Pianeta Pacific Design Center. Conversazione con Helen Varola

Vivere a Manhattan e gestire uno dei più prestigiosi spazi a West Hollywood? Si può. Abbiamo incontrato Helen Varola, che ci spiega come. Mentre è in forze al Pacific Design Center.

Helen Varola, indipendent art advisor, mestiere sfuggente quanto cruciale per il destino di artisti e gallerie. Come sei arrivata a questa professione?
L’arte occupa una parte molto importante nella mia vita. Ho studiato storia dell’arte all’Università di Chicago, quindi ho lavorato per notevoli gallerie quali Paula Cooper, Peter Blum, Blum Helman e Houk Friedman, fino a quando non ho deciso di continuare da sola.

Quando è arrivata la decisione di aprire la tua impresa?
Ho aperto la Helen Varola Advisory nel 1999. Avevo voglia di sentirmi più libera, di mettermi maggiormente in gioco.

Quali sono i requisiti principali che deve avere un art advisor?
Essere competenti è ovviamente un must, ma non basta. Servono reputazione ed energia, quindi coraggio.

Una laurea a Chicago, una vita intera a New York e oggi Los Angeles. Perché?
La crescita del mondo dell’arte contemporanea di L.A. è agli occhi di tutti. Artisti, curatori, critici, galleristi, collezionisti… in tanti si stanno spostando là e molti ancora sono attenti agli eventi che succedono. Ho cercato e trovato più che volentieri la sfida di unirmi ai pionieri del mondo dell’arte della città.

Pacific Design Center - Mary Younakof performance

Pacific Design Center – Mary Younakof performance

Da quando lavori a Los Angeles?
Da quando ho lanciato il mio Arts Program al Pacific Design Center nel 2009.

Però ancora abiti nella Grande Mela.
Los Angeles è troppo lontana dall’Italia, Paese dove è nato mio marito e dove amo passare tutto il mio tempo libero. Restando a Manhattan e spostandomi a West Hollywood quando serve, tutto funziona bene.

Ci presenteresti il Pacific Design Center?
Già da prima di occuparmi della programmazione artistica del Pacific Design Center, lavoravo per il proprietario del building, Charles Cohen, per cui curavo la collezione privata. Il complesso di gallerie che dirigo al Pacific Design Center è un ambiente molto esclusivo, frequentato solo dal top degli interior designer, al quale si aggiungono gli amanti dell’arte di L.A.

Il Pacific Design Center è composto da tre building. Uno blu, uno rosso e uno verde. Dove si trova lo spazio che gestisci?
Si trova al secondo piano del building blu. È composto da più di 4.600 mq e al momento ospita dieci gallerie, ognuna delle quali si gestisce autonomamente.

Qual è il tuo ruolo?
La selezione delle stesse, che ho elaborato evitando gallerie gemelle. Inoltre mi occupo di vigilare sulla qualità delle mostre organizzate, così da attrarre sempre più collezionisti e musei.

Pacific Design Center - Industry Gallery

Pacific Design Center – Industry Gallery

Il prossimo step di crescita sul quale stai lavorando per il centro?
Aggiungere altre gallerie e progetti da New York, ma anche da Asia ed Europa, impegnandomi a includere solo realtà in grado di aggiungere ed esaltare l’esclusività dell’ambiente che ho già creato.

Qual è il momento migliore dell’anno per mettere un piede a L.A.?
Posso dirti il peggiore momento, che è luglio/agosto, ma non è come N.Y. dove novembre è forse il momento migliore dell’anno. Non c’è una stagione.

Ma a L.A. il mercato dell’arte è davvero arrivato?
Secondo me sì. Da una vita compro a L.A. e vendo a N.Y. È vero che ancora non c’è un mercato delle aste e quello delle fiere si deve sviluppare, ma non mi sento una pioniera della vague di arte contemporanea che si sta imponendo nella città.

Ah no? E perché?
Una vera anticipatrice è stata Ann Philbin. Si è mossa da New York a Los Angeles dieci anni fa. Allora era difficile immaginare un’evoluzione che oggi è davvero a un piccolo passo dall’esplodere e diventare fenomeno mondiale.

Alessandro Berni

www.helenvarola.com


www.pacificdesigncenter.com

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Alessandro Berni

Alessandro Berni

Alessandro Berni, scrittore. Vive la critica d’arte come un genere letterario dentro il quale l’emozione anticipa e determina il senso dell’informare.

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