Quando la Terra sarà un museo. Parla Arseny Zhilyaev

È in mostra insieme a Mark Dion alla Casa dei Tre Oci di Venezia, poi inaugurerà la sua prima personale italiana alla Galleria Canepaneri di Milano. Lui è Arseny Zhilyaev ed è fissato con il cosmismo. Gli abbiamo chiesto lumi…

Arseny Zhilyaev (Voronezh, 1984) è un artista attualmente esposto fra gli eventi collaterali della Biennale di Venezia, alla Casa dei Tre Oci: nella mostra Future Histories è in un dialogo con Mark Dion, in un progetto a cura di Magnus Af Petersens e della Fondazione V-A-C.
In mostra Zhilyaev riflette sul ruolo del museo nella formazione e conservazione della memoria. Cosa rimarrà nella memoria collettiva della struttura socio-politica odierna? Arseny immagina che in futuro la Terra diventerà un museo soprannominato La culla dell’umanità, dove saranno raccolti artefatti del passato. Uno dei servizi di questo museo idilliaco, quasi utopico, sarà la risurrezione degli antenati di un ipotetico cliente. In questo modo Zhilyaev riflette sulla teoria del cosmismo sovietico.
Una parte di questo progetto è Il museo della cultura del proletariato, presentata nel 2012 durante il Premio Kandinsky a Mosca. Il giovane artista ripensa all’eredità dell’avanguardia sovietica e della museificazione degli Anni Venti. Fa parte della mostra anche il lavoro Il poema pedagogico, presentato nel 2013 nel complesso dei musei di Presnya a Mosca. Zhilyaev interpreta la rappresentazione della storia nel museo, l’arte collettiva e la politica della censura nella Russia odierna.

Com’è nata l’idea della mostra Future Histories?
La Fondazione V-A-C ogni due anni, durante la Biennale di Venezia, organizza una mostra di un artista russo e di uno straniero. Scelgono artisti che in qualche modo hanno caratteristiche comuni nel loro approccio con l’arte. Quest’anno siamo stati scelti noi, io e Mark Dion; la mostra è curata da Magnus af Petersens della Whitechapel Gallery di Londra.

Arseny Zhilyaev - Future Histories - veduta della mostra presso la Casa dei Tre Oci, Venezia 2015

Arseny Zhilyaev – Future Histories – veduta della mostra presso la Casa dei Tre Oci, Venezia 2015

Il dialogo con Mark Dion è un’idea del curatore oppure vi conoscevate già? Com’è si evoluto il progetto?
Personalmente non conoscevo Mark prima della mostra, ma avevo visto i suoi lavori nei libri e nei musei. Mark è uno degli artisti sui quali mi sono orientato per sviluppare le mie idee riguardo ai musei. Di solito lavoro circa un anno su ogni progetto. L’idea della “culla dell’umanità” mi è venuta in mente tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, dopodiché l’ho elaborata e precisata. Alcune parti le avevo fatte vedere tempo fa nella mia città natale, Voronezh, e anche a New York durante la mostra di Boris Groys, Il fantasma del comunismo.
C’è stato molto movimento nell’organizzazione di questa mostra, ma la maggior parte della produzione l’abbiamo fatta in Italia. Poi l’abbiamo montata in due settimane a Venezia.

Che cosa significa per te “culla dell’umanità”?
La culla dell’umanità è il nome del demanio artistico del museo, che è stata organizzata sulla Terra dopo che l’essere umano ha clonato il cosmo. Il mio progetto fa convivere le intuizioni dei cosmisti russi e la loro appropriazione dello stato nel futuro.

Com’è nato il tuo interesse per il cosmismo?
È nato dalla mia ricerca sul progetto museologico di Nikolay Fedorov. Ora, insieme a e-flux di New York e la V-A-C Foundation, sto preparando l’antologia avanguardistica della museologia. L’interesse artistico a questo progetto è aumentato grazie a un mio amico artista moscovita, Eugeny Antufiev. Abbiamo discusso prima della sua mostra sulla vita eterna, che era basata sulla filosofia del cosmismo. So che da parecchi anni anche Anton Vidokle lavora su questo argomento. Mi è molto vicina anche l’interpretazione del cosmismo di Boris Groys, il quale interpreta questo progetto come un curatore e lo tratta in modo tale da poter fare delle pianificazioni nel mondo dell’arte.

Arseny Zhilyaev - Future Histories - veduta della mostra presso la Casa dei Tre Oci, Venezia 2015

Arseny Zhilyaev – Future Histories – veduta della mostra presso la Casa dei Tre Oci, Venezia 2015

Raccontaci del progetto che stai preparando per la galleria milanese Canepaneri.
Sarà una delle varianti di un grandissimo work in project, M.I.R. [Museo della Storia di Russia; ‘mir’ in russo significa anche ‘pace’ o ‘universo’). Sarà un museo illusorio del mio Paese nel futuro. Presenterò un frammento dedicato all’arte contemporanea, l’appropriazione concettuale di Vladimir Putin in veste d’artista. La versione milanese sarà composta da alcuni lavori legati all’Italia. Questo progetto è già stato presentato alla Fondazione Kadist a Parigi e a San Pietroburgo, dopodiché una parte del progetto è stata esposta a New York presso lo spazio e-flux.

Nei tuoi lavori parli molto di musei e museificazione. Qual è il ruolo del museo nella società contemporanea, in Occidente e in Russia?
Ovviamente ci sono tantissime differenze fra Italia e Russia, ma ci sono anche tanti punti in comune. Sono due Paesi capitalisti che hanno due tipi di economie diverse e tantissimi problemi, però la lunga amicizia di Putin e Berlusconi spiega come avessero degli argomenti comuni da discutere.
I musei in questi due Paesi, come nel resto del mondo, hanno gli stessi scopi. Non mi interessa più di tanto l’organizzazione di un museo contemporaneo, ma soprattutto come un museo riesca a scavalcare i suoi limiti, uscire fuori, anticipare le tendenze e guardare a un futuro lontano. Tutto questo è impossibile senza un’analisi seria del ruolo politico che ha il museo e l’arte contemporanea nelle nostre società.

Arseny Zhilyaev

Arseny Zhilyaev

Com’è la situazione dell’arte contemporanea in Russia oggi? Com’è collegata al quadro socio-politico?
La Russia ancora oggi si trova in fase di costruzione istituzionale. Il sistema dell’arte non è costruito neanche a metà. La società non è pronta per la legittimazione delle pratiche dell’arte contemporanea. Tutto questo non interferisce con la comparsa di progetti molto interessanti e innovativi. Tante cose nuove accadono oggi anche fuori dalle capitali, nei posti dove non ci sono neanche grandi istituzioni, ma sono presenti grandi comunità di artisti. Ad esempio a Voronezh c’è un nucleo d’arte contemporanea che si chiama Artist Run Space.

Quale ruolo e importanza ha la figura di Vladimir Putin per la Russia?
Il ruolo di Vladimir Putin per la Russia è colossale, probabilmente anche più grande di quello di Berlusconi in Italia.

La tua arte ha molte sfumature politiche e sociali. Hai mai avuto problemi per i tuoi progetti in Russia?
L’unico limite che ho riscontrato è l’autocensura dei funzionari della cultura e poca apertura mentale da parte di professionisti e amatori dell’arte.

Come reagiscono i visitatori occidentali vedendo le tue opere? Quanto è diversa la loro reazione da quella dei tuoi connazionali?
Lavoro tantissimo con il senso dello humour, e questa è una lingua internazionale, quindi succede spesso che la gente sorrida. Mi sembra anche che il problema del museo come media e della mostra come media oggi sia nel centro dell’attenzione. Sono temi centrali per le mie riflessioni. In ogni mio progetto c’è un filo rosso che sottolinea le possibilità dell’arte contemporanea e della mostra in sé. Spero che anche la gente lontana dal mondo dell’arte trovi qualcosa di interessante nelle mie mostre. Cerco di lavorare sul doppio fronte, come amavano di ripetere i nostri classici.

Anna Kostina

Venezia // fino al 23 agosto 2015
Mark Dion / Arseny Zhilyaev – Future Histories
a cura di Magnus Af Petersens
CASA DEI TRE OCI
Fondamenta delle Zitelle 43
041 2412332
[email protected]
www.v-a-c.ru

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/44345/mark-dion-arseny-zhilyaev-future-histories/

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Anna Kostina

Anna Kostina

Nata e cresciuta a Mosca, dopo la laurea in Sociologia e il diploma in Architettura d’interni lavora come designer in varie città d’Europa. Dopo qualche anno si stabilisce a Milano, ma continua a fare la spola tra l'Italia e Mosca.…

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