Ferragamo: azienda, museo, fondazione

In conversazione con Stefania Ricci, direttrice del Museo Salvatore Ferragamo. Con lei ripercorriamo la storia del museo e la nascita della fondazione. Infine la mostra “Il Calzolaio prodigioso” - tra favola e contemporaneità - che mette sotto la lente un mito della moda fino a marzo 2014.

Le scarpe sono un must per ogni donna. Come si costruisce un museo intorno a un’icona e a una storia così importante come quella di Ferragamo?
Le scarpe sono un must per ogni donna da sempre, e soprattutto le scarpe di Salvatore Ferragamo create dagli Anni Venti ai Sessanta per le donne più belle del mondo, da Greta Garbo a Audrey Hepburn, da Marilyn Monroe a Sofia Loren. 14mila sono i modelli e le scarpe conservati nell’archivio storico, oltre a documenti, filmati, fotografie e 400 brevetti d’invenzione: un patrimonio ricchissimo che testimonia l’attività di un grande artista e di un grande artigiano della moda, e che meritatamente ha dato vita nel 1995 a un museo a Firenze.
Il Museo Salvatore Ferragamo, voluto dalla moglie e dai figli, non è però soltanto un museo aziendale e un museo della calzatura. La vita e i valori in cui ha creduto Salvatore Ferragamo suggeriscono tematiche di mostre, ogni volta diverse, che possano ancora parlare a un pubblico contemporaneo e coinvolgere artisti nelle varie discipline, dall’arte visiva al cinema, dalla fotografia alla musica.

Fino a marzo 2014 il museo ospita una grande mostra che racconta Ferragamo attraverso percorsi trasversali fra arte, artigianato, moda, cinema, letteratura e società. Ce la racconta?
La mostra Il calzolaio prodigioso è dedicata alle fiabe e alle leggende che in ogni parte del mondo e in ogni periodo sono state dedicate alle scarpe e alla figura del calzolaio, forse perché da sempre la scarpa è ritenuta un simbolo di potere e ricchezza e la figura del calzolaio è circondata da un’aura di mistero. La bottega del ciabattino spesso era il luogo di ritrovo di pensatori, dove ci si interrogava sulle tematiche esistenziali della vita, come il dialogo tra Socrate e il calzolaio, narrato nel Momus di Leon Battista Alberti, ci dimostra. La fortuna di alcune fiabe, come Cenerentola, è nota e diffusa. Esistono ottanta versioni diverse della stessa storia.

Mimmo Paladino, Senza titolo, 2013, bronzo

Mimmo Paladino, Senza titolo, 2013, bronzo

Che rapporto intrattiene questo progetto con le ricerche più contemporanee?
La mostra non parla solo di storia e passato. È un progetto neorinascimentale per la vastità  degli argomenti affrontati e dei linguaggi coinvolti: pittura, scultura, video, poesia, letteratura, musica, illustrazione, fumetto e cinema. Il percorso espositivo espone opere d’arte contemporanea, appositamente realizzate per la mostra, come il grande bronzo dipinto di Mimmo Paladino, accanto ad opere antiche, quali il Mercurio del Giambologna; libri rari sono accostati a nuove storie realizzate da grandi scrittori, come il fumetto in 24 tavole sulla vicenda di Salvatore Ferragamo, una vera favola creata per l’occasione dal grande autore di comics Frank Espinosa.

Il museo offre opportunità ai giovani stilisti. Ci racconta come?
Molti dei visitatori del museo, come è logico, sono addetti ai lavori. Nel 1998, per celebrare l’anniversario della nascita di Salvatore Ferragamo, il museo ha istituito con l’azienda un concorso per giovani stilisti che si tiene ogni due anni e che prevede, oltre a premi in denaro ricavati dagli ingressi annuali del museo, la realizzazione delle scarpe vincitrici.
Il progetto però avrà prossimamente una nuova evoluzione, grazie alla nascita nel marzo di quest’anno della Fondazione Ferragamo, un’istituzione non profit rivolta proprio ai giovani e alla formazione, per educare le nuove generazioni alla conoscenza dei valori dell’artigianato, dell’arte e della cultura, i quali hanno determinato il successo di tanti brand italiani, come Ferragamo.

Frank Espinosa, Salvatore Ferragamo. Nascita di un sogno, 2013, fumetto sulla storia della vita di Salvatore Ferragamo, tratto dall’autobiografia Il calzolaio dei sogni (titolo originale: Shoemaker of Dreams)

Frank Espinosa, Salvatore Ferragamo. Nascita di un sogno, 2013, fumetto sulla storia della vita di Salvatore Ferragamo, tratto dall’autobiografia Il calzolaio dei sogni (titolo originale: Shoemaker of Dreams)

Come viene condotta l’attività di didattica?
Come è facile immaginare, l’attività didattica ha una parte importante nel nostro museo ed è rivolta a tutte le fasce d’età. Per i bambini organizziamo workshop in cui fanno con le loro mani delle scarpe. Per i più grandi abbiamo organizzato corsi tenuti nella sede stessa delle scuole che prendono parte al progetto e che prevedono in accordo ai programmi scolastici di avvicinare i ragazzi alla storia e alla cultura del XX secolo e del XXI attraverso la moda.
Con l’istituzione della Fondazione Ferragamo, l’attività didattica conosce una nuova stagione. In accordo con la Soprintendenza fiorentina sono stati creati per i bambini e le loro famiglie dei percorsi in alcuni musei fiorentini tra i maggiori, dagli Uffizi al Giardino di Boboli, a Palazzo Pitti, alla Chiesa di Orsanmichele e al Museo Salvatore Ferragamo, all’insegna della fiaba, argomento della mostra in corso. Il ruolo della fondazione è stato quello di finanziare gli operatori e di permettere la realizzazione di alcune pubblicazioni complementari al percorso.

Qualche progetto nel cassetto che desiderate svelarci in anteprima?
Stiamo lavorando già da tempo a un importante progetto che inaugurerà nella primavera del 2014. Al momento è prematuro parlarne, perché siamo ancora in via di definizione delle opere e degli artisti che ne prenderanno parte. Sarà in ogni modo il più importante progetto mai realizzato dal nostro museo. Spero che questo sia sufficiente ad accendere la curiosità e a creare la suspense necessaria…

Santa Nastro

www.museoferragamo.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

Scopri di più