraud/Moebius, non a caso adepto e profeta del nastro “impossibile” che si insegue e si ripercorre all’infinito.

Ferruccio Giromini

Thomas Ott – The Number 73304-23-4153-6-96-8
Logos Edizioni, Modena 2016
Pagg. 144, € 20
ISBN 9788857607979
http://www.libri.it/logosedizioni

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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