Moretti, Sorrentino, Garrone. Tre italiani a Cannes

Ci sono tutti, come volevano i pronostici. Tre gli italiani in competizione al Festival di Cannes: Nanni Moretti con “Mia Madre”, Matteo Garrone con “Il racconto dei racconti”, Paolo Sorrentino con “La giovinezza”. Ecco cosa ne pensiamo.

Nella conferenza di presentazione del Festival di Cannes, il presidente entrante Pierre Lescure – dopo tredici anni di amministrazione storica di Gilles Jacob – e Thierry Fremaux hanno annunciato in streaming un’edizione più audace del solito. La nostra tripletta, composta da Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, si troverà a competere tra gli altri con Todd Haines (Carol), Hou Hsiao Hsien (The Assassin), Jia Zhang-Ke (Mountains May Depart), Kore-Eda Hirokazu (Our little Sister) e Gus Van Sant (The Sea of Trees).


MORETTI – L’INTELLETTUALE
È uscito pochi giorni fa su Il Fatto Quotidiano un pezzo di Gianluca Arcopinto su Mia Madre. Nell’articolo il produttore racconta cosa ha rappresentato Moretti per molti romani, per alcune generazioni del cinema e per alcuni italiani. Un’altra parte dell’Italia detesta Moretti, il suo egocentrismo, il suo stile e la sua piega politica. Comunque lui riesce sempre a far parlare di sé ed è tra i pochi connazionali a poter vantare una Palma d’Oro e un ottimo rapporto col festival del cinema più blasonato al mondo.
A casa Moretti sono tutti letterati: lo era il padre, docente universitario di epigrafia greca; la madre, insegnante di lettere al liceo; il fratello maggiore, professore di letteratura comparata. Sicché Nanni nella sua famiglia è un’anomalia. La sua liaison con Cannes, di cui è ormai un veterano, comincia nel 1993 quando vince la Palma alla Regia con Caro Diario. Dopo quattordici anni, nel 2001 si aggiudica la Palma d’Oro con La stanza del figlio. Torna in competizione nel 2011 con Habemus Papam e l’anno successivo è presidente della Giuria.
Il film di quest’anno è semplice e asciutto, ispirato a un episodio autobiografico: la morte della madre. La storia, quasi pretestuale, è invece un modo per parlare dello stato dell’Italia, degli esseri umani e delle loro esigenze affettive aggiornate all’era contemporanea.
Mia Madre è prodotto dalla Sacher Film, Fandango, Rai Cinema e coprodotto dal direttore generale di Arte France Cinema, ex delegato generale della Quinzaine des Realizateurs a Cannes e direttore artistico del Festival di Locarno, Olivier Père. Sebbene dei tre italiani Moretti sia il più amato a Cannes, è difficile che vinca una seconda Palma sempre sul leitmotiv della morte.


SORRENTINO – IL BORGESE
Quando Fremaux ha introdotto Sorrentino è stato ambiguo, ma neanche troppo: “L’ultima volta era in consorso con ‘La grande bellezza’, ma era invece di volgarità che si trattava, non era bellezza. Era la volgarità della società italiana contemporanea. Adesso il film si intitola ‘La giovinezza’, ma parla della vecchiaia…”.
Con La grande bellezza Sorrentino ha vinto l’Oscar come miglior film straniero, il Golden Globe e il BAFTA nella stessa categoria, quattro European Film Awards 2013, nove David di Donatello 2014 e cinque Nastri d’argento 2013. È tornato a mani vuote solo da Cannes, dove pure era in concorso. Anche in Italia ha spaccato la critica a metà. È nota la sua indisposizione verso la stampa e certo se qualche scoop lo deve concedere, sceglie La Repubblica, dove la moglie lavora come giornalista.
Sorrentino ha un passato personale piuttosto doloroso. Di famiglia benestante, resta orfano in seguito a un incendio. Schivo, solitario e diffidente, è un personaggio sempre sulle difensive, ma sa essere diplomatico al momento opportuno. Ha anche avuto un certo successo come scrittore e nel 2010 è stato il terzo classificato al Premio Strega. Il suo alter ego letterario è Tony Pagoda, quello cinematografico Tony Servillo.
Dei tre registi in concorso a Cannes, è il meno amato: dal festival non ha infatti mai ricevuto alcun riconoscimento. La giovinezza, di cui in questi giorni è uscito il primo trailer, ha un cast tutto di Oscar e stelle: Michael Caine (truccato e pettinato sinistramente come se fosse la controfigura di Tony Servillo), Rachel Weisz, Jane Fonda, Paul Dano, Harvey Keytel. È la storia di due artisti alla fine dei loro giorni e di come osservano la vita dei giovani che gli sono attorno. Youth è una coproduzione Italia-Francia-Regno Unito-Svizzera: Indigo Film in collaborazione con Medusa Film, in associazione con Barilla e BNL Gruppo BNP Paribas per l’Italia; Barbary Films, Pathé, France 2 Cinéma per la Francia; Number 9 Films per il Regno Unito; C-Films per la Svizzera. È prodotto da Carlotta Calori, Francesca Cima e Nicola Guliano, gli stessi che hanno portato Sorrentino sulla strada verso Hollywwood.
Trivia: Sorrentino è stato attore per Moretti ne Il Caimano.
Il suo stile non sembra nelle corde dei fratelli Coen, presidenti di Giuria della corrente edizione.


GARRONE – IL GROTTESCO
Matteo Garrone è il figlio di un influente critico teatrale ed è cresciuto nel quartiere di Trastevere, quando ancora aveva le caratteristiche veraci che piacevano a Fellini. È sempre stato un tipo particolare: del nostro trio è il più timido e certo quello più audace, sia nella vita privata che con la regia. Attratto dall’umanità ai margini della società, anche in termini esistenziali, ha fatto del grottesco la sua bandiera.
Di formazione artistica, ha trasposto l’astrazione pittorica dalle sue tavole al cinema. Preferisce lavorare con attori non professionisti in spazi reali ai limiti del documentario, spesso con camera a mano. Ha vinto il Grand Prix a Cannes nel 2008 con Gomorra e di nuovo nel 2012 con Reality.
Il trailer de Il racconto dei racconti a prima vista contiene suggestioni pasoliniane, ma pare sterzare per l’insolita strada del fantasy, genere poco navigato nel nostro Paese. È ispirato a tre racconti dell’omonima opera di Giambattista Basile, autore napoletano del XVII secolo antesignano della letteratura fiabesca. Garrone ha messo insieme un cast improbabile per questa avventura: Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones, John C. Reilly, Stacy Martin, Guillaume Delaunay, Alba Rohrwacher e… Massimo Ceccherini.
Il racconto dei racconti è prodotto da Matteo Garrone, Jeremy Thomas, Jean e Anne-Laure Labadie ed è una co-produzione Archimede e Le Pacte, con Rai Cinema e con Recorded Pitures.
È bene ricordare che Garrone viene in qualche modo dalla scuderia Sacher, infatti il suo primo riconoscimento è stato proprio un Sacher d’Oro per il corto Silhouette nel 1996.
Trivia: anche lui è stato attore per Moretti ne Il Caimano.

Matteo Garrone, Il racconto dei racconti - photo Greta De Lazzaris

Matteo Garrone, Il racconto dei racconti – photo Greta De Lazzaris

A CANNES
Con i dati a disposizione in questo momento, Garrone, almeno sulla carta, sembra il favorito dell’edizione di Cannes e le sue atmosfere potrebbero intrigare i fratelli di Minneapolis che presiedono la giuria.
I giochi sono tutti aperti, qui si azzardano previsioni impossibili, anche se, e su questo è difficile sbagliare, almeno un premio dovrebbe tornare a casa con uno dei nostri.

Federica Polidoro

www.festival-cannes.com

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Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

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