Salvatore Ricci – Degrado

Informazioni Evento

Luogo
1OPERA GALLERY
Palazzo Diomede Carafa | Via San Biagio dei Librai n° 121, Napoli, Italia
Date
Dal al
Vernissage
13/11/2014

ore 18

Artisti
Salvatore Ricci
Curatori
Giuseppe Ruffo, Pietro Tatafiore
Generi
arte contemporanea, personale
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Il degrado è una situazione di abbandono, dovuto all’incuria e al deterioramento. Nella società contemporanea fortemente globalizzata, siamo spettatori di un decadimento morale, ambientale e culturale.

Comunicato stampa

Degrado | Salvatore Ricci
a cura di Giuseppe Ruffo e Pietro Tatafiore

Il degrado è una situazione di abbandono, dovuto all’incuria e al deterioramento.
Nella società contemporanea fortemente globalizzata, siamo spettatori di un decadimento morale, ambientale e culturale.
Il termine consumismo apparso nella metà del secolo scorso sembra ormai decaduto, quasi fuoriuscito dai meccanismi del lessico attuale. Questo fenomeno di natura socio economica è tipico delle società industrializzate ed è basato sull’acquisto indiscriminato di beni di consumo, suscitato ed esasperato dall’azione delle moderne tecniche pubblicitarie, per lo più inclini a far apparire come reali i bisogni fittizi, al solo scopo di allargare continuamente la produzione. Tutto ciò ha un impatto sulla società, specchio delle sue contraddizioni. Infatti nel bel Paese possiamo assistere al decadimento del nostro patrimonio culturale, esempio lampante: Pompei .
Il consumo sfrenato, il quieto vivere, la cementificazione e il delinquere, sono alcune delle cause del decadimento culturale che hanno allontanato il cittadino dalle virtù che il filosofo greco Platone nell’opera “la Repubblica” focalizzava in giustizia, temperanza, sapienza e coraggio.
Il degrado è affine alla mafia, muta, si evolve, si dirama in tutte le componenti della società; la TV è un esempio eclatante di esso. I nuovi programmi sono rivolti ad pubblico sempre più incolto, impreparato, atrofizzato, a caccia di emozioni futili, cosi frequentemente assistiamo a diversi format che parlano di cucina, fiction e film che raggiungono apici d’audience grazie alla rappresentazione documentaristica o romanzata della criminalità e il malaffare, che in molti casi, specialmente su soggetti a rischio rappresentano dei modelli educativi non del tutto condivisibili.
La cultura usufruendo dell’informazione dovrebbe essere un catalizzatore, un mezzo di contrasto al degrado al di sopra degli interessi economici.
In Italia negli ultimi anni si è assistito ad un Exploit dell’arte contemporanea. Nuovi musei e centri di produzione culturale hanno rubato la scena al glamour con luci e fastose programmazioni. La politica parte dell’orchestra di queste programmazioni culturali ha influito in molti casi al conseguimento del fine privato nelle strutture pubbliche. Infatti, in pochissimi anni dalle aperture le strutture si presentano già in crisi, con carenze di fondi, pubblico e identità, dimenticando dal primo momento la vera funzione del museo, che come suggerisce lo statuto dell’international Concil of Museum “è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio,educazione e diletto.”
Giovedì 13 novembre la galleria 1 Opera si presenterà al pubblico interamente vuota; al visitatore sarà consegnato un biglietto con un indirizzo riconducibile a una strada del centro storico di Napoli, dove sarà esposta un’installazione “open air” dell’artista Salvatore Ricci. Un gesto di disapprovazione che testimonia la relativa importanza del luogo fisico come contenitore o fucina d’idee, l’arte come forma d’espressione non deve essere legata a vincoli o a ostruzioni ma tessuto presente nella vita e nel quotidiano. Il suo spazio, lo spazio dell’arte deve essere a noi circostante in ogni momento per potersi sostituire dapprima al degrado ambientale e poi a quello morale. Infatti l’opera di Ricci rappresenta un uccello in gabbia, un volatile atipico, anche esso in conflitto con il proprio spazio; un paradosso generazionale: un animale rigonfio, tumefatto, intrappolato da vincoli fisici con due sole possibilità o prendere il volo approfittando dell’apertura della gabbia oppure soccombere alla non curanza di se stesso.
Dal 14 novembre presso gli spazi della galleria sarà possibile visitare parte del percorso artistico maturato dall’artista nell’arco degli ultimi anni.