Dottor Pira e i Fumetti della Gleba

Il vulcanico fumettista creatore di mondi bizzarri e arguti ha deciso di raccogliere in un unico almanacco, edito da Nero, tutte le storie e i disegni pubblicati negli ultimi vent’anni da “I Fumetti della Gleba”. Un viaggio in compagnia dei suoi personaggi più famosi, da Gatto Mondadory a Batma e Robi, con qualche contributo d’eccezione.

Dr. Pira (Maurizio Piraccini, Tortona, 1977), è un fumettista sopra le righe, attivo sul sito I Fumetti della Gleba e su Linus, XL Repubblica, Vice, nonché richiesto collaboratore per vari progetti e disegnatore, ad esempio, di copertine come quella dell’album Il limite valicabile di Uochi Toki.  Con i suoi fumetti ha creato un mondo bizzarro, popolato da personaggi incredibili in grado di compiere esilaranti idiozie mentre vantano, per grazia, il loro ruolo sociale d’eroi (e non solo). È un mondo immaginario spensierato, sorretto da un disegno magro, primitivo e veloce, quel tanto che basta a comunicare con chiarezza una storia, una gag e alcune battute. Il tratto distintivo da scuola elementare è una precisa scelta di stile che, insieme a una narrazione solida, accentua la natura irreale dei soggetti e delle situazioni, dove essi s’ingarbugliano senza sosta. Da pochi giorni è possibile acquistare L’Almanacco de i Fumetti della Gleba, edito da Nero Magazine, che raccoglie quasi vent’anni di lavori storici e inediti, più una serie di contributi esterni tra cui spicca anche il nome del critico Achille Bonito Oliva. Dr. Pira ci ha raccontato i dettagli.

Quali sono le origini di Dr. Pira, dell’uomo e dell’artista Maurizio Piraccini?  In un remoto passato da graffitaro so che agivi per strada nominando gli oggetti dell’arredo urbano con il proprio nome, poi cos’è successo?
Sei in gamba, dove hai ottenuto queste informazioni? Sì, era una delle cose che facevo. Un giorno – credo verso il ’95 – uscendo da casa, ho visto una scatola da scarpe e ci ho scritto su SCATOLA. Mi ha dato molta soddisfazione. Nel giro di un paio di giorni tutti gli oggetti nel raggio di 500 metri avevano il nome scritto sopra. Dopo un po’ anche le mie scarpe avevano su scritto “Scarpa”, e lo stesso per le magliette. In quel periodo ho fatto altre cose che oggi passerebbero per street art, ma che al tempo erano semplicemente divertenti. È lo spirito che c’è dietro al Gruppo OK, che ho fondato insieme ad altri writer attorno al 2001. Molti hanno continuato con la carriera artistica, come 108, Dem e Alfano, altri li considero comunque dei grandi artisti: Peio, Mr. Mondo, Punto, Mine, tutti gli altri. Eravamo nati come una crew – al tempo ci sentivamo persone del ghetto – ma negli ultimi anni le cose sono cambiate, ci stiamo configurando come struttura politica. È la naturale continuazione di quel discorso, se ci pensi. Kanye West si era candidato alle presidenziali americane, dopotutto. Da noi attualmente il Presidente viene eletto attraverso una Gara di Balletti.

Dr Pira aka Maurizio Piraccini, L'almanacco de I Fumetti della Gleba

Dr Pira aka Maurizio Piraccini, L’almanacco de I Fumetti della Gleba

È in corso il conto alla rovescia per il preorder de L’Almanacco de i Fumetti della Gleba, in uscita a settembre. Con quale intento hai pensato a questa biblica raccolta, è già arrivato il momento di fare un resoconto?
Non è solo un preorder, avendo scelto di farlo con il metodo Prima o Mai di Ratigher, o si compra da ora fino al 15 luglio, oppure non si potrà più comprare. Stamperemo solo le copie ordinate entro quella data e le spediremo a chi le ha comprate. Questo è il metodo che fila meglio per l’idea che ho di questo libro.
Farlo normalmente, stampando prima le copie e poi vendendole dopo, mi darebbe l’idea di portarmi dietro un rimorchio con un museo di cose che avevo in casa. Invece così metto insieme le cose più belle degli anni passati, le sistemo bene e le do a qualcuno a cui piacciono veramente.
Mi è capitato più volte che mi chiedessero di fare una raccolta di tutti i fumetti della gleba, ma ho sempre rifiutato. La prima volta è stata nel 2001, un editore che faceva libri sulla cultura medievale e sugli indiani d’America (peraltro belli). Poi vari altri, compresi alcuni grossi editori del giro dei fumetti, ma gli ho sempre detto che avrei preferito fare un libro nuovo. Da una parte, non mi andava di dare ragione al pubblico che dice “era meglio il primo disco” perché ci si era affezionato, e che si lamenta del resto della produzione. Dall’altra, mi ero accorto che gran parte degli editori che si proponevano guardava, più che alle storie, ai numerini degli share e dei like che sono sotto i fumetti, nella mia pagina. Il che non è sbagliato, ma uno interessato solo ai numeri non ci mette molto di più di quello che posso fare da solo. Non volevo solo mettere dei fumetti vecchi in fila, sarebbe stato noioso. Quindi alla fine ne ho affidato la cura a quelli di NERO, che hanno un approccio molto diverso.

Com’è composto il librone?
Ci sono un sacco di fumetti, ovviamente, più di 700 pagine e tutte molto dense, da 9 a 15 vignette per pagina. Mi immagino che ci vorrà almeno un paio di mesi per leggere tutto, dedicandosi un’oretta al giorno. Tutte cose ritrovate o uscite sulla fanzine che faccio dal’97, i Fumetti della Gleba, dove ci sono anche rubriche che vanno dagli ananas ai serramenti in alluminio. Non era facile contestualizzare il tutto, se calcoli che il primo numero uscito era il 2 – così avrei potuto parlare di un “introvabile numero uno” – e quello dopo era il 7. Quelli di NERO ci hanno messo una cura molto diversa da quella a cui ero abituato, hanno preso il tutto in maniera molto seria ma divertita, non seriosamente. Hanno aggiunto un sacco di interventi di persone che non avrei mai pensato di scomodare per i miei fumetti: tra le altre cose, c’è una valutazione critico/artistica del mio lavoro da parte di Achille Bonito Oliva, degli approfondimenti scientifici a opera di divulgatori che hanno lavorato, tra l’altro, con l’ESA. Uno psichiatra ha valutato il mio stato mentale attraverso i miei disegni (con esiti preoccupanti), e abbiamo fatto ridisegnare alcune mie storie da fumettisti rinomati, e lontanissimi come estrazione editoriale, come Manuele Fior, Paolo Bacilieri e Adriano Carnevali. Abbiamo messo al lavoro una editor, Sara Sedehi, che si è districata benissimo nel caos che ho creato negli ultimi 20 anni. Un po’ temevo che l’effetto fosse quello di mettere degli scienziati a dissezionare un Pokemon per capire se era divertente. Invece mi sembra che da quel Pikachu abbiano costruito qualcosa di più grosso e ancora più matto.

Dr Pira aka Maurizio Piraccini - Topo Gigio spacca tutto

Dr Pira aka Maurizio Piraccini – Topo Gigio spacca tutto

Gatto Mondadory, Berutti, Batma e Robi, Marguati, sono curioso di sapere da quali fonti d’ispirazione provengono questi stravaganti personaggi, oramai piccole grandi icone.
Se devo essere sincero, non posso darti una fonte precisa. Penso che le idee arrivino da un altro spazio, ma per me, come per tutti, è difficile per tutti accettare che la mente umana possa funzionare così. Eppure siamo circondati da oggetti che funzionano con le antenne, dai tempi di Marconi fino al Wi-Fi non hanno fatto altro che aumentare. Quei pochi che accettano l’idea, poi, sono portati a pensare che i messaggi che arrivano da un altro spazio siano per forza cose solenni ed importanti. Ma riprendendo la metafora di prima, è così anche con internet? Io vedo più gatti pazzi che altro. E non dico che sia un male. Ma a parte l’ispirazione, in realtà il contesto in cui sono nate le serie è semplice: Gatto Mondadory mi è venuto in mente un mattino appena sveglio. Volevo fare un fantasy perché Il Signore degli Anelli andava forte, ma ho aggiunto alla storia la tecnologia degli Smartphone e dei raudi, perché ci tengo all’innovazione. Pensavo di fare solo un episodio di una pagina, poi invece ci ho fatto tre libri. Su Batma e Robi ho delle questioni in sospeso con una serie americana dal nome simile. Marguati e Berutti invece sono stati entrambi sindaci di Tortona, ma sono in pochi a saperlo.

Cosa ti aspetti dal tuo lettore tipo, quale reazione speri di suscitare?
Tanti anni fa il piano di marketing era di fare tutto il contrario dei gusti del pubblico. Poi mi sono stufato. In effetti non ci penso molto. Penso sia fuorviante l’alternativa che ci si pone di solito come autori: lo faccio per gli altri o lo faccio per me? Attualmente, nessuno dei due. Lo faccio per lo sport.

Dr Pira aka Maurizio Piraccini

Dr Pira aka Maurizio Piraccini

Dr. Pira ora, tornando seri, ti vorrei chiedere qualche consiglio per lettori di Artribune sui Puffi: frequentano i musei, come sono realmente e come dovremmo comportarci qualora dovessimo incontrarne qualcuno.
Ho dedicato due anni di ricerca a questo argomento, è difficile riassumerlo in poche parole. Quello che sapete sui Puffi probabilmente è sbagliato: ci sono dei lati terrificanti dei Puffi, che hanno voluto nascondervi per non traumatizzarvi. Ma se state leggendo questo, vuol dire che è tempo che siete abbastanza cresciuti: è venuto il momento di affrontare questi aspetti. Come ci insegna Il flauto a sei puffi – l’unico documentario credibile su questi esseri – i Puffi vivono in una dimensione parallela, quindi non è facile incontrarli. Ma se vi dovesse capitare, sappiate che potrebbe anche essere orribile. Ricordate che lui in fondo non è altro che un riflesso di voi, che vi specchiate nel laghetto di quella particolare dimensione. Siamo noi a creare quelle increspature che li possono fare apparire così orribili. Se manterrete una mente distesa, sarà bello ed edificante.

Domenico Russo

www.fumettidellagleba.org
www.neromagazine.it

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Domenico Russo

Domenico Russo

Domenico Russo è laureato in Beni Artistici, Teatrali, Cinematografici e dei Nuovi Media presso l’Università di Parma. Ha collaborato con il Teatro Lenz e con la Fondazione Magnani Rocca. È impegnato come curatore in una ricerca che lo spinge alla…

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