Grandi mostre in Europa durante i ponti. Ecco quelle da non perdere

Ci sono anni in cui, grazie al calendario adottato in Occidente, si creano ponti memorabili. In questo 2014, addirittura tre consecutivi, con la possibilità di veleggiare verso le destinazioni turistiche più varie. Ieri vi abbiamo dato qualche consiglio per grandi mostre allestite in Italia. Oggi volgiamo lo sguardo ad alcune capitali europee, con una selezione trasversale che attraversa millenni d’arte. E tenete d’occhio il sito di Artribune, perché molte altre mostre sono segnalate e recensite nelle sezioni report e news.

Cominciamo dai capisaldi del turismo italiano all’estero: Parigi e Londra. Nella Ville Lumière, il Musée d’Orsay racconta (fino al 6 luglio) il legame tra Vincent van Gogh e Antonin Artaud, prendendo spunto da un testo che il secondo scrisse a proposito del lavoro del primo in occasione di una retrospettiva allestita nel 1947. In mostra ora ci sono una quarantina di tele dell’olandese, disegni, lettere e una scelta di opere grafiche dello stesso Artaud. Al Centre Pompidou si va sul sicuro, scegliendo di visitare la gigantesca retrospettiva (fino al 9 giugno) dedicata a Henri Cartier-Bresson e curata da Clément Chéroux: cinquecento tra fotografie (ça va sans dire), disegni, dipinti, film e documenti. E se temete che nel frattempo i più piccoli si annoino, li si può indirizzare – sempre all’interno del Pompidou – verso Totem et Tattoo (fino al 22 settembre), “mostra raccontata” per bambini dai 6 ai 12 anni concepita dall’artista Olivier Vadrot. Per chi già ha nostalgia di casa, al MAM – Musée d’Art Moderne c’è una retrospettiva altrettanto importante su Lucio Fontana, con oltre 200 opere esposte.

The Glamour of Italian Fashion since 1945 - Victoria and Albert Museum, Londra 2014

The Glamour of Italian Fashion since 1945 – Victoria and Albert Museum, Londra 2014

Altra tappa gettonatissima per questi giorni di festa è Londra, e magari ci sarà qualche fortunato che toccherà entrambe le tappe, sfruttando il collegamento ferroviario veloce che passa sotto la Manica. Si arriva così a Londra, dove al British Museum non va mancata la mostra kolossal sui Vichinghi (fino al 22 giugno), con la quale s’inaugurano i nuovi spazi della Sainsbury Exhibitions Gallery. Il taglio è quello che sta contraddistinguendo da tempo le grandi rassegne del British: appeal per il grande pubblico, con intense attività di comunicazione e marketing, unito a una rigorosa impostazione scientifica. E in questo senso abbiamo moltissimo da imparare. Anche nella capitale britannica si può dare sfogo alla nostalgia del suolo patrio: è sufficiente andare al Victoria and Albert Museum, così da visitare (fino al 27 luglio) l’indagine su The Glamour of Italian Fashion 1945-2014; e anche qui, se in Italia iniziassimo a organizzare mostre di moda degne di questo nome, smettendola di considerare quest’ambito una “cosa” distante dalla cultura… Tappa obbligata, infine, alla Tate Modern, dove nel bouquet di mostre offerte dall’istituzione che occupa l’ex centrale idroelettrica vi segnaliamo il focus sui collage di Henri Matisse (fino al 7 settembre): 120 opere realizzate fra il 1936 e il 1954, per un approfondimento inedito nella sua completezza, affiancato a un film – Matisse Live – che viene proiettato nelle sale cinematografiche. Come avvenne per la mostra su Pompei ed Ercolano, e allora fu un successo enorme, anche – e paradossalmente – nel nostro Paese.

Richard Artschwager

Richard Artschwager

Berlino si prepara a ospitare, a partire dal 29 maggio, l’ottava edizione della Biennale d’Arte Contemporanea. È quindi normale che alcuni spazi espositivi siano chiusi per allestimenti in corso, ma ci si può “consolare” con i Serious Games di Harun Faocki all’Hamburger Banhof: una riflessione in forma di videoinstallazioni sul confine esile e poroso fra videogiochi, simulazioni militari e “reali” operazioni guerresche nell’epoca degli attacchi remoti e teleguidati.
Per chi invece avesse optato per climi più temperati, a Monaco – parliamo del Principato – è arrivata la retrospettiva di Richard Artschwager, allestita a Villa Paloma (fino all’11 maggio). La garanzia di qualità è da mettere in conto agli organizzatori, ovvero il Whitney Museum di New York insieme alla Yale University Art Gallery. In 135 opere si ripercorre la carriera dell’artista deceduto all’anno scorso all’età di novant’anni.
Rimbalziamo nuovamente a Nord per arrivare ad Amsterdam, dove allo Stedelijk Museum ci sono importanti novità: nuova direttrice nella persona di Beatrix Ruf e nuovi spazi espositivi finalmente aperti al pubblico. La “scusa” per visitarlo non è da poco, se parliamo di mostre: proprio da oggi 24 aprile (e fino al 20 luglio) viene infatti restituito alla visione pubblica un capolavoro di Barnett Newman sfregiato nel 1986 da un visitatore che evidentemente non gradiva “l’arte moderna”. Intorno a Who’s Afraid of Red, Yellow and Blue III (1967-68) è stata costruita una piccola mostra-gioiello dell’artista americano, fra i maggiori esponenti del Color Field Painting.

Sebastião Salgado, Isole South Sandwich, 2009 - © Sebastião Salgado/Amazonas Images

Sebastião Salgado, Isole South Sandwich, 2009 – © Sebastião Salgado/Amazonas Images

Un ultimo salto topografico – e ci perdonino le capitali rimaste escluse da questa rapida panoramica – e atterriamo a Madrid. Dove al Caixa Forum ci si può fermare qualche ora, approfittando di un’accoppiata di mostre impegnate e divertenti: da un lato c’è la fotografia di Sebastião Salgado con Génesis (fino al 4 maggio), mostra che è allestita in contemporanea anche alla Casa dei Tre Oci di Venezia; dall’altro la celebrazione dei venticinque anni della Pixar (fino al 22 giugno), con la già celebre mostra che è nata negli spazi del MoMA di New York. Breve tappa consigliata anche al Reina Sofía: non però nell’edificio principale, bensì al Palazzo di Cristallo situato all’interno del Parque del Retiro, dove Dominique Gonzalez-Foerster ha concepito lo Splendide Hotel (fino al 31 agosto), opera-mostra site specific che cita e chiama in causa Arthur Rimbaud e Marcel Proust, e gli omonimi hotel di Lugano ed Évian-les-Bains. E per chiudere in maniera classica, traguardo fissato al Museo del Prado, dove in una mostra temporanea (fino al 29 giugno) è celebrato il Trionfo dell’Eucarestia di Rubens: in mostra ci sono sei modelli a olio realizzati dal pittore in vista della realizzazione delle tappezzerie (di cui quattro sono esposte a Madrid) capolavori del Barocco.

Marco Enrico Giacomelli

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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