Matera 2019. Intervista con Gea Casolaro

Con l’intervista a Gea Casolaro – reduce da una residenza nel materano, dove ha girato il suo ultimo video, “Prima che la notte duri per sempre” – inauguriamo una nuova rubrica, anzi un piccolo giornale nel giornale: Matera Sentinel, per prepararci e prepararvi al 2019, quando Matera sarà Capitale europea della Cultura 2019.

Gea Casolaro (Roma, 1965; vive a Roma e Parigi) racconta la sua esperienza di residenza nel materano in occasione del suo ultimo video, Prima che la notte duri per sempre, girato in Basilicata nei luoghi interessati dall’estrazione e lavorazione del petrolio. La call dedicata al tema, ARTaboutOIL, è stata lanciata dalla piattaforma materana ArtAbout, di cui l’artista è risultata vincitrice.
Da anni Gea Casolaro, attenta interprete della realtà ambientale e sociale, lavora con il video e la fotografia, entrando in connessione con i territori e le città che attraversa. Questi stessi strumenti le hanno permesso di costruire il proprio sguardo sulla Basilicata, in particolare su quei comuni direttamente coinvolti dalle trivellazioni petrolifere. L’insofferenza dei lucani per il mancato ascolto delle loro obiezioni e la deriva a cui l’estrazione dell’oro nero potrebbe condurre in termini di salute e disastri ambientali sono i punti di partenza da cui ArtAbout prende le mosse e ai quali l’artista ha offerto la propria risposta e il proprio contributo.

Puoi raccontarmi di questa esperienza e del tuo attraversamento tra i luoghi e la gente del posto?
La cosa più importante di questo progetto, per me, è stato il modo in cui è nato: l’idea del lavoro collettivo, in cui tutti i partecipanti offrono il loro sapere, le loro capacità, le loro competenze. Tutti noi abbiamo lavorato gratuitamente, chiunque ha messo a disposizione se stesso; mi sembra innanzitutto un atto estremamente politico. La nostra stessa vita è politica in ogni singolo momento. Noi tutti, e non solo i politici di professione, facciamo politica: sono le nostre scelte che contano, ma per farle valere dobbiamo agire insieme.
Le competenze hanno un valore se ben impiegate, e questo metterle al servizio di un obiettivo comune rende il progetto stesso una sintesi di quello che dovremmo e potremmo fare: costruire insieme. E non parlo solo del video in sé, ma di tutto il processo che c’è dietro: le persone che si sono incontrate, gli artisti che, pur non avendo vinto il concorso, sono venuti a lavorare con me e hanno a loro volta conosciuto altre cose e avuto altre idee.

A proposito di Prima che la notte duri per sempre, quale approccio emerge dal video? Il tema della denuncia e della responsabilità dell’uomo verso il territorio, o piuttosto un racconto per immagini delle “architetture del petrolio” – intendendo per architettura la realtà identitaria di un luogo – o ancora un approccio edificante e fiducioso che vuole smuovere le coscienze e sollecitare la capacità costruttiva futura?
Tutti quelli che hai detto. Le immagini iniziali raccontano questo disastro: lo rendono visibile, facendolo diventare un incubo. Ma quello che mi interessa, come sottolinei tu, non è solo la denuncia: denunciare è importante ma non sufficiente. La proposta che io faccio è di pensare a noi stessi, a noi esseri umani, come energia alternativa. La frase finale del video dice: “La vera energia alternativa siamo noi, produciamola insieme”, ed è quello che abbiamo fatto: unito le forze per creare un’energia differente.
Dobbiamo crederci realmente, affinché accada prima che la notte duri per sempre, prima che sia troppo tardi. Dobbiamo agire ed essere protagonisti. Il video non dura neanche 8 minuti, di cui due di soli titoli di coda… neanche fosse Ben-Hur! Questo perché i partecipanti sono stati tantissimi, e le collaborazioni si sono estese a macchia d’olio (quello buono). Eravamo in tanti e per me sono stati tutti importanti. La speranza è di aver dato l’esempio, una risposta non solo poetica ma pragmatica.

Gea Casolaro, Prima che la notte duri per sempre, 2015 - still da video

Gea Casolaro, Prima che la notte duri per sempre, 2015 – still da video

Il tema ricorrente in molti tuoi lavori è la ricerca e lo svelamento di altre realtà nella realtà che ci circonda, la messa in discussione dell’immagine stereotipata di un luogo, al fine di creare la distanza necessaria per una riflessione più ampia e generica. La Basilicata non ha un’immagine stereotipata di sé. Come ti sei rapportata a questo tema allora, nel momento in cui hai visitato quei posti per la prima volta? Quello che offri tu, attraverso il video, è un primo sguardo sul tema e non una riflessione su un’immagine già data.
In questo caso, uno dei problemi del petrolio è proprio la sua invisibilità, e noi l’abbiamo reso visibile. Avevo un’idea della Basilicata totalmente sbagliata, nel senso che non avevo una vera e propria immagine. E confrontandomi con gli altri mi sono accorta che questo accade spesso.
Mi è successa la stessa cosa in occasione di un lavoro in Lussemburgo: nessuno ha un’immagine precisa del Lussemburgo. Mi chiedo se sia una scelta voluta o meno. Me la immaginavo, la Basilicata, come un luogo desertico, e invece ho scoperto un territorio così ricco e variegato, con un’offerta ampia… un posto di una bellezza incredibile. Penso e spero che anche in questo senso il video possa aiutare a costruire un’immagine di una regione che non è tanto visibile, a comprendere il perché di quest’assenza, e a partecipare a una messa a valore di tutte le sue risorse, in primo luogo quelle umane.

Federica Fierri

www.artabout.org

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Federica Fierri

Federica Fierri

Federica Fierri (Potenza, 1987) è uno storico dell'arte e giovane curatrice. Consegue la Laurea in Arte Contemporanea con una tesi sugli artists-in-residence operanti presso il Circolo Scandinavo di Roma. Approfondisce poi la didattica museale presso il Dipartimento Educazione della Fondazione…

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