La Limpidezza Del Suono

Informazioni Evento

Luogo
MAO - MUSEO D'ARTE ORIENTALE
Via San Domenico 9/11, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
25/09/2016

ore 11

Generi
documentaria
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Strumenti musicali tradizionali dal Vietnam

Comunicato stampa

MAO Museo d’Arte Orientale in collaborazione con il Centro Studi Vietnamiti e sotto gli auspici dell’Ambasciata della Repubblica Socialista del Vietnam in Roma e del Consolato in Torino.
LA LIMPIDEZZA DEL SUONO. Strumenti musicali dal Vietnam
dalla Collezione della Biblioteca Enrica Collotti Pischel, Centro di Studi Vietnamiti
25 settembre – 23 ottobre 2016

La millenaria unità nazionale del Vietnam e la sua straordinaria ricchezza culturale trovano espressione nel panorama musicale di questo Paese che, nel corso del tempo, ha saputo assimilare e sintetizzare apporti delle culture straniere e contributi provenienti dai cinquantatré popoli che, accanto alla maggioranza Kinh – i vietnamiti propriamente detti – vivono sul suo territorio.
In Vietnam esistono oltre duecento tipi di strumenti, a testimonianza della straordinaria ricchezza del repertorio e del patrimonio musicale delle differenti popolazioni insediate sul territorio vietnamita. Molti dei musicisti dediti alla pratica esecutiva si dedicano con passione e creatività all’invenzione e alla costruzione di nuovi o rinnovati strumenti. Gran parte degli strumenti tradizionali sono attualmente utilizzati in Vietnam da tutti coloro che praticano l’attività musicale; prova ne è l’insegnamento, in tutte le scuole di musica, del patrimonio tradizionale e il grande utilizzo a livello concertistico.
Che la musica vietnamita riveli sorprendenti affinità con la musica cinese e di altri vicini paesi asiatici, in particolare India, Corea e Giappone, è un dato ormai acquisito. Dalla Cina, in particolare, il Vietnam derivò l’uso degli strumenti a corda, così come dall’India colse gli strumenti a percussione e le sofisticate variazioni ritmiche. Alla tradizione di questi paesi si ispira anche il sistema di notazione e la terminologia musicale vietnamita.

LA MUSICA VIETNAMITA
Il patrimonio musicale vietnamita può essere suddiviso nelle seguenti categorie: musica popolare, musica cosiddetta “etnica”, musica colta o d’arte, musica del teatro delle marionette acquatiche e la musica di stile occidentale.
La musica popolare, legata alla quotidianità, o a particolari occasioni rituali, è eseguita da musicisti di canto amatoriale, o semi-professionale. Tra il repertorio più diffuso troviamo il Ca trù, eseguito fin dall’Anno Mille nella regione settentrionale, l’Hát chèo, canto di intrattenimento e il Đờn ca tài tử, musica rituale da camera, tipica della regione del Sud.
La musica legata alla tradizione popolare attinge ampiamente dalla musica colta e viceversa, al punto che per un orecchio non avvezzo, un’immediata identificazione del genere di appartenenza, risulta difficile. La distinzione fra musica d’arte, codificata ed elaborata, e musica popolare, improvvisata e spontanea, tuttavia esiste: è individuabile nella funzione specifica riservata a ogni esecuzione e nel livello artistico degli esecutori. La musica “etnica”, ancora poco conosciuta e studiata, è caratterizzata da una grande varietà e fa ricorso a strumenti semplici, sebbene dotati di una certa originalità - dai gong hrê dei Mnong, al tơ rưng, xilofono sospeso, tipico dei popoli degli altipiani centrali, al klong pút dei Banhar. Gli strumenti in uso sono numerosi - anche in considerazione dell’elevato numero di minoranze presenti nel paese - cinquantatré, secondo le fonti ufficiali vietnamite. In questa miriade di strumenti, i più ricorrenti sono gli organi a bocca (khên, ding nam, etc..), i flauti traversi, i gong, i tamburi, i corni e gli scacciapensieri. Le scale utilizzate sono a quattro o cinque suoni, mentre i canti diffusi tra le minoranze sono dello stesso di quelli che si ritrovano fra l’etnia maggioritaria, i Kinh e raccontano il cammino di ogni individuo, “dalla culla alla bara”.
La musica dell’etnia maggioritaria dei Kinh presenta un ricco repertorio di canti: dalla ninna-nanna, al canto funerario, dalle arie tipiche delle occasioni cerimoniali, al canto di lavoro - hò trên can, canto per il lavoro agricolo, e hò sông nước, canto per il lavoro marittimo - sino al generico canto di festa, hát hội, per arrivare ai canti che accompagnano i giochi d’infanzia e ai canti d’amore.
I canti d’amore, fra i più amati ed eseguiti in Việt Nam, costituiscono una sorta di musica essenzialmente vocale, senza accompagnamento strumentale o accompagnata da strumenti rudimentali. È in genere una sorta di canto responsoriale, a réfrain, in cui la melodia si svolge su una scala tri-tetra o pentatonica con metabole che consentono il passaggio ad altri sistemi di scale con, o senza ritorno a quello iniziale.

La musica colta, Nhà Nhac, in uso presso l’antica Corte di Huế, va via via scomparendo dalla pratica esecutiva e gli stessi Vietnamiti ignorano il significato delle otto specialità che le sono peculiari: la musica per il “piazzale” del Cielo, la musica dei Templi, la musica dei “cinque sacrifici”, la musica delle grandi udienze, la musica delle udienze comuni, la musica per i banchetti di Corte, la musica di Palazzo e la musica in soccorso del Sole e della Luna, che veniva suonata in occasione delle eclissi solari. Nomi poetici ed evocativi per composizioni che venivano eseguite dalla grande orchestra di Corte.
Con la musica colta sono andate via via scomparendo anche la “danza civile”, eseguita da un corpo di ballo di sessantaquattro elementi con flauti e piume di fagiano, e la “danza militare”, eseguita da danzatori con alabarda. Questo prezioso patrimonio culturale non più in auge è tuttavia ripreso e studiato nell’ambito del progetto Unesco dedicato alla salvaguardia della Città di Huế, l’antica capitale imperiale.
La musica del teatro delle marionette acquatiche Múa rối nưóc - letteralmente danza, marionette, acqua – è caratterizzata da suoni melodiosi che accompagnano questa forma di teatro unica al mondo, esistente unicamente in Vietnam. Allestiti negli stagni, o in prossimità delle sponde dei laghi, questi spettacoli vengono ancora oggi frequentemente rappresentati e offrono ogni volta nuove suggestioni. Esibiscono raffinate scenografie: palazzi in miniatura, piccole pagode multicolori, stendardi, diverse specie di alberi e fiori. L'acqua è l'elemento fondamentale: sostiene le marionette - le più grandi sono dotate di un galleggiante -, riflette i personaggi, si presta ad effetti scenici altrimenti irrealizzabili e, soprattutto, conferisce alla rappresentazione un carattere irreale e fantastico. L'acqua può simboleggiare la terra ferma in alcune scene, o divenire fiume pescoso, o teatro di battaglie navali. Le acque fangose degli stagni celano le pertiche, i fili ed i meccanismi, piuttosto rudimentali ma efficaci, attraverso i quali i marionettisti creano i movimenti dei loro personaggi sfruttando la resistenza e la spinta delle onde; in questo modo, la marionetta, sostenuta sull'acqua, può volteggiare e prodursi in movenze differenti.
La musica di stile occidentale, talvolta definita “musica rinnovata”, va dalle semplici canzoni alle sinfonie e opere scritte con idiomi musicali tipici dell’Occidente. L’influenza occidentale comincia a farsi sentire dall’inizio del XX secolo; sin dagli inizi della colonizzazione francese entrano in uso strumenti occidentali come la chitarra spagnola, il violino, l’armonica bocca. Negli anni Trenta le canzoni tonali, adattamento delle canzoni francesi, cominciano a circolare nei licei e nelle università. Canti rivoluzionari - sullo stile francese o russo - o motivi come Frère Jacques, si diffondono per essere poi via via sostituiti dai canti rivoluzionari vietnamiti nel corso della prima e della seconda resistenza anti-francese e della resistenza anti-americana. Nel dopoguerra circolano canti volti a promuovere la fiducia nel futuro, in omaggio alla ricostruzione e alla produzione, e composti prevalentemente da giovani musicisti autodidatti formatisi alla scuola occidentale. Non mancano le canzoni d’amore e di nostalgia.
Con i primi anni Ottanta l’Orchestra Sinfonica e l’Orchestra dell’Opera del Việt Nam inizia a eseguire musica occidentale nelle città per un gruppo ristretto di amatori, mentre occorre attendere il Đổi Mới, il rinnovamento inaugurato nel 1986 con il VI Congresso del Partito, per ascoltare e sentir riprodotta dai musicisti vietnamiti la musica straniera. Con il consolidarsi del rinnovamento, la situazione si evolve rapidamente: messa un po’ in disparte la musica tradizionale - che continua tuttavia ad essere insegnata nei conservatori - accantonata la musica liturgica e la musica delle minoranze e etniche, prende piede la musica nuova, segnando l’inizio dell’era pop.

NOTA:
Se il timbro strumentale si è plasmato sulla voce, quest’ultima riproduce a sua volta, diverse sonorità strumentali. La lingua vietnamita è molto musicale e un oggetto, un colore, un'idea, possono venire espresse con un unico suono - che può essere tuttavia pronunciato in cinque differenti toni che corrispondono alle note della scala musicale tradizionale. A seconda del tono, muta il significato della parola designata.