L’imperativo per Fotografia Europea 2013: cambiare

Sembra quasi una premonizione: Fotografia Europea quest'anno parla di "cambiamento" e insiste sulla "responsabilità". Mai così attuale, mai così radicata nel presente, mai così partecipe. Vista anche la recentissima nomina del sindaco di Reggio Emilia a Ministro degli Affari Regionali.

Come ogni anno, alla faccia della crisi, la piccola città sulla via Emilia – così vicina eppur così diversa dalle confinanti – mette in scena un’infinità di mostre, apre location altrimenti inaccessibili, mobilita i suoi abitanti e attrae i “forestieri”. Tre giornate inaugurali durante le quali si concentrano incontri (da Piero Del Giudice a David Riondino, da Tiziano Scarpa a Tomàs Saraceno e Marinella Paderni), workshop, pranzi con i fotografi, letture di portfolio e naturalmente concerti, dj set e proiezioni del progetto Giovane Fotografia Italiana #02. E quasi 400 mostre. No, non è un refuso: fra istituzionali, off, circuito della Provincia, piccole collegate e online, sono centinaia le esposizioni e i fotografi coinvolti.
Non limitato ai canonici confini europei, in questo 2013 il festival si apre a territori posti oltre, e coinvolge il Giappone con Illuminance di Rinko Kawauchi, ma soprattutto la Russia, tramite la nuova collaborazione con il Multimedia Art Museum di Mosca e la partecipazione curatoriale di Olga Sviblova. Dentro la città invece si infrangono i confini delle sedi consuete e si dilatano gli spazi in direzione dell’interessantissimo Atelier Viaduegobbitre, delle “case elemosiniere”, del Chiostro della Ghiara e del Museo dei Cappuccini, in un continuo scambio di interferenze, in un fluido gioco di curatori storici e new entry.

Tomoko Sawada, Skin #1, 2012

Tomoko Sawada, Skin #1, 2012

Fotografia Europea è una macchina complessa, un meccanismo che si è voluto suddividere in quattro temi guida che gravitano attorno al cambiamento: “straniamento”, una ricerca sulle mutazioni della fotografia e sulla percezione delle differenze nelle immagini e nelle persone; “fiducia-cambiare sé”, che coglie l’essenza degli adolescenti, esseri in trasformazione tra l’infanzia e l’età adulta ed entro cui si collocano anche le iniziative di Reggio Children e dello Speciale diciottoventicinque; “sorpresa-cambiare il mondo”, un’osservazione del territorio e degli spazi che abitiamo; infine “visione-cambiare il modo di vedere”, con indagini sul rapporto con lo spazio, da quello quotidiano alle estreme lande del Circolo Polare Artico.
Immancabile è l’omaggio alla fotografia storica, alla memoria e all’insegnamento di un grande protagonista della cultura visiva del Novecento: ai Chiostri di San Domenico la retrospettiva Guardare la metamorfosi è dedicata a Carla Cerati, con 150 scatti che documentano l’intera vita fotografica di una donna profondamente legata a una società in cambiamento come quella italiana della seconda metà del secolo scorso.

Stefano D'Amadio, Alphasat, Torino, 2010 © Stefano D’Amadio

Stefano D’Amadio, Alphasat, Torino, 2010 © Stefano D’Amadio

Il concept del festival è chiaro, cristallino: “Abbandoniamo le false promesse e i buoni propositi rivolti a un futuro destinato comunque a essere sempre tradito, lasciamo ai moralisti e agli ossessivi la pretesa dei valori ideali e delle buone utopie, lasciamo agli ipocriti mascherati e ai lobbisti convinti gli interessi nascosti, infine ai patiti e ai sempre finti giovani le eccitazioni del nuovo tecnologico e ottimista. Chiediamoci invece, in un mondo che cambia senza sosta, che cosa siamo in grado di cogliere e che cosa siamo capaci di condividere e rendere bene comune di questi continui mutamenti”.
Sta al nostro sguardo coraggioso e sorpreso accettare con responsabilità il cambiamento del mondo e dei suoi ritratti fotografici.

Marta Santacatterina

Reggio Emilia // fino al 16 giugno 2013
Fotografia Europea 2013. Cambiare. Fotografia e responsabilità
SEDI VARIE
0522 456249
[email protected]  
www.fotografiaeuropea.it

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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