Innovazione: si può fare anche in Italia

Ebbene sì, anche in Italia si può fare innovazione. E per di più senza pedigree economico o relazioni famigliari. Se non ci credete, chiedete a Marco Mari. Ovvero l’uomo che sta dietro all’Italia Innovation Program.

È stato Sree Sreenivasan ad aprire il gruppo di lavoro di Italia Innovation Program. È uno dei nomi più noti nel digital media internazionale, oltre che uno dei più influenti a livello globale. Dopo una lunga carriera di professore alla Columbia, ha raggiunto il Met di New York come chief digital officer. Ovvero coordina un gruppo di settanta persone che lavorano per sviluppare le strategie digitali del grande sistema museale. Mr. eMet è solo uno dei tanti nomi che Marco Mari, venticinque anni, ha portato in Italia per questo summer program. Ovvero un mese di lavoro, da metà giugno a metà luglio, attorno ai temi centrali del made in Italy, dove si sono incrociate le storie di tante aziende e tante realtà culturali del Paese.
Lo scorso anno avevano partecipato al programma nomi come La Biennale di Venezia e Diesel. Scenario, stavolta, le bolle Fuksas di Nardini, la business school del Cuoa, in una villa veneta, e le tenute di Ca’ del Bosco. Posti pazzeschi, dove per trenta giorni svariati team hanno lavorato su innovazione digitale e marketing.

Marco Mari, fondatore e CEO di LegalPAD

Marco Mari, fondatore e CEO di LegalPAD

Gente con supercurricula che vien fuori dalle migliori università del mondo, da Yale a Tel Aviv a Standford, dove Marco ha stretto una liaison con la sua legaIPAD. Che succede? Viene creato un brief sul quale poi il gruppo di lavoro si impegna a fornire risposte avanzate. Quest’anno hanno partecipato realtà come Palazzo Grassi / Punta della Dogana e Illy, e si sono confrontate con nomi incredibili su problemi reali da risolvere. A chiudere la sessione, il direttore design di Stanford, ovvero il signor Burnet.
L’Italia Innovation Program vuole diventare così una piattaforma indipendente e di riferimento mondiale per la crescita a innovazione del made in Italy. Morale della favola: Marco Mari si è dotato di molto spirito di iniziativa, di idee e di un bagaglio di spregiudicatezza. Senza pedigree economico o relazioni famigliari. Ha convinto importanti nomi e università internazionali a credere al suo programma e alle sue idee. Così ha agganciato un set di aziende con la voglia di cambiare. Il tutto offrendo un mix incredibile che è l’Italia: arte, design, fashion e lifestyle.
Insomma, si può fare.

Cristiano Seganfreddo
direttore del progetto marzotto
direttore scientifico del corriere innovazione

www.italiainnovationprogram.com

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #25

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