La valigia delle Indie

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO LUIGI MALLE'
Via Iv Novembre 54, Dronero, Italia
Date
Dal al

sabato e domenica: 14.30-19.00

Vernissage
05/09/2015

ore 15,30 su invito

Contatti
Email: info@marcovaldo.it
Sito web: http://www.gustoebellezza.it
Biglietti

Ingresso INTERO: euro 3,00; RIDOTTO: euro 2,00 (7-14 anni; oltre i 65 anni; docenti; gruppi maggiori di 15 persone su prenotazione; tessera Marcovaldo; tessera ACLI; tessera +Eventi; tessera T. C. I.; tessera Torino+Piemonte Card; possessori conti correnti Genius e Re-play di UniCredit Banca; studenti universitari su presentazione della tessera universitaria); GRATUITO: minori di 7 anni; giornalisti; residenti Dronero (domenica mattina); disabili e accompagnatore; tessera Abbonamento Musei Torino Piemonte

Curatori
Ivana Mulatero
Uffici stampa
STILEMA
Generi
disegno e grafica
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La mostra La valigia delle Indie, come suggerisce il titolo, è un curioso viaggio che approda nella casa dronerese di Luigi Mallè, che egli aveva conservato come un rifugio.

Comunicato stampa

LA VALIGIA DELLE INDIE
Immagini di natura in fiore nella grafica tra il XVI e il XXI secolo
a cura di Ivana Mulatero in collaborazione con la Galleria Grafica Antica (Dogliani – CN)

5 settembre – 8 dicembre 2015
Dronero (Cn), Museo Civico Luigi Mallé
via IV Novembre, 54 - 12025 Dronero (CN)

La mostra La valigia delle Indie, come suggerisce il titolo, è un curioso viaggio che approda nella casa dronerese di Luigi Mallè, che egli aveva conservato come un rifugio, e che era diventata secondo la felice intuizione di Andreina Griseri, “…una immensa valigia delle Indie, e aveva finito per contenere quanti più ricordi possibili dei suoi viaggi che non finiva mai di intraprendere…”. Da queste premesse si avvia la mostra La valigia delle Indie che si apre sui mondi del linguaggio espressivo della grafica. La mostra presenta un centinaio di tavole, frutto di una selezione di opere grafiche eseguite con varie tecniche attinenti al linguaggio calcografico, dall’acquaforte alla litografia, dal pochoir alla xilografia, rappresentative di una sensibilità e di un modo di raffigurare la natura nel corso dei secoli.
Un percorso attraverso le tappe significative della storia dell’arte e del gusto, una raccolta intesa ad offrire al pubblico la visione di un “mondo fiorito” trasposto su carta, dove la natura si manifesta in alcuni casi nella sua forma più classica, in altri più liberamente interpretata.
Il percorso cronologico delle opere introduce alle xilografie originali acquerellate tratte dal volume Mesuae Graecorum ac Arabum, stampato a Venezia nel 1561. Sono deliziose raffigurazioni di piante officinali studiate dalla farmacopea araba del tempo. Fini e delicati appaiono, invece, i fiori incisi dal più noto acquafortista seicentesco di Troyes, Nicolas Cochin, le cui tavole originali provengono da una edizione stampata a Parigi nel 1645. Le due opere realizzate a colori da John Raphael Smith nel 1788, sono rappresentative del clima tardo rococò con eleganti damigelle impegnate in “rustiche” attività di giardinaggio. Per il secolo della grande rivoluzione industriale europea diviene esemplare The Golden Calendar, una serie di dodici litografie a colori incise a Londra da Walter Severn nel 1880. Una tavola per illustrare ogni mese dell’anno, nella quale s’integrano magistralmente le svariate ornamentazioni naturalistiche in un impaginato a colori e in bianco e nero. Al principio del XX secolo i pochoir Art Deco di Maurice Jacques Yvan Camus e di Ettore Tito si confrontano con le acqueforti dell’incisore contemporaneo Gianfranco Schialvino.
Sul versante sperimentale, la calcografia si arricchisce dell’apporto di due importanti personalità dell’arte di fine secolo. Si tratta della grande opera di Mario Merz, ottenuta dall’insieme di tre lastre di zinco incise ad acquaforte, acquatinta, vernice molle e puntasecca e la speciale serie dedicata alle Seduzioni fiorite eseguita da Carol Rama nel 2004. Completa l’esposizione una selezione di xilografie compiuta dalla storica dell’arte cinese Alexandra Wetzel. Sono in prevalenza soggetti floreali della prima metà del XX secolo, alcuni dei quali portano la firma e il sigillo di uno dei più famosi pittori della modernità cinese, Qi Baishi.