Andy e la fluorescenza alchemica

Fluorescenze pop e sperimentazioni musicali: sono gli ingredienti dell'universo psichedelico di Andy Flu-on. Archiviata l’esperienza con i Bluvertigo, arrivano nuovi progetti musicali e nuove mostre. Artribune l’ha intervistato.

Un principio creativo universale, che si irradia attraverso il connubio tra arte e musica, e la visione della cultura come “unificazione alchemica”. La sperimentazione continua, la tensione verso percorsi creativi sempre nuovi e aperti alla diversità. È il mondo psichedelico, vivace, fluorescente di Andy Flu-on, al secolo Andrea Fumagalli.
Andy è un artista a tutto tondo e dopo l’esperienza con i Bluvertigo prosegue il suo variegato percorso in veste di dj, ma soprattutto come musicista e compositore nella sua nuova band, i Fluon. Ultima novità è, in tal senso, la reinterpretazione (accompagnata da un video) di Polvere, brano di grande successo di Enrico Ruggeri, che è stato coinvolto nelle registrazioni. Da sempre impegnato nell’arte figurativa – ha iniziato come illustratore – Andy è pittore e designer. Sul modello del laboratorio di Marco Lodola, a Pavia, il poliedrico artista ha creato Flu-on, un laboratorio creativo in un’ex-fabbrica tessile di Monza. Un “non-luogo” in cui sperimentare e tradurre in realtà progetti creativi aperti.
Artribune ha incontrato Andy a Lecce, in occasione della presentazione della mostra Eva-sioni a Palazzo Vernazza, una doppia personale, in duo con Duilio Forte, curata da Katia Olivieri e Andrea Novembre che ha registrato una notevole affluenza di pubblico.

Nelle canzoni e nei video dei Bluvertigo hai sempre portato suggestioni e visioni provenienti dall’arte figurativa. Ma quando hai avuto l’ispirazione che ti ha condotto a concentrarti maggiormente in questo campo?
In realtà mi dedicavo all’arte figurativa anche prima dell’esperienza con i Bluvertigo, di cui sono stato co-fondatore. Dopo gli studi in Accademia, sono diventato illustratore a cavallo tra gli  Anni Ottanta e Novanta. Nei Bluvertigo, esperienza archiviata non per mia scelta, facevo il “coloratore di arrangiamenti”, oltre a suonare tastiere, sassofoni, sintetizzatori ed effetti sonori. Creavo musica utilizzando questi strumenti, come se disponessi di elementi per realizzare un quadro.

Andy Flu on 10 Andy e la fluorescenza alchemica

Andy Flu-on

Qual è il fil-rouge della tua ultima mostra “Eva-sioni”?
La visione e la visualizzazione di un universo parallelo: fantastico e surreale. I miei dipinti fluorescenti sono la mia cartoonia. È per me una dimensione unica, parallela appunto. Un ipotetico cartone animato in cui inserisco le icone che mi hanno maggiormente ispirato.

Un tuo pensiero sulla cultura new-pop…
Gli americani sono stati molto bravi a interpretare, negli ultimi quindici anni, il periodo corrente attraverso la new pop, ma anche la street art. Si tratta per lo più di illustratori che portano su tela le loro opere. Per quanto riguarda il mio percorso artistico sono molto lucido sul tempo che sto vivendo. Vivo facendo ricerca…

Come concepisci il rapporto tra arte figurativa e musica?
In base al principio creativo in cui si compenetrano tra arte e musica. Nella mia personale visione la tela bianca corrisponde alla scena sonora, a un diario su cui proiettare. Un esempio di come un dettaglio può diventare importante è l’Uniposca. Il suo tratto mi ha sempre affascinato e l’ho utilizzato ampiamente.

Andy con Katia Olivieri 37 Andy e la fluorescenza alchemica

Andy con Katia Olivieri

Cosa pensi della teoria radionica, che studia le energie di oggetti, luoghi e persone?
Penso che abbia in qulche modo a che fare con la fisica quantistica. Ma anche con il Chi Kung (“lavoro per aumentare l’energia vitale” n.d.r.), arte che sta alla base della medicina cinese e che si fonda proprio sul principio creativo universale e sulle interazioni energetiche. Anche io ritengo che esista un microcosmo in ogni cellula.

E che opinione hai dell’arte contemporanea in Puglia?
La Puglia ha cominciato a vivere un “ribaltamento” culturale notevole. È un’epoca di tale caos questa che le difficoltà portano sete di cultura. In Argentina, per esempio, hanno reagito positivamente al crack economico, anche attraverso la loro cultura, il loro modo di essere, e alla fine si sono ripresi. La cultura può funzionare come “unificazione alchemica”. Penso che le capacità energetiche interiori ed esteriori siano un patrimonio inesplorato e che la cultura renda le persone uniche.
Cecilia Pavone

www.fluon.it

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Cecilia Pavone

Cecilia Pavone

Cecilia Pavone, storica e critica d’arte, curatrice indipendente, giornalista professionista, è nata a Taranto ed è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca verte sulla fenomenologia artistica contemporanea e sulla filosofia dell’arte. Scrive su riviste specializzate…

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