Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?

Informazioni Evento

Luogo
ARSENALE NOVISSIMO - SPAZIO THETIS
Castello 2737f, Venezia, Italia
Date
Dal al

lun/ven > 10-18

Vernissage
26/09/2014

ore 18

Contatti
Email: coloridivini@gmail.com
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Luca Vitone, Eva Marisaldi, Luigi Ghirri, Massimo Bartolini, Stefania Galegati Shines, Alex Bellan, Chris Gilmour, Kensuke Koike, Monica Bonvicini, Martin Creed, Peter Fischli & David Weiss, Guido van der Werve
Curatori
Caterina Benvegnù
Generi
arte contemporanea, collettiva
Loading…

“Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?” è un’esposizione che prende forma e ispirazione dalla poetica dello scrittore svizzero Robert Walser, uno dei maggiori autori del XX secolo.

Comunicato stampa

Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?
- Robert Walser -

da un’idea di Franco Pavanello
a cura di Caterina Benvegnù con la collaborazione di Enoch Battagin

Con:
Mario Airò, John Armleder, Massimo Bartolini, Emanuele Becheri, Alex Bellan, Monica Bonvicini, Ana Maria Bresciani, Martin Creed, Peter Fischli & David Weiss, Stefania Galegati, Luigi Ghirri, Chris Gilmour, Peter Liechti, Bruno Lorini, Thorsten Kirchhoff, Kensuke Koike, Dimitris Kozaris, Eva Marisaldi, Liliana Moro, Diego Perrone, Pietro Roccasalva, Antonio Rovaldi, J.F. Schnyder, Roman Signer, Alessandra Tesi, Guido Van Der Werve, Cesare Viel, Luca Vitone, Vedovamazzei, Jordan Wolfson

Opening 26 settembre 2014, ore 18:00

Tavola rotonda inaugurale ore 15:00
a cura di Cristina Menegolli e Caterina Benvegnù
con: Eugenio Baroncelli, Massimo Bartolini, Rocco Lorusso (Libreria Simon Tanner, Roma), Antonio Rovaldi, Beppe Sebaste

Spazio Thetis, Arsenale Novissimo - Venezia

venerdì 26 settembre 2014 – venerdì 24 ottobre 2014
Orari (lun/ven) > 10-18
ingresso gratuito

info: [email protected]

--

“Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?” è un’esposizione che prende forma e ispirazione dalla poetica dello scrittore svizzero Robert Walser, uno dei maggiori autori del XX secolo.
Un progetto nato da un’idea di Franco Pavanello e curato da Caterina Benvegnù, con la collaborazione di Enoch Battagin.

Nato nel 1878 e morto il giorno di Natale del 1956, Walser è figura unica all’interno del panorama letterario europeo. I personaggi che vanno a delinearsi nei suoi testi sono perlopiù dei perdigiorno (il protagonista tratteggiato da Eichendorff in Vita di un perdigiorno vede in Walser l’erede più autentico, rispetto a questa visione filosofica e romantica della vita). L’opera di Walser si fonda su di una narrazione disgiuntiva, sconnessa, destrutturata. Essa diviene poetica del frammento, di un’osservazione itinerante accompagnata da lunghe passeggiate, dell’esperienza di luoghi ed eventi come ricerca di un significato ulteriore, vicino alle contingenze della vita quotidiana, e pur ad esse più lontano che mai. Nei suoi testi sono frequenti digressioni, rimandi, pause: come afferma Catherine Sauvat, “demolisce i punti di appoggio che sembra stabilire, ritorna su acquisizioni apparentemente definitive per poi contraddirsi di nuovo”.

La contemporaneità propria di tale scrittura diviene lo stimolo per comporre una mostra nella quale diversi lavori di artisti nazionali ed internazionali le facciano da rimando. L’intento del progetto è di dar vita ad un percorso che – delicatamente – sveli, accenni e indaghi una poetica fatta di ironia, solitudine, lentezza, scomparsa.

Linguaggi espressivi somiglianti – quello narrativo walseriano e quello dei lavori video, audio ed installativi della mostra – si mescoleranno rimandando l’uno agli altri, con il tentativo di contribuire all’indagine di un autore che ha dato avvio alla letteratura del minore, del minuscolo, del frammentario, colui che, passeggiando, preferiva “respirare nelle regioni inferiori”. Colui che, negli ultimi anni della sua vita, sostiene di “sentire le voci” e persegue nella ricerca della scomparsa dal mondo.

Indagare su (e con) Robert Walser vuol dire andare alla ricerca in punta di piedi di tracce poco evidenti, di camminare con la sua scrittura di sparizioni, di percorrere lentamente direzioni poco marcate. Le opere in mostra tenteranno, con linguaggio narrativo affine, di infilarsi tra le pieghe di questo percorso, di inciampare con lui tra immagini, visioni, sonorità.
Le opere degli artisti coinvolti si suddividono in lavori audio, video, film, installazioni, foto e piccole sculture, tutti in un certo qual modo tangenti il percorso letterario walseriano.

Inoltre, per avvicinare il pubblico all’opera dell’autore, durante il pomeriggio è prevista una piccola tavola rotonda, che propone un confronto di opinioni tra chi, in ambiti diversi - che spaziano dalla letteratura all'arte, agli ambienti accademici - si è avvicinato all'opera di Walser.

In collaborazione con Spazio Thetis