Opiemme – Vortex

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Informazioni Evento

Luogo
BI-BOX
Via Italia, 38 - 13900, Biella, Italia
Date
Dal al

giovedì – venerdì – domenica dalle 16 alle 19
sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19

Vernissage
06/02/2015

ore 18

Contatti
Sito web: http://www.opiemme.com
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Opiemme
Curatori
Daniele Decia
Generi
arte contemporanea, personale
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Inizia con un primo appuntamento a Biella “Vortex”, una serie di mostre personali che propongono l’ultimo ciclo di lavori di Opiemme. Qui la personale sarà curata da Daniele Decia con il testo “Lettere informali”.

Comunicato stampa

Inizia con un primo appuntamento a Biella, presso BI-BOx Art Space di Via Italia 39, “Vortex”, una serie di mostre personali che propongono l’ultimo ciclo di lavori di Opiemme e che nei prossimi mesi approderà a Bologna il 6 Marzo presso Portanova12 e a Milano il 12 Novembre presso Studio D'Ars.
Progetto presentato al pubblico alle fiere off di Torino e Bologna (The Others 2014, Setup 2015) negli ultimi mesi, la cui prima sperimentazione risale ad Arte Fiera 2014. In tale occasione l'artista partecipò al concorso curato da Valerio Dehò “Prima Pagina Art Prize”, realizzando una palla scura da cui si irradiavano lettere su un collage di copertine d'epoca de “Il Resto del Carlino. (Opiemme, Vortex - Resto del Carlino, 2014).

A Biella la personale sarà curata da Daniele Decia con il testo “Lettere informali”. Titolo che lancia un riferimento a due forti elementi contenuti in questi lavori di Opiemme, spiega Decia: “un gioco di parole che utilizzo per fondere due generi artistici, l’informale e la poesia visiva, così come l’artista li incorpora nei suoi lavori murali e pittorici”.
La sua poetica prima di questo nuovo ciclo di “Vortex” si esprimeva con la composizione di immagini nette fatte con parole e poesie in un richiamo riconducibile all'avanguardia della poesia visiva e ai calligrammi di Apollinaire, a maestri quali Nanni Balestrini, e il biellese Luciano Pivotto, al ricordo del quale Opiemme dedica un lavoro. Con queste parole, scritte in occasione della scomparsa dell'artista nel 2013, “Le parole che non ti ho detto. Le parole che non mi hai insegnato.Le parole che disegneremo, ti ricorderanno”, pone Pivotto come una guida per il suo lavoro e per quello dell'artista bolognese e compagna di galleria Alessandra Maio.
Nella sua nuova ricerca i supporti si arricchiscono con cartine e pagine ingiallite di giornali, la pittura composta da intense gocce richiama sempre più cieli stellati, e le parole vanno ad appoggiarsi a stelle nere che vorticano, irradiando lettere tutt’intorno come fossero luce. A porre le basi di questa ricerca è un libro, “L'alfabeto scende dalle stelle” del genetista italiano Giuseppe Sermonti, il quale sostiene che l’alfabeto non sarebbe altro che un’immagine derivata delle forme delle costellazioni.
Francesco Sala, sulle pagine di Sky Arte scrive, in merito al murales di 10 piani realizzato a Gdansk e tributo al premio Nobel per la poesia 1996, Wislawa Szymborska: “L’effetto, esteticamente stupefacente, trova forza concettuale nelle teorie sull’origine astrale del linguaggio proposte a suo tempo da Sermonti. Esiste una correlazione tra la scrittura e le forme e formule che regolano l’universo? L’immagine delicata di un alfabeto che cade direttamente dal cielo, come sublime polvere di stelle, sembra indurre una risposta fascinosamente positiva.”

Opiemme “appoggia” pensieri, poesie e riflessioni su questi astri neri, che a loro volta si incastrano sui paesaggi stilizzati di antiche mappe, sulla impaginazione tipografica ordinata dei quotidiani degli Anni Trenta. Tra il cielo della notte e l'atto creativo dell'artista si intreccia un rapporto ermetico, emozionale, da scoprire in relazione ai fatti narrati dai titoli, e ai luoghi delle cartine, in un gioco di incastro che sviluppa storie, racconti.
Opiemme viene affascinato dallo studio di Sermonti che correla la nascita dell'alfabeto con la posizione degli astri in cielo. Per lo scienziato l'alfabeto è disegnato, nel cielo notturno, con i tratti delle costellazioni boreali. La prima metà dell'alfabeto greco (da alfa a epsilon) ricalca le costellazioni zodiacali, marcando una stazione lunare per ogni segno. La seconda metà (da csi a omega) ricopia intere costellazioni ordinate sulla Via Lattea. Il cerchio zodiacale allinea animali (da Toro ad Ariete), l'arco galattico eroi, volatili e il cane infernale (da Orione, al Cigno, al Cane maggiore). Il riferimento astrale fissa l'ordine e la perennità dell'alfabeto, che fu prima un calendario e solo più tardi un glossario, le cui iniziali (acronimi) offrirono voce all'alfabeto.

Opiemme dal 2013 ha intensificato i suoi interventi pubblici non solo in Italia, con lavori site-specific di poesia di strada in Thailandia, Haiti, Polonia, e Argentina (dove è stato invitato alla 4° edizione della “Biennale della Fine del Mondo”), grazie al progetto “Un viaggio di pittura e poesia”. Questo ha portato i media a definirlo “poeta della street art”, sebbene il suo lavoro sfugga all'epiteto stesso, e spesso i suoi siano interventi murali autorizzati.
A Bologna ha recentemente effettuato un intervento in Piazza XX Settembre. Intitolato "Irradiation/Irradiazione" – omaggiando il dottor Giuseppe Sermonti-, il lavoro si trova sul tetto dell'Autostazione di Bologna, punto nevralgico e cruciale per la centralità e la visibilità, a poche centinaia di metri dalla Stazione Centrale e all'inizio di via Indipendenza, e sede della fiera Setup nel Gennaio 2015.
La posizione è determinante nel definire lo statuto del lavoro come arte pubblica, pensato e strutturato con la consapevolezza di essere messaggio ed esempio di bellezza, esempio di riqualificazione attraverso l'arte e la poesia. Il lavoro si evolve fino ad assumere la forma monumentale del muro bolognese che diventa l'emblema della contemporaneità nella dimensione di una Babele del XXI secolo in cui il messaggio, i testi, le parole si perdono in un vortice energetico con l'auspicio, della creazione di un nuovo universo linguistico di cui l'arte stessa ne è l'esempio.

Nel 2014, in occasione della seconda edizione di Setup art Fair, Opiemme vince il premio “Talent Scout”, offerto da La Molisana. La giuria, composta da Rossella Ferro e Fabrizio Savigni in rappresentanza de La Molisana, e dai critici Valerio Dehò e Antonio Arévalo, ha scelto il suo lavoro per "la capacità di mescolare la poetica quotidiana alla poetica del cibo, l’intelligenza con cui ha legato temi di natura internazionale a socialità intesa come semplicità di lettura dell’opera”. Decisione sottolineata dalle parole di Arévalo: “[...]perché la poesia è dappertutto basta scovarla ed è questo che sta facendo da tempo l'artista Opiemme.[...]”, che confermano gli intenti espressi dall'artista stesso di voler portare la poesia incontro alle persone, e a occhi che possano leggerla.

OPIEMME
www.opiemme.com

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25/01/2015, Claudia Giraud su Artribune
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08/01/2015, Helga Marsala su Artribune
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14/12/2014 Massimo Mattioli su Artribune
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18/8/2014, Francesco Sala su Sky Arte
http://arte.sky.it/2014/08/danzica-murale-opiemme-per-ricordare-poesia-szymborska
OPIEMME CV
Opiemme esplora il territorio di confine tra poesia e immagine, dove la parola è libera di trasformarsi in segno grafico arricchendosi di nuovi significati. Immagini da leggere, parole da guardare. Messaggi poeticamente espressi ma fruibili da tutti, grazie a interventi site-specific che uniscono le tecniche della street art con la progettualità dell’arte pubblica. La poesia diventa segno con cui tracciare nuove immagini. Le immagini diventano parole con cui comporre nuova poesia. Nel 2011 Opiemme dipinge la sua prima pittura poetica su muro grazie a Urbe. Nel 2013 crea un simbolico percorso di poesia di strada con il progetto “Un Viaggio di pittura e poesia” (raccontato dall’americano Huffington Post, e seguito tappa a tappa da Ziguline) che attraversa l’Italia da nord a sud. Ha partecipato ad alcune fiere con le gallerie BI-BOx, Zak Gallery e Studio D’Ars: The Others (Torino), Road To Contemporary (Roma), Setup (Bologna), Swab (Barcellona), Stroke Urban Art Fair (Berlino – Monaco). Nel 2013 viene selezionato in “Imago Mundis”, collettiva itinerante promossa da Luciano Benetton. Nel Gennaio 2014 partecipa a Bologna al premio “Prima Pagina” ad Arte Fiera, mentre riceve il premio Talent Scout La Molisana alla Fiera Setup. In Febbraio è ad Haiti per il progetto “Ask the dust ask the people”, a Luglio dipinge al Monumental Art di Gdansk (Polonia) un murales di 10 piani dedicato alla poetessa Wislawa Szymborska, nobel nel 1996, e continua il suo “viaggio di pittura e poesia” fra Polonia, Praha e il sud Italia, e Thailandia. A fine 2014 è invitato a partecipare alla 5° Bienal del fin del Mundo, a Mar del Plata in Argentina.

Vive e lavora a Torino, dove a fine anni 90 ha iniziato il suo percorso artistico, con l’intento di portare la poesia in strada, avvicinarla alle persone, studiando nuovi modi con cui proporla per svecchiarne la comunicazione.

2014
– 5th Bienal del Fin del Mundo, Ginnastica della visione curated by Paolo Angelosanto, Mar de la Plata,
– StreetScape, Comon, public installation, Como, IT
– Monumental Art Fest, Tribute to Wislawa Szymborska, Gdansk, Poland, PL
– Fondazione Campori, public installation, Soliera, IT
– Setup Fair, BI-BOx Art Space, “Tune & Anchovies”, critic award, Bologna, IT
2013
– “In Natura”, collettiva, Zak Gallery, Siena, IT
– The Others Fair, BI-BOx Art Space, “A conspiracy of ravens”, Torino, IT
– Opiemme and Alessandra Maio, Spazio Blue, curated by Marta Gabriele, Bologna, IT
– Stroke Urban Art Fair, Studio D’Ars (Milano), Munich & Berlin, GR
– Solo show, Elastico Studio, curated by Antonio Storelli, Bologna, IT
– Solo show, Studio D’Ars, curated by Alice Zannoni, Milano, It
– Setup Fair, BI-BOx Art Space (Biella), curated by Marta Gabriele, Bologna, IT
2012
– “Peace”, site specific for Zak (Siena), The Others Fair, curated by Nicoletta Betta, Torino, IT
– “No Flags”, site specif, Caos Museum, Terni, IT
– “The party is Over”, site specific at Untubo Siena, curated by Gaia Pasi, IT
– Solo show, Galleria Punto Due, curated by Daniele Decia, Calice Ligure IT
– Road To Contemporary, Zak Gallery, Rome, IT
– Swab Fair, Zak Gallery, Barcelona, ES
– “While In”, group show, Zak Gallery, curated by Gaia Pasi, Castello di Monteriggioni, IT
– Art First – Bologna, Zak Gallery, Castello di Monteriggioni, IT

LETTERE INFORMALI
Testo a cura di Daniele Decia

La lettera informale viene utilizzata nella comunicazione quotidiana, l’argomento di solito è personale e il destinatario può essere un amico o un familiare. Il linguaggio sarà quindi informale, vicino alla lingua parlata. Ci si da del tu; si accorciano (o si annullano) le distanze.
Quindi perché scegliere questo titolo per rappresentare e descrivere il lavoro di Opiemme?
Di lettere informali io e l’artista ce ne scriviamo a bizzeffe, ci confrontiamo su parecchie tematiche legate all’arte urbana e non solo. Quindi perché “lettere informali”?
In realtà è un gioco di parole che utilizzo per fondere due generi artistici, l’informale e la poesia visiva, così come l’artista li incorpora nei suoi lavori murali e pittorici.
“Vortex” è il titolo di una serie di mostre in cui il lavoro di Opiemme si rivolge al cielo, all'universo, ai soli, ai pianeti, alle stelle che l’artista scopre come un altro da sé; interiore, sognante e consolante.
Crea immagini fatte di parole (lettere), ora queste si frammentano e le lettere volteggiano arricchendosi di una componente astrattistica (informale).
C’è qualcosa di più potente, di molto più forte dell'agire umano, qualcosa in grado di creare e resettare tutto. L'uomo non è troppo prezioso. L'equilibrio della terra lo è, la bellezza della vita, pur nella brutalità della sopravvivenza.
Le stelle sono un ottimo luogo dove appoggiare sogni, riflessioni, poesie.
Sono proprio queste riflessioni, nate da un approfondito studio del testo di Giuseppe Sermonti “L’alfabeto scende dalle stelle”, ad affascinare Opiemme, a catapultarlo in questa sua nuova figurazione e a far sì che nei suoi recenti interventi, dalla Polonia alla Thailandia passando per il Sudamerica, i suoi “vortex” irradino lettere e sviluppino vera e propria poesia visiva muralista.
Questo percorso, che può essere visto come conversazione con il cielo e le stelle, è il frutto di una ricerca e di una sperimentazione che si potrebbe far risalire ai lavori di, con, sulle gocce… un’idea embrionale, un primo tentativo, forse inconscio?, di materializzare pioggia di colori.
Negli anni ‘60 la poesia visiva si poteva considerare una forma di rivoluzione culturale, in un contesto storico particolare, il dopoguerra italiano, che gettava semi di rinascita.
Oggi io credo ancora nella possibilità di cambiare le cose con l’arte e credo che per riuscirci sia necessario vivere il “nostro tempo” all’interno della “nostra società”, viaggiare e confrontarsi con altre realtà e situazioni, interagire con artisti che provengono anche da altri background e “digerire” tutte queste nuove esperienze nel proprio lavoro.
Questo è ciò che sta compiendo Opiemme.