Bologna Art Week. Intervista con Laura Carlini Fanfogna

Siamo in pieno weekend d’arte a Bologna. Con Arte Fiera che tira le fila e tutta la città votata al contemporaneo. Noi intanto abbiamo intervistato la direttrice dell’Istituzione Bologna Musei. Che non ci sta a fare la scaldasedia in attesa delle elezioni del nuovo sindaco.

Guardando la situazione del MAMbo alla classica maniera italiana verrebbe da dire: la sua carica è ad interim, in attesa dell’elezione del prossimo sindaco. Però a luglio scorso il presidente di Istituzione Bologna Musei, Lorenzo Sassoli De Bianchi, ha sottolineato che questa è una stortura che va raddrizzata. Lei come la vede?
Ad oggi il regolamento dell’Istituzione Bologna Musei prevede che il direttore sia nominato dal sindaco sentito il consiglio di amministrazione, che a sua volta ha acquisito il parere della commissione tecnica preposta alla valutazione dei candidati nella procedura di selezione pubblica che, nel mio caso, è stata impostata col fine di individuare una figura che potesse assumere sia la direzione dell’Istituzione che la responsabilità dell’Area Arte Moderna e Contemporanea e quindi del MAMbo.
Questa la premessa che fotografa la situazione attuale. Certo, una separazione dei tempi della politica da quelli tecnici e curatoriali sarebbe auspicabile per consentire una programmazione espositiva di ampio respiro, con una visione a medio-lungo termine che risponda tanto alle logiche della valorizzazione del patrimonio museale quanto a quelle della sperimentazione.

Un breve bilancio di questo primo semestre da direttrice. Cosa ha fatto, cosa farà, cosa avrebbe voluto fare.
Tra le cose fatte, il grande intervento di ristrutturazione del Museo Civico Archeologico e la successiva riapertura con la mostra Egitto. Splendore Millenario. Un’operazione unica e irripetibile nel panorama internazionale, che ha portato a Bologna la straordinaria collezione egiziana del Museo Nazionale di Antichità di Leiden, temporaneamente chiuso per restauro, riunendo le collezioni gemelle di Bologna e della città olandese. Al MAMbo sono state portate a compimento le importanti collaborazioni espositive con Fondazione Golinelli (Gradi di libertà), MAST (Foto/Industria), Fondazione Cineteca di Bologna (Officina Pasolini, attualmente in corso) già impostate dalla precedente direzione. Al Museo Medievale quelle con Genus Bononiae, la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici, la Fondazione Carisbo, l’Istituzione Biblioteche e l’AUsl Bologna (Tra la Vita e la Morte).
Uno sforzo di coordinamento nella comunicazione dell’Istituzione, sia nell’impostazione delle linee guida, sia nella produzione di strumenti on-line e off-line, non ultime le guide cartacee sintetiche dei singoli musei e la mappa dell’Istituzione con gli appuntamenti sempre aggiornati. Le molte iniziative realizzate nel 2015 per coinvolgere maggiormente il pubblico hanno ottenuto un riscontro lusinghiero poiché i nostri musei si attestano a circa 440mila presenze complessive al 31 dicembre scorso, in forte aumento rispetto all’anno precedente.

Villa delle Rose a Bologna

Villa delle Rose a Bologna

E tra le cose in programma?
Celebrare la ricorrenza del IX Centenario della nascita del Comune di Bologna con una serie di iniziative espositive e di appuntamenti che proporranno una lettura del ruolo del Comune nella costruzione dell’identità storica, artistica, produttiva della città attraverso i secoli e che saranno dislocate in tutti i musei dell’Istituzione. In particolare, cito i due estremi temporali: al Museo Civico Medievale sarà esposta la mostra Bologna 1116. Dalla rocca imperiale alla città del Comune e al MAMbo la Collezione, una rivisitazione critica della collezione permanente, esponendo nella Sala delle Ciminiere opere normalmente non visibili al pubblico, attraverso le quali si intende da un lato integrare l’attuale esposizione e, dall’altro, offrire un corredo documentario e didascalico in grado di illustrare adeguatamente alcuni significativi passaggi che hanno determinato l’incremento del patrimonio del museo stesso.
Al Museo Morandi faremo un focus sull’opera grafica e le matrici dell’artista in collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Grafica; la Residenza per giovani artisti Sandra Natali e Villa delle Rose saranno le sedi di un programma di artisti in residenza che chiameremo Rose. Infine un percorso educativo integrato proporrà attività di visite guidate e laboratori, sia per il pubblico generico sia per le scuole, che condurrà i visitatori in tutta la città attraverso le tappe salienti della storia bolognese.
In occasione delle Celebrazioni e contestualmente all’avvio delle mostre e delle altre iniziative verrà realizzata e messa a disposizione del pubblico la “card dei Musei Metropolitani”, rivolta innanzitutto ai residenti della Città Metropolitana, con l’obiettivo di promuovere il patrimonio storico-artistico della città, facilitandone l’accesso e la fruizione.

Nel suo mandato decennale, Gianfranco Maraniello aveva lavorato alacremente per assegnare un’identità precisa al MAMbo, nell’alveo dei musei cittadini ma appunto con precise peculiarità. È una strada che intende perseguire?
Il mio obiettivo è lavorare affinché l’Istituzione Bologna Musei si rafforzi come soggetto riconoscibile e coeso, in grado di offrire un’eccellente proposta culturale, con le sue peculiarità che vanno dall’archeologia alla storia dell’arte, dalla musica alla cultura tecnica, fino al contemporaneo, puntando sulla valorizzazione del nostro patrimonio. Un patrimonio fruibile dal pubblico come un grande percorso diffuso, che racconta la storia bolognese e dell’intero territorio metropolitano dall’antichità al tempo presente.
Il MAMbo in questo quadro si conferma punto di riferimento e propulsore per le pratiche artistiche più attuali: il museo genera connessioni, lavora con altri soggetti culturali, museali, accademici ed economici del territorio e a livello nazionale ed internazionale per promuovere progetti, mostre, sperimentazioni e occasioni di riflessione. L’edizione 2016 di Art City Bologna mi pare esemplare in questo senso.

Gianfranco Maraniello - credits Mart, Jacopo Salvi

Gianfranco Maraniello – credits Mart, Jacopo Salvi

Sempre nella conferenza stampa della scorsa estate, il presidente Sassoli aveva lasciato intendere che il MAMbo avrebbe potuto avere non un direttore ma un curatore/responsabile ad hoc. Ci sono novità in questo senso?
Il mio mandato, che riunisce le due cariche di direttrice dell’Istituzione e responsabile del MAMbo, arriva al 30 settembre 2016. L’amministrazione comunale, con la nuova consiliatura, farà le sue valutazioni.

Questo weekend è fondamentale per la Bologna dell’arte contemporanea, con ArteFiera e il programma Art City. Come avete lavorato quest’anno? Quali le novità da sottolineare?
Mantenendo ferma l’impostazione di ampliare le possibilità di conoscenza del patrimonio storico-artistico bolognese attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea, per Art City Bologna 2016 siamo partiti innanzitutto da un’analisi delle connotazioni specifiche di alcune collezioni museali. Abbiamo quindi individuato gli artisti che potessero sviluppare lavori site specific in stretto dialogo con il contesto, assumendo lo spazio museale come vero e proprio spazio di indagine e sperimentazione.
Con questo metodo sono stati ideati, ad esempio, i progetti espositivi di David Adika a Casa Morandi, di Luca Lanzi alle Collezioni Comunali d’Arte, di Andrea Salvatori al Museo Davia Bargellini e di Alberto Tadiello al Museo internazionale e biblioteca della musica, che resteranno visitabili anche oltre il weekend di Art City Bologna. Abbiamo anche ampliato la platea dei soggetti aderenti, con la significativa inclusione del Teatro Comunale e dell’Opificio Golinelli, tra gli altri, e individuato snodi e connessioni di senso tra i diversi progetti.

Da settimane Bologna è balzata agli onori della cronaca contemporary per gli strappi di alcuni murales nell’ambito del progetto portato avanti da Roversi Monaco. Lei che idea si è fatta in merito?
Penso che il ruolo del MAMbo su queste peculiari questioni debba essere quello di favorire il confronto e creare un clima che generi interesse e opportunità, anche nell’ambito del Writing e della Street Art. Cosa che peraltro ha fatto, collaborando con il progetto Frontier.

Marco Enrico Giacomelli

www.museibologna.it

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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