La liberazione dei campi nazisti

Informazioni Evento

Luogo
COMPLESSO DEL VITTORIANO
Via Di San Pietro In Carcere , Roma, Italia
Date
Dal al

dal lunedì al giovedì 9.30 – 18.30;
venerdì, sabato e domenica 9.30 – 19.30

Ultimo ingresso: 45 minuti prima dell’orario di chiusura

Vernissage
27/01/2015

ore 16 su invito

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Promossa da

Comunità Ebraica di Roma

Fondazione Museo della Shoah

Con la collaborazione di

UCEI- Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Con il Patrocinio di

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo

Regione Lazio

Roma Capitale

Curatori
Marcello Pezzetti
Uffici stampa
COMUNICARE ORGANIZZANDO
Generi
documentaria
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La mostra, ideata e realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah con la curatela del direttore scientifico Marcello Pezzetti, vede la partecipazione di numerose tra le più importanti realtà museali e archivistiche nazionali ed europee dedicate alla conservazione della memoria del periodo e si avvale del patrocinio delle più importanti istituzioni di riferimento.

Comunicato stampa

Il prossimo 27 gennaio 2015, giornata mondiale della Memoria della Shoah, ricorre il 70° anniversario della liberazione del Complesso di Auschwitz-Birkenau e, contestualmente alla fine della guerra, la successiva e progressiva liberazione dei numerosi campi di concentramento sparsi in Europa. Le celebrazioni e le iniziative connesse, come già negli anni passati in occasione della importante giornata di ricordo, scaturiscono dalla consapevolezza che stiamo attraversando un periodo assai delicato per le sorti della memoria storica in generale e della Shoah in particolare: l’allontanamento degli eventi, la tendenziale ineluttabile scomparsa dei testimoni sopravvissuti, i molteplici tentativi di difendersi dalle incertezze del mondo contemporaneo attraverso il recupero di identità tradizionali da brandire contro altre identità analoghe, la ripresa dei conflitti di tipo etnico e religioso, il risorgere di forme di intolleranza che si pensava fossero state superate anche grazie alle tragiche conseguenze cui avevano dato luogo proprio nel corso della seconda guerra mondiale.

Di fronte a questo scenario è quanto mai importante ricordare e studiare quanto è avvenuto settant’anni orsono, per comprendere i processi che dalle prime persecuzioni hanno condotto poi alla sopraffazione violenta e allo sterminio; per imparare a riconoscere i germi dell’intolleranza al loro primo manifestarsi, onde combatterli ed impedirne lo sviluppo prima che sia troppo tardi, ma nello stesso per ricordare e celebrare la conclusione di uno dei momenti più bui della storia dell’umanità.

A tal fine, proseguendo un percorso intrapreso da diversi anni – ricordiamo tra le altre mostre: 1938. Leggi Razziali; Auschwitz-Birkenau; I ghetti nazisti; 16 ottobre. La razzia degli ebrei romani –, verrà organizzata una grande esposizione presso la Gipsoteca del Complesso Monumentale del Vittoriano dedicata alla Liberazione dei campi nazisti.

La mostra, ideata e realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah con la curatela del direttore scientifico Marcello Pezzetti, vede la partecipazione di numerose tra le più importanti realtà museali e archivistiche nazionali ed europee dedicate alla conservazione della memoria del periodo e si avvale del patrocinio delle più importanti istituzioni di riferimento.

Lo svolgersi della narrazione, che abbraccia un arco temporale lungo circa un anno, tra i mesi di luglio 1944 e maggio del 1945, racconta con dovizia di particolari le specificità, gli antefatti e i risvolti delle liberazioni dei luoghi di concentramento e sterminio istituiti dai nazisti in tutta l’Europa occupata e ha come focus lo sguardo sui campi che abbiano visto la presenza di deportati ebrei italiani, senza trascurare le vicende relative alla deportazione “politica” ad opera del sistema di oppressione nazifascista.

Elemento centrale del percorso narrativo è il dramma dei sopravvissuti alla Shoah, uomini e donne stremati da anni di persecuzioni, devastati nella carne e nello spirito dopo aver assistito allo sterminio dei loro cari, non più in grado nemmeno di provare un sentimento di gioia o riscatto per il crollo del regime di oppressione nazi-fascista.