Percorso ellenico. I protagonisti parlano della crisi

Syrago Tsiara, Katerina Koskina, Massimiliano Mao Mollona e Poka-Yio. Sono direttori di musei e centri d’arte, fondatori e curatori di Biennali. Li abbiamo contattati per parlare di crisi greca. Perché non è mica finita: semplicemente, si è smesso di parlarne.

SYRAGO TSIARA
direttore di cact / smca

Come si rapporta il Centro d’Arte di Salonicco con la politica?
Per noi l’approccio all’arte e al pubblico è un fatto politico. Promuoviamo la collaborazione, l’accesso libero all’informazione, la partecipazione. Cerchiamo di creare uno spazio aperto per la discussione, un forum in cui l’arte non sia lontana dai problemi della collettività. Anche l’attuale Biennale di Salonicco, che è collegata al lavoro del museo e del centro, riflette su identità e alterità, anch’essi temi politici.

Parliamo di risorse. Quanto incidono i contributi pubblici sul vostro bilancio e come state affrontando la situazione?
Fino al 2010 museo e centro erano quasi interamente finanziati con contributi pubblici. Negli ultimi quattro anni abbiamo avuto tagli tra il 65% e il 70%. Attualmente il ministero paga solo gli stipendi; dobbiamo reperire risorse da privati e partecipare ai bandi della Comunità Europea per le altre attività. Non conosciamo la politica culturale del governo greco per i prossimi anni. Ma sicuramente dobbiamo fare sempre più rete. I periodi di difficoltà ci consentono anche di diventare più creativi.

Cosa pensi della nuova sede di Documenta ad Atene?
È una grandissima opportunità. Noi non abbiamo una grande tradizione di policy municipale in materia d’arte. E questa occasione di collaborazione tra i due Comuni di Kassel e Atene è buona. Io credo nelle pratiche collaborative, per cui auspico che questa nuova edizione di Documenta sia un’agorà aperta, un’occasione di dialogo tra istituzioni locali ed extra-locali. Ritengo che l’arte contemporanea non debba essere chiusa in spazi bianchi, ma credo in un lavoro discorsivo, collettivo e collaborativo.

www.cact.gr
www.greekstatemuseum.com

Il nuovo edificio dell'EMST di Atene

Il nuovo edificio dell’EMST di Atene

KATERINA KOSKINA
direttore dell’emst

Dal 2014 avete una nuova sede. Quali sono i principali obiettivi dell’EMST?
La creazione di collezioni di opere d’arte contemporanea ellenica e internazionale, la promozione e presentazione di pratiche artistiche sperimentali e di ricerca, il sostegno allo sviluppo di un pubblico consapevole e interessato alla teoria e alla storia dell’arte contemporanea.

Su che cosa state lavorando e quanto vi influenza l’attuale situazione politica ed economica del Paese?
Siamo concentrati sull’applicazione di un piano strategico per il museo e sull’allestimento della collezione permanente. La prima visione della collezione darà una grande enfasi alle opere che hanno un orientamento politico e sociale, includendo artisti greci e internazionali i cui lavori hanno a che fare con l’attualità politica e i temi umanitari, come la crisi della democrazia, le migrazioni, i confini, il traffico di uomini, i confitti, i diritti umani, la solidarietà e modelli di convivenza e di resistenza. Il museo deve affrontare il cambiamento, non restare immobile.

Com’è finanziato l’EMST?
Prevalentemente con risorse del Ministero della Cultura, Educazione e Affari religiosi. A causa della crisi, cerchiamo risorse anche in altri settori pubblici e privati: donazioni, fondazioni, sponsor. Stiamo completando una procedura per ricevere un importante fondo dalla Fondazione S. Niarchos. Fare rete e creare sinergie è un altro modo per affrontare la situazione. I tagli sono ingenti ma la nostra volontà di aprire il museo al pubblico è più grande. I nostri sforzi sono orientati a idee innovative che garantiscano una sostenibilità finanziaria al museo.

www.emst.gr

Poka-Yio, sulfur, 2015 – still da video - courtesy l'artista

Poka-Yio, sulfur, 2015 – still da video – courtesy l’artista

MASSIMILIANO MAO MOLLONA & POKA-YIO
curatore e co-fondatore di Athens Biennale AB5TO6

La Biennale di Atene 2015 e l’edizione successiva, quella del 2017, sono unite. Per quale motivo?
La sfida della Biennale è creare sostenibilità, stabilità, un punto di riferimento e un laboratorio costante che segua l’avanzata di continui, rapidi e drammatici cambiamenti. C’è una motivazione politico/concettuale: vogliamo prenderci due anni per fare ricerca sul terreno per coinvolgere gli attori istituzionali fuori dal mondo dell’arte.

Ma le risorse ci sono?
La situazione è molto critica.

E quindi?
Siamo andati avanti lo stesso, cercando risorse private. Un tema importante che affrontiamo è quello delle economie alternative, delle monete virtuali. Abbiamo invitato gruppi di quartiere autogestiti, solidarityforall e dall’Italia Teatro Valle e Macao. Il 18 novembre c’è stato l’evento ufficiale di apertura con una conferenza con speaker internazionali e una giornata dedicata sia a gruppi artistici che a gruppi di attivisti che si incontreranno.

Che rapporti avete con Documenta?
Per il 2017 auspichiamo un dialogo con Documenta 14 e proveremo a concentrare gli eventi della Biennale nel mese di ottobre.

www.athensbiennale.org

a cura di Silvia Scaravaggi

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #27

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Silvia Scaravaggi

Silvia Scaravaggi

Operatrice culturale e curatrice indipendente. Si è laureata con Sandra Lischi all'Università di Pisa in Teoria e tecniche dei mezzi di comunicazione audiovisiva; ha approfondito lo studio dei nuovi media durante il Socrates all’Universiteit van Amsterdam. Ha collaborato con Aiace…

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