Blockbuster ha chiuso, l’Artoteca no

A Cavriago, in provincia di Reggio Emilia, l’arte è patrimonio collettivo. Quindi si può prendere a prestito in biblioteca. Anzi no, in artoteca. Breve storia di un progetto che speriamo sia presto recepito a livello nazionale. Per promuovere l’educazione all’arte.

La signora ha passo incerto, lievemente altalenante, tratto tipicamente emiliano. Al riparo di uno scaffale sbircia Biancaneve, il suo sguardo insiste qualche secondo di troppo, tradisce desiderio. Si allontana furtiva. Barbara Mantovi, la responsabile del servizio Artoteca per il centro Multiplo del Comune di Cavriago, si è accorta di quell’innamoramento ma discreta lascia tempo: “È sempre così, subito hanno quasi paura, poi tornano. Tornano sempre”, spiega.
La signora è tornata, esibisce la disinvoltura di un passeggiare casualmente distratto, riesce perfino a sorprendersi davanti alla Biancaneve. Ma l’Artoteca del Comune di Cavriago non è una sala dove si giunge di passaggio.
In fondo al nuovissimo centro culturale, dopo gli scaffali della biblioteca e le postazioni Internet, da poco più di un anno sono appesi o raccolti negli espositori centinaia di quadri. La sorpresa c’è davvero, la Biancaneve (di Emanuele Luzzati) è disponibile al prestito per quarantacinque giorni, la signora è entusiasta e vorrebbe sorridere ma – mentre si allontana con il quadro sottobraccio – è inquieta, le sembra di averlo rubato. In biblioteca è normale prendere a prestito i libri, non quadri!

Artoteca - Cavriago

Artoteca – Cavriago

Una sensazione comune a tanti, ci rassicura Barbara, poi tutto cambia: si inizia a frequentare il Multiplo sentendosi parte di una comunità di eletti, un circolo clandestino che si scambia opere d’arte affezionandosi al piacere di un godimento estetico prima di allora sconosciuto. Mario ha un’officina metalmeccanica in paese e un ufficio minuscolo, mai arredato, per scrivania un tavolo di formica marrone che non teme l’esposizione permanente a frammenti di tornio lutulenti. Alle sue spalle esibisce con orgoglio una delle opere dell’Artoteca: masse elastiche, in dinamica danza arancione, giallo e rosso. I vettori neri, più spesso stiletti, anch’essi piegati in circolare tensione. Calder è uno degli autori più prestati della collezione e molti utenti di Artoteca imparano a conoscere uno dei massimi artisti del Novecento americano esponendolo nel salotto di casa.

Uno degli obiettivi principali del servizio”, concordano Sandro Parmiggiani, Mauro Speraggi e Giuseppe Camuncoli, membri del comitato scientifico, è educare all’arte, stimolando gli utenti a maturare un approccio critico nei confronti delle opere esposte”. Barbara racconta com’è nato il servizio, con un intenso viaggio mitteleuropeo per conoscere le artoteche: imparare da esperienze pregresse ha risparmiato molti errori nell’elaborare una strategia gestionale efficace. Nessuna collezione permanente, uno dei capisaldi; opere prestate da artisti e galleristi per immetterle nel circuito, così da poter rinnovare sempre l’offerta per gli utenti. Ogni opera è consegnata con una carta d’identità sul retro che fornisce elementi essenziali sull’autore e la tecnica impiegata. In biblioteca sono disponibili monografie e cataloghi di approfondimento per supportare la naturale e spesso insaziabile curiosità degli utenti.
Lo storico dell’arte Arnold Hauser, nella sua Sociologia dell’arte, scrisse che “le opere  d’arte, per avere un pubblico, devono non soltanto separarsi dal loro autore, bensì anche andare di mano in mano e di bocca in bocca“. A Cavriago la sua lezione è diventata realtà, si è innescata una reazione a catena in cui il passaparola fra utenti crea un’attenzione imprevedibile sull’Artoteca, laboratorio unico nel panorama italiano per il rilancio della cultura dell’arte. In altre parole, uno scacco, mosso dal basso, variante imprevista alle logiche avvilenti del mercato dell’arte.

Artoteca - Cavriago

Artoteca – Cavriago

A Cavriago, comune emiliano che sfiora appena i 10mila abitanti, detestano alimentare luoghi comuni, nessuno addita l’elegante consonanza del primo centro in Italia dove l’arte è diventata patrimonio collettivo con la storica piazza titolata a Lenin. Difficile crederlo, ma a qualche centinaio di metri dall’Artoteca il busto del padre della Rivoluzione d’Ottobre sorveglia severo – forse compiaciuto? – il Centro Culturale Multiplo e la sua Artoteca da cui esclamano orgogliosi: “L’arte è di tutti!”.

Saverio Cantoni

www.artoteca.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Saverio Cantoni

Saverio Cantoni

Saverio Cantoni nasce a Montecchio Emilia il 2 settembre 1985. Si laurea con dignità di stampa in Architettura discutendo con il prof. Marco Vallora la tesi "Loyal to detail. Fotografia come strumento di critica architettonica". Architetto di professione, coniuga alla…

Scopri di più