Inés e la violenza domestica

Lei dovrebbe lasciarlo. Ma per andare dove? A fare cosa? E la bambina? Potrebbe crescere senza il padre? E uno così, si può chiamare padre? Un racconto crudo della violenza domestica, senza moralismo. Nel racconto a fumetti di Loïc Dauvillier e Jérôme d’Aviau si mette a nudo la verità. E l'indifferenza.

È difficile dire dove cominci, quando si inneschi, la violenza domestica, il gorgo in cui annaspano molte coppie, stritolate dal meccanismo perverso di dipendenza reciproca e reciproco disgusto, che però non riesce a trovare l’unica uscita possibile: lasciarsi.
Inès
di Loïc Dauvillier e Jérôme d’Aviau – nel suo bianco e nero carico di ombre – non tenta spiegazioni né analisi, racconta solo in modo fedele quel che accade in casa di due ragazzi come tanti, con una bambina. Lui ogni sera torna dal lavoro, è facilmente irritabile e, semplicemente, picchia la compagna. Non si capisce cosa abbia in mente, quali peccati debba scontare lei, di quali imperdonabili errori si sia macchiata.

Lui è perverso. Invita a casa colleghi all’improvviso e insiste perché rimangano per cena, quando sa benissimo che in frigo non c’è nulla. Più tardi se la prenderà con lei. Lei non si decide a lasciarlo. Per paura dell’indipendenza, per paura di dover tornare, per paura di non saper dove andare con la bambina. La paura domina tutta la sua esistenza.
I vicini sentono piangere la bambina, vorrebbero intervenire, ma non sanno cosa fare. Questo è a grandi linee il racconto di questo fumetto e anche lo scenario tipico di questo genere di storie, nella realtà.  E proprio come nella realtà, una notte in cui lui se la prende con la bambina e la mamma interviene, accade il peggio.

Davide Calì

Loïc Dauvillier e Jérôme d’Aviau – Inès
ReNoir Comics, Milano 2011
Pagg. 108 b/n, € 12
ISBN 9788865670057
www.renoircomics.it


Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati