Fra tutti gli oggetti più cari sono per me quelli usati

  • ATELIER

Informazioni Evento

Luogo
ATELIER
Via Panisperna 236, Roma, Italia
Date
Dal al

dal mercoledì al sabato: 18- 20
o su appuntamento

Vernissage
10/07/2014

ore 19

Curatori
Chiara Carrer
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Gli oggetti invadono la nostra vita in ogni momento, sono indispensabili, ma rimangono invisibili per la maggior parte del tempo per l’uso automatico che ne facciamo.

Comunicato stampa

La mostra

“Fra tutti gli oggetti più cari sono per me quelli usati.” B.Brecht

Gli oggetti invadono la nostra vita in ogni momento, sono indispensabili, ma rimangono invisibili per la maggior parte del tempo per l’uso automatico che ne facciamo.
L’oggetto, soggetto del nostro studio, sollecita lo sguardo e il pensiero, la sua forma e la sua funzione reale e immaginaria ci insegna a vedere le cose in modo diverso rendendole uniche e misteriose.
Ogni oggetto raccolto ha una sua storia, un universo fatto di associazioni d’idee, un percorso che parte dall’oggetto agli oggetti, dagli oggetti ai segni, dai segni alle tracce, dalle tracce ai gesti e ai luoghi di provenienza.

“Per fare di un oggetto un fatto artistico è necessario estrarlo dal novero dei fatti della vita…scuotere l’oggetto…estrarre l’oggetto dalla serie di associazioni consuete…Lo scopo dell’arte è il procedimento dello straniamento dell’oggetto…” , V.Sklovskij

Il senso della collezione è la raccolta di frammenti di vite, una forma d’identità, di presenza, una delle forme in cui la memoria può ricordare un evento, un attimo vissuto.
Il collezionare è istintivo, automatico, ludico, ma quando iniziamo a catalogare e organizzare i materiali raccolti secondo una prassi e una metodologia, iniziamo a definire la collezione prossima al collezionismo.
Si prescelgono certi oggetti rispetto ad altri, si definisce un criterio di scelta, si privilegia il colore o la forma, la quotidianità o la rarità, si apre una camera delle meraviglie per ognuno diversa.
Si possono collezionare le cose più assurde fino ad arrivare a fare del collezionismo la propria ragione di vita, nell’arco della quale accumulare dettagli tra i più disparati.

Nell’esercizio da noi svolto molti oggetti sono apparsi meritevoli della stessa attenzione, altri hanno assunto valore solo per chi li ha raccolti, ma in ognuno di noi innescano una qualche forma di empatia, una riflessione o un ricordo.
Quanti di noi non hanno raccolto un sasso, una chiave, un biglietto, forse li abbiamo trattenuti solo per un istante considerandoli preziosi, li abbiamo raccolti e forse sistemati in un contenitore, forse abbiamo dimenticato entrambi nello scaffale più alto della libreria oppure li abbiamo nascosti in un luogo segreto o piuttosto scomodo…
Con il passare del tempo, alcuni di questi “reperti” perdono il loro splendore e diventano spazzatura a cui non riusciamo più a dare significato, altri invece continuano a suscitare la nostra meraviglia.

Una collezione richiede un metodo, non necessariamente una catalogazione, ma una visibilità, un’organizzazione che può aiutare a dare senso a quel gesto compiuto, gli oggetti raccolti sono testimoni della relazione che creiamo con gli altri e con l’ambiente, sono il nostro legame e allo stesso tempo la nostra prigione, tramite un oggetto ci raccontiamo, tramite il suo abbandono anche, sta a noi decidere il significato di tutto questo e accettare che cambi nel tempo.

Dalia Adillon, Beatrice Bertaccini, Chiara Blumer, Martina Bonina, Marco Brancato, Eugenia Ciaramitaro, Stefania D'Amato, Andrea De Franco, Roberta Di Pasquale, Elettra Esposito, Maria Luisa Fazio, Giovanni Forleo, Giovanni Frasconi, Anna Lanaro, Martina Lubrano Lavadera, Veronica Maccari, Claudia Monici, Elisa Mulazzani, Cecilia Negri, Martina Paderni, Nadia Pillon, Anna Pini, Maria Chiara Polverini, Ana Radovanovic, Silvia Sacchi, Davide Bartolomeo Salvemini, Rebecca Sforzani, Rosita Uricchio, Filippo Vannoni