Anversa. Cuore medioevale, corpo futuribile

Simbolo del più moderno benessere europeo, Anversa è la meta perfetta per gli amanti dell’arte contemporanea. E anche dell’architettura dei nostri tempi: fra le antiche strade e il Mare del Nord, le archistar hanno infatti cambiato il volto della città belga.

Anversa è uno dei centri abitati delle Fiandre che più stupisce sotto molteplici punti di vista, dall’alta cucina dei suoi ristoranti (le Fiandre sono la patria dei Flanders Kitchen Rebels, giovanissimi e innovativi chef stellati) alle case-museo ricche di storia, dai brand di moda più ricercati (qui ha sede anche il Modemuseum) alle sue campagne incontaminate facilmente raggiungibili. Un benessere e un high profile che tocca tutti i settori: d’altronde stiamo parlando della capitale europea dei diamanti.

QUANDO LA CASA DIVENTA CULTURA

Sopra ogni cosa, caratterizzano l’offerta culturale di Anversa le case-museo, antiche abitazioni trasformate oggi in inestimabili scrigni di arte fiamminga, preziosi e molto altro. Troviamo in primis la Rubenhuis, la sontuosa abitazione in stile italiano di Peter Paul Rubens, che fu progettata in prima persona dal più celebre rappresentante del barocco fiammingo. Si passa poi al Plantin Moretus, un tempo casa dell’editore Christophe Plantin e del genero Jan Moretus. Oggi qui si possono osservare quadri di grande valore, nonché un’ampia biblioteca.

LA NUOVA VITA DEL M HKA

Tra le realtà guardate con maggior interesse a livello internazionale troviamo il M HKA – Museum of Contemporary Art, che ha riaperto completamente rinnovato all’inizio del 2017, grazie all’intervento del designer (nonché uno dei maggiori collezionisti belgi) Axel Vervoordt e dell’architetto giapponese Tatsuro Miki.
All’interno di questo museo si possono ammirare opere di James Lee Byars, Marlene Dumas, Keith Haring, Anish Kapoor, Goshka Macuga e molti altri. Vengono periodicamente allestite importanti temporanee.

Anversa, Atelier Panamarenko. Courtesy Collection M HKA

Anversa, Atelier Panamarenko. Courtesy Collection M HKA

PANAMARENKO, L’ETERNO BAMBINO

Nella collezione permanente del M HKA sono presenti anche alcuni lavori di Panamarenko, visionario artista di Anversa, dove ancora oggi risiede, attivo fin dagli Anni Settanta. Nel centro della città, su prenotazione, è possibile entrare nella casa natale di questo creativo, in cui ha abitato per gran parte della vita assieme ai genitori.
L’edificio in centro città si distingue già dall’esterno per la singolare costruzione metallica che svetta sulla sua cima: si tratta di una piattaforma (inutilizzabile sia per la dimensione ridotta che per il divieto di volo a una certa altezza) per l’atterraggio degli elicotteri.

ECLETTICO VERVOORDT

Per comprendere appieno il ruolo di rilievo che Vervoordt ricopre nel mondo dell’arte contemporanea belga e internazionale, è necessario visitare la Axel Vervoordt Gallery, di recente apertura. All’interno di un distilleria abbandonata, in un ex sito industriale, l’eclettico imprenditore, dealer e immobiliarista ha creato il suo headquarter culturale. Tra i nomi della collezione permanente spiccano quelli di AnatsuiRaimund GirkeAnn Veronica JanssensDominique StroobantMarco TirelliNorio ImaiAngel VergaraKimsoojaMarkus BrunettiChung Chang-Sup.

MIDDELHEIM: ARTE OPEN AIR

Se il tempo ballerino delle Fiandre lo consente, vale sicuramente la pena organizzare una gita alle porte della città. Il Middelheim Museum è un luogo unico: un esteso parco dove, accolti dall’iconica opera Misconceivable (2010) dell’austriaco Erwin Wurm (una barca pronta a liquefarsi nel laghetto), è possibile fare un pic-nic o rilassarsi tra opere di August RodinGiacomo ManzùJean ArpMarino MariniAlexander CalderMax BillLuciano Fabro e, di nuovo, Panamarenko.

Zaha Hadid, Port House, Anversa 2016

Zaha Hadid, Port House, Anversa 2016

IL MARE E L’ARCHITETTURA

Anversa e il mare: un rapporto indissolubile. A dimostrarlo è l’imponente MAS – Museum aan de Stroom, ovvero il Museo del Mare. All’interno, fra installazioni, collezione e progetti temporanei, si celebra il rapporto tra la città, il mare e il fiume Schelda. Non solo per amanti dell’acqua, il MAS è meta d’obbligo anche per gli appassionati d’architettura e paesaggi urbani: dalla cima dell’edificio, che porta la firma dello studio Neutelings Riedijk Architects, si gode dell’intero skyline cittadino.
A poca distanza sorge la Port House di Zaha Hadid, inaugurata nel 2016: un’ex caserma dei pompieri che ospita oggi i lavoratori del porto e vede svettare sopra la propria corte centrale un volume vetrato e sfaccettato che ricorda la prua di una nave e tocca un’altezza di quarantasei metri.

IL LABORATORIO DI JAN FABRE

Ad Anversa è presente l’arte in ogni forma, anche quella del corpo. Ne è la prova vivente il poliedrico Jan Fabre. Su prenotazione si può entrare nella dimensione parallela del Troubleyn Laboratorium, il teatro laboratorio dell’artista, regista, coreografo e scenografo di fama mondiale. All’esterno di quello che è un teatro, un laboratorio, un ufficio, ma anche una casa per artisti e ballerini provenienti da ogni parte del globo, sopra un anonimo cancellone, un neon riporta la scritta “Troubleyn”; sotto, una targa afferma: “Only art can break you heart, only kitsch can make you rich.
All’interno, un palcoscenico apparentemente in decadenza e, tra infiniti corridoi, si possono di tanto in tanto osservare le prove dei danzatori e i complementi scenografici di spettacoli ormai leggendari, ma anche avere la sensazione di trovarsi a sorpresa in un autentico, nuovo, insolito museo belga. Tra le stanze, sulle scale e negli angoli più remoti ci si imbatte infatti in opere di Marina Abramović, Romeo Castellucci, Robert Wilson.
Un viaggio, quello all’interno di Anversa, che si compone di nomi altisonanti, ma che ognuno può arricchire visitando decine e decine di piccoli showroom di designer e gallerie sempre attente alle tendenze e alla ricerca.

Willem Jan Neutelings, MAS – Museum aan de Stroom, Anversa 2011

Willem Jan Neutelings, MAS – Museum aan de Stroom, Anversa 2011

DESTINAZIONE FUTURO

Nella città della nuova e discussa Port House di Zaha Hadid Architects, del MAS – Museum aan de Stroom, progettato dallo studio Neutelings Riedijk Architects di Rotterdam, e del celeberrimo MoMu, l’architettura contemporanea continua a combinarsi con la pluralità stilistica degli edifici lasciati in eredità dalle generazioni precedenti. Un processo in costante divenire, che nel biennio 2019/2020 raggiungerà nuovi traguardi, con la conclusione di due interventi attualmente in corso.
Con un investimento di 44 milioni di euro, l’edificio che ospita il KMSKA – The Royal Museum of Fine Arts Antwerp si appresta infatti a presentarsi al pubblico internazionale in una veste del tutto rinnovata. Il masterplan sviluppato dallo studio KAAN Architecten di Rotterdam – già autore del recente Palazzo di Giustizia di Amsterdam – punta a superare, attraverso tre macro-aree funzionali e nuovi percorsi, le fratture dell’impianto architettonico museale, in larga parte dovute alle modifiche operate nel XX secolo.
È pari invece a 6 milioni di euro il finanziamento sostenuto dall’amministrazione comunale e da VisitFlanders finalizzato all’apertura del Rubens Experience Center, prevista entro il 2020. Lo studio Robbrecht en Daem Architecten CVBA, con sede a Gent, si è aggiudicato il concorso indetto dalla municipalità locale, desiderosa di potenziare l’esperienza proposta dalla Rubenshuis. Obiettivo? Assicurare agli utenti servizi al passo con i tempi e un centro visite innovativo e interattivo. Al termine dei lavori sarà possibile addentrarsi tra le pieghe della vicenda artistica e umana di Peter Paul Rubens, scoprendo le tracce lasciate dall’artista nella propria casa grazie a un’alchimia di stimoli, nata dall’incontro tra spazio fisico, musica, pittura e videoarte. L’urgenza di salvaguardare dall’umidità e dalle infiltrazioni di acqua il portico e il garden pavilion della Rubens House, infine, ha velocizzato il restauro – anch’esso in progress – delle due strutture. Si tratta degli unici resti originari della dimora dell’artista, capaci di offrire una testimonianza del suo essere stato (anche) un architetto.

Simone Zeni e Valentina Silvestrini

http://kmska.be/nl
http://kaanarchitecten.com
www.rubenshuis.be/nl
http://robbrechtendaem.com

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #42 ‒ Speciale Fiandre

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Simone Zeni

Simone Zeni

Giornalista di lifestyle, è senior web editor di Fine Dining Lovers. Attualmente, oltre che con Artribune, collabora con Wu Magazine, Club Milano e Wired. Tra le mostre a cui ha lavorato: Da Fuori (Castello Sforzesco, Vigevano, 2015), Pneuma03 (PlasMa, Milano,…

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