Collezione Maramotti. Le mostre della stagione 2014/2015

A partire dal 12 ottobre, Alessandra Ariatti e Chantal Joffe danno nuova vita a fattezze di volti e a ritratti pittorici di soggetti integri, presenti. Mentre “Il corpo figurato” e Corin Sworn traghetteranno gli spazi e le attività della Collezione di Reggio Emilia nel 2015.

Il 12 ottobre, fra le altre proposte della Collezione Maramotti, troviamo la doppia personale di Alessandra Ariatti e di Chantal Joffe, dal titolo Ritratti di donne.
Ariatti dipinge gruppi di figure che hanno una precisione iperfotografica, funzionale alla possibilità di sondarne la profondità psicologica e l’intensità di interrelazione umana. Ciò che le interessa, nella pratica della sua pittura, è la possibilità di mettere in luce una relazione tra i soggetti delle opere e l’artista e di generare un dialogo con lo spettatore. Joffe, nelle quattro opere esposte, rappresenta invece insistentemente, quasi ossessivamente, una sola figura e a tutto campo, intera o quasi, immersa in uno spazio ambientale definito, con pennellate estremamente sciolte, che fondono i dettagli del viso, dei vestiti e dell’ambiente in un unico flusso pittorico.

Corin Sworn - Lens Prism (2010). Courtesy l'artista e Kendall Koppe, Glasgow

Corin Sworn – Lens Prism (2010). Courtesy l’artista e Kendall Koppe, Glasgow

Abbiamo domandato alla direttrice della Collezione Maramotti, Marina Dacci, a partire da quali idee, da quali esigenze sono nate le mostre in programma. “L’idea, ha risposto la curatrice,“è il filo rosso sotteso da sempre alla ricerca artistica presente in Collezione, di cui la pittura è uno dei punti focali. Mettere in dialogo, seppur virtualmente (nel rispetto delle peculiarità del percorso delle due artiste invitate, Alessandra Ariatti e Chantal Joffe), due progetti di pittura e nello specifico due progetti incentrati sul ‘topos ritratto’ ci sembrava interessante. Tanto più che le due artiste sono coetanee e fanno pittura da sempre. Forse si può anche leggere, per questo progetto, una sorta di continuità con quello di Margherita Manzelli del 2010: anche in quel caso un’artista donna che dipingeva (e dipinge tuttora) donne, quindi con quella specialissima sensibilità che indaga e rappresenta l’identità di genere con uno sguardo tutto al femminile. Anche il progetto editoriale di questa mostra segue lo stesso approccio: due volumi autonomi che sono tenuti insieme da una fascia in tessuto, a ribadire il dialogo ma anche la totale autonomia di sviluppo e di percorso delle due artiste”.

Dietmar Lutz – Querelle, 2005. Courtesy Collezione Maramotti © l’artista

Dietmar Lutz – Querelle, 2005. Courtesy Collezione Maramotti © l’artista

Una doppia mostra, quindi, che prosegue in senso ideale: “In parallelo abbiamo deciso di realizzare un piccolo focus sulle opere presenti in collezione che hanno come soggetto il corpo, la figura”, prosegue Marina Dacci. Si tratta di un ‘open storage’ che offre la possibilità ai visitatori di vedere opere della collezione non esposte in permanenza. Anche questo è uno dei passaggi ricorrenti nella nostra pratica espositiva”.
Ma quali aspettative, quali intenzioni sottolineano la portata e i contenuti dell’intera offerta culturale per la prossima stagione espositiva? “Questa scelta di presentare due progetti nel rispetto della loro specifica identità rispecchia lo spirito di fondo della nostra Collezione, che conferisce la massima centralità agli artisti invitati e restituisce loro una specifica responsabilità all’interno del processo creativo ed espositivo. Responsabilità che non ricade su scelte critiche esterne, anche se sono presenti nelle pubblicazioni dei testi di accompagnamento/commento al progetto, realizzati ex post. Naturalmente Alessandra Ariatti e Chantal Joffe sono state messe a reciproca conoscenza dell’idea di fondo e ognuna conosce i lavori che ha prodotto l’altra”.

Ena Swansea – Exhibitionist, 2004. Courtesy Collezione Maramotti © l’artista

Ena Swansea – Exhibitionist, 2004. Courtesy Collezione Maramotti © l’artista

Nel 2015 cambia il genere ma non il medium pittorico. Infatti, riprende la Direttrice, “sarà la volta di un altro progetto pittorico di Enrico David, artista italiano ormai basato a Londra, grazie al cui lavoro proseguiremo sull’indagine della vitalità e attualità di questo medium oggi. La prossima primavera, poi, aderiremo come sempre al circuito di Fotografia Europea con una collaborazione con la Kunstalle di Helsinki per una piccola retrospettiva sul lavoro di Eskko Manniko”. Ma le anticipazioni dalla Kunsthalle emiliana non finiscono qui. “In autunno 2015 avremo la presentazione del lavoro di Corin Sworn (vincitrice della quinta edizione del Max Mara Art Prize), che ha appena concluso la sua residenza di sei mesi in Italia con un soggiorno di tre mesi a Roma, due mesi a Napoli e un mese a Venezia, e che attualmente sta elaborando il materiale prodotto in questo periodo”.

Mario Schifano – Futurismo rivisitato a colori, 1967-1970. Courtesy Collezione Maramotti

Mario Schifano – Futurismo rivisitato a colori, 1967-1970. Courtesy Collezione Maramotti

Infine, la circolazione internazionale delle attività della Collezione Maramotti. Ancora la direttrice: “Ci sono un paio di ipotesi per esportare all’estero alcuni nostri progetti, ma è prematuro parlarne. Iniziative di questo tipo si collocano in una linea di valorizzazione della Collezione e degli artisti che la Collezione sostiene, oltre i confini nazionali. Percorso, questo, che abbiamo inaugurato con le prime collaborazioni in Germania, a cui è seguita la Svezia e successivamente la Russia. Finger crossed!”.

Ginevra Bria

Reggio Emilia // fino al 12 aprile 2015
Ritratto di donne – Alessandra Ariatti / Chantal Joffe
COLLEZIONE MARAMOTTI
Via Fratelli Cervi 66
0522 382484
[email protected]
www.collezionemaramotti.org

 

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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