Beatrice Mancini – Princess of Waterland

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO CULTURALE CANDIANI
Piazzale Luigi Candiani 7, Venezia, Italia
Date
Dal al

dal mercoledì alla domenica 16.00 – 20.00

Vernissage
05/03/2015

ore 18

Artisti
Beatrice Mancini
Generi
fotografia, personale
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Princess of Waterland. Il lungo cammino delle principesse di terra e di acqua. Le fotografie di Beatrice Mancini in mostra al Centro Culturale Candiani

Comunicato stampa

Esiste un paese dove terra e acqua determinano lo stile di vita degli uomini e delle donne che la abitano: il Bangladesh. Una terra che sprofonda nell’acqua per il trenta per cento del suo territorio. Non è una terra facile, e le condizioni sanitarie dovute alla paradossale scarsità di acqua potabile sono spesso tragiche. In questa situazione già così disperata, la condizione delle donne è assai più difficile di quella degli uomini.

Beatrice Mancini, specialista in fotografia di reportage, si è unita a Il Filo di Juta, una piccola Onlus che ha portato assistenza nel Sud del paese. Il fatto che i medici della Onlus fossero tutte donne ha favorito l’avvicinamento della parte femminile della popolazione, spesso lasciata ai margini dalla società: donne fuoricasta e musulmane in particolare.
Gli scatti di Beatrice racconteranno le storie emerse durante il periodo di assistenza in una mostra dal titolo Princess of Waterland. Armonia di luce e fango che sarà inaugurata al Centro Culturale Candiani giovedì 5 marzo alle ore 18.

Si tratta di vite spesso consumate a servire prima il padre e poi il marito, in uno stato di perenne sottomissione. Come ci spiega la fotografa “alcune accettano passivamente il loro destino, altre invece prendono coscienza della loro condizione e scelgono la ‘libertà’ uccidendosi in modo atroce, spesso con il veleno per topi. Gesti di disperazione in un mondo in cui perfino il minimo cambiamento sembra impossibile”.

Le oltre settanta foto in mostra ritraggono donne meravigliose, con lo sguardo colmo di dignità, ma senza scelta: spesso costrette a sposarsi a tredici o quattordici anni, spesso mogli di uomini assai più vecchi di loro o magari deformi. Vittime di abusi di ogni genere, si ritrovano da sole, abbandonate, emarginate, destinate a una vita di strada, se solo si azzardano a fare una denuncia, perché quello che sono chiamate a fare in questo mondo è generare

figli e servire gli uomini.

Queste donne, bambine, ragazze, anziane… Queste principesse dagli abiti sgargianti e dagli sguardi antichi, hanno un lungo cammino da fare, prendendo coscienza che questo mondo di terra e di acqua può essere migliore anche per loro.