Pietro Paolini – Caso Collettivo 11.227

  • JEST

Informazioni Evento

Luogo
JEST
via Silvio Pellico 8, Torino, Italia
Date
Dal al

ven/sab/dom: 17–21 || lun/mart/merc/giov: 16–19

Vernissage
28/01/2016

ore 18,30

Artisti
Pietro Paolini
Generi
fotografia, inaugurazione, personale
Loading…

JEST si presenta al pubblico con l’inaugurazione della mostra Caso Collettivo 11.227 di Pietro Paolini.

Comunicato stampa

Caso Collettivo 11.227 di Pietro Paolini
Caso Collettivo 11.227 di Pietro Paolini
per JEST – cultura fotografica
giovedi 28 gennaio h18.30
presso Fluxlab, via Silvio Pellico 8, Torino

A San Salvario, nel cuore di Torino, nasce JEST – spazio per la cultura fotografica, un progetto per la promozione della fotografia attraverso mostre, eventi e attività didattiche, con l’obiettivo di creare un punto di riferimento, confronto e scambio intorno alla fotografia.
JEST si presenta al pubblico con l’inaugurazione della mostra Caso Collettivo 11.227 di Pietro Paolini, giovedi 28 gennaio alle 18:30, presso gli spazi dell’associazione Fluxlab, in via Silvio Pellico 8.

Con il progetto Caso collettivo 11.227, Paolini tratta la storia, e le storie, della persecuzione del movimento Union Patriotica avvenuta in Colombia tra il 1986 e il 2006.

L’Union Patriotica fu fondata nel 1985 in occasione del processo di pacificazione tra i gruppi ribelli d’ispirazione marxista-leninista FARC ed ELN e il presidente Belisario Betancur. Il nascente movimento si presentò alle elezioni del 1986 promuovendo riforme politiche democratiche, sociali ed economiche come la riforma agraria, la nazionalizzazione delle risorse naturali e un modello economico nazionale slegato dal capitalismo globale, conquistando una quantità di voti mai raggiunta da un partito di sinistra nel Paese.
Tuttavia tra il 1986 e il 2006 due candidati presidenziali, 8 congressisti, 13 deputati, 70 consiglieri, 11 sindaci e circa 3.000 dei suoi militanti furono assassinati da gruppi paramilitari e membri delle forze di sicurezza di Stato. Ciò che inizialmente sembrò una coincidenza si rivelò progressivamente come una persecuzione sistematica per eliminare il partito e infondere terrore nei suoi sostenitori. Molti dei sopravvissuti e delle loro famiglie abbandonarono il Paese o si nascosero per sfuggire alla violenza; il 95% dei delitti commessi è rimasto completamente impunito.

Pietro Paolini ha affrontato i fatti più significativi di questa drammatica vicenda, ricostruendo la storia di alcuni casi di omicidio, strage, sparizione forzata ed esilio depositati alla Corte Interamericana. Attraverso diversi racconti visivi – costruiti fotografando i luoghi dove sono avvenuti i fatti, ritraendo paesaggi e dettagli, familiari o superstiti, e raccogliendo materiali forniti dalle famiglie stesse o trovati in archivi pubblici – Pietro Paolini ha ricostruito la complessità degli avvenimenti, analizzando la loro sistematicità e ferocia, e rendendo umane e personali le singole vicende.

Pietro Paolini è nato a Firenze nel 1981. Ha frequentato il corso triennale presso la Fondazione Studio Marangoni a Firenze. Dal 2004 ha focalizzato la sua attenzione sulla realtà del Sud America, con particolare attenzione verso i paesi del nuovo socialismo latino americano: Venezuela, Bolivia ed Ecuador. Nel 2006 fonda insieme ad altri quattro fotografi il collettivo TerraProject, che si occupa di tematiche sociali e geografiche italiane realizzando progetti collettivi di fotografia documentaria. Le sue fotografie sono state esposte in Italia e all’estero. Collabora come free lance con molte riviste italiane e internazionali. Nel 2009 ha vinto la sezione “borsa di studio” al premio “Canon giovani fotografi”. Dal 2001 è stato selezionato per fare parte del Reflexion masterclass di Giorgia Fiorio e Gabriel Bauret. Nel 2012 il suo lavoro “Bolivianas” viene premiato al World Press Photo 2012 con il secondo premio storie nella categoria Daily life. Nel 2013 vince il Premio M. Pesaresi per la fotografia contemporanea.

JEST
è un progetto a cura della fotografa Francesca Cirilli e del fotografo ed editore indipendente Tommaso Parrillo.