Questo è il mercato, baby!

Il mercato dell’arte: sistema che ormai pullula di arti-star, aste piglia-tutto, fiere e biennali faraoniche. Ma quando e dove è iniziata la sua dimensione attuale e il decisivo ruolo del gallerista? A Rovigo si ritrovano gli artisti italiani presenti sul libro paga della Maison Goupil.

Prima di Daniel-Henry Kahnweiler, di Herwarth Walden e di Charles Saatchi, prima della nascita della Biennale di Venezia, e prima ancora dell’analisi di Walter Benjamin sugli effetti della riproducibilità dell’opera d’arte… prima c’era Adolphe Goupil.
Tutto inizia a Parigi nel 1829 quando, in collaborazione col mercante tedesco Henry Rittner, Goupil comincia a commerciare riproduzioni (incisioni e litografie) di capolavori d’arte. Col tempo il giro si allarga e dalle copie si passa agli originali; nel frattempo nasce la fotografia, e la borghesia, che non ci sta più a passare da classe di parvenu, impone tramite la committenza artistica le proprie abitudini e gusto estetico.
Goupil intuisce il cambiamento in atto e usa tutti i metodi di riproduzione atti a diffondere il più possibile questa moda, che diverrà storia. Ben prima dell’agone del 1912 tra futuristi in gita a Parigi e cubisti, sono molti gli artisti italiani che firmano contratti di varia natura col mercante, perché Parigi è la piazza dove essere, un po’ come oggi New York. Questa galleria ante litteram ha un successo tale da trasformarsi in una multinazionale con molte succursali estere.

Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: la Maison Goupil - veduta della mostra presso Palazzo Roverella, Rovigo 2013

Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: la Maison Goupil – veduta della mostra presso Palazzo Roverella, Rovigo 2013

Ecco allora in mostra i nomi italiani che più “vendevano”, grazie a un’accurata policy di scelta del soggetto, suggerita dal gallerista stesso, alla circolazione e all’esposizione congiunta nei Salon parigini. Alcuni degli artisti si piegano alle direttive del commerciante, altri storcono il naso, qualcuno (solo l’Hirst e il Cattelan della situazione) sbatte la porta… Ma tutti lo conoscono.
Nelle sale di Palazzo Roverella si ritrovano i capofila di questa tendenza, da Giuseppe De Nittis a Giovanni Boldini e Domenico Morelli, fino a un’intera sezione dedicata alle opere di Antonio Mancini.
Ben rappresentata è la compagine dei meridionali con le loro ambientazioni popolari, tra cui Alceste Campriani, Giacomo di Chirico e Federico Rossano. Il più prolifico per la Maison (300 dipinti all’attivo!) è Alberto Pasini con le amatissime scene orientaleggianti.

Giovanni Boldini, Ritratto di Martha Regnier – Olio su tela, collezione privata

Giovanni Boldini, Ritratto di Martha Regnier – Olio su tela, collezione privata

La mostra, che nasce dalla ricostruzione documentaria di opere e registri della Maison (ora conservati nell’omonimo Museo di Bordeaux e al Getty Research Institute di Los Angeles), presenta oltre agli originali anche le riproduzioni che circolavano sul mercato.
Ovviamente, le opere esposte non sono esemplificative di tutta la produzione artistica di quegli anni: rappresentano la variante che raccoglieva i consensi dal pubblico, o meglio dai compratori, che poi sono i borghesi ritratti in molte delle opere stesse.

Elena Tonelli

Rovigo // fino al 23 giugno 2013
Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: la Maison Goupil
a cura di Paolo Serafini
PALAZZO ROVERELLA
Via Giuseppe Laurenti 8/10
0425 460093 / 348 3964685
[email protected]
www.palazzoroverella.com

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Elena Tonelli

Elena Tonelli

Nata a Trento nel 1985, dopo il diploma classico si è laureata in Storia e Tutela dei Beni Culturali nell’Ateneo di Padova con una tesi sulla critica tedesca a Fernand Léger (2008). Trasferita a Bologna per seguire la magistrale in…

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