Niente monumento per Andy Warhol a Belgrado. Il Partito Democratico serbo mette il veto

Sono solo due nel mondo i monumenti dedicati all’artista, nelle città più rappresentative della sua storia, New York, dove visse, e Mikovà, luogo di origine dei suoi genitori. Ma il vero grande tributo gliel’ha dedicato il cinema

Belgrado avrà un monumento dedicato a Andy Warhol? Uros Jankovic, vice presidente del Partito Democratico nazionale, dice no e si schiera contro la decisione della città di dedicare un omaggio al padre della Pop Art. “È un complesso di inferiorità rispetto all’Occidente“, avrebbe commentato il politico che avrebbe inoltre definito la corrente artistica un fenomeno fatuo e passeggero “come una moda”, ritenuto anche all’estero minore, riporta The Art Newspaper. “Non è considerata grande arte nemmeno all’estero”, avrebbe continuato, inscrivendosi nella querelle sulla Pop Art con soli 40 anni di ritardo. La Serbia a suo parere dovrebbe concentrarsi su Johann Wolfgang Goethe, che studiò la lingua serba, o sul pittore Sava Sumanovic. Il poco appeal della Pop Art sarebbe inoltre testimoniato secondo Jankovic dal fatto che nel mondo ci sono solo due monumenti dedicati a Warhol.

GLI ALTRI DUE MONUMENTI

Sono effettivamente, però, molto pochi i monumenti dedicati all’artista. Il primo si trova a New York ed è stato realizzato da Rob Pruitt su commissione del Public Art Fund, in Union Square. È una statua argentata, un “fantasma” che racconta l’artista in tarda età. L’altro si trova a Mikovà, in Slovacchia, paese di origine dei genitori. Ma il vero tributo al maestro è stato dato dal cinema. Ultima è, ad esempio, la serie tv Vynil, sceneggiata da Terence Winter per HBO, che peraltro porta il nome del documentario con cui l’artista nel 1965 raccontò un’epoca. Qui lui è interpretato da John Cameron Mitchell, che lo disegna come amico della modella Devon, moglie del protagonista Bobby Cannavale. In The Doors, del 1991, è Crispin Glover a vestirne i panni. C’è un Andy Warhol di lusso, invece, nel biopic Basquiat del 1996 diretto da Julian Schnabel con il mai troppo compianto David Bowie a interpretare l’artista; in Factory Girl diretto da George Hickenlooper nel 2006, a raccontare il clima della Factory, è invece Guy Pierce a impersonarne il boss, che a quel luogo diede l’anima. E prossimamente Warhol torna sul grande schermo con le fattezze di Jared Leto, produttore del film biografico insieme a Winter e a Michael De Luca nella versione filmica della biografia di Victor Bockris, pubblicata nel 1989. E d’altra parte, forse, il grande Andy avrebbe voluto così.

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Redazione

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