Technoscape. I paesaggi elettronici di Lucy

Esperimenti sonori da Berlino. Un’etichetta tutta sua, una sequela di successi nei club di tutto il mondo, un sogno che diventa realtà: Lucy, giovane italiano in trasferta, conquista la scena internazionale della techno di ricerca, insieme alla sua Stroboscopic Artefacts. E poi i video, le grafiche, i vj set. Tutto curato da Oblivious Artefacts, l’altra metà del progetto. Musica e immagini, in viaggio tra le stelle.

Oscura, graffiante, ipnotica. Un fiume metallico che avanza e straripa, direttamente dal cuore dell’underground berlinese. Il marchio d’origine, però, è italiano. Luca Mortellaro aka Lucy nasce a Palermo nel 1983 e a 22 anni emigra a Parigi, in cerca di stimoli e occasioni. Qui la musica diventa “mestiere”: è l’inizio della corsa. Dopo quattro anni la svolta, un nuovo spostamento, un’altra avventura, stavolta decisiva.
Tutto ricomincia a Berlino, dove Lucy fonda la Stroboscopic Artefacts, label specializzata nella promozione di artisti emergenti della scena electro internazionale. Ottimo scouting, release di pregio, grande cura nei dettagli e uno staff efficientissimo: un’addetta stampa a Londra, un agente di booking, un’agenzia (la Apelago) per gli showcase, uno studio che si occupa della post-produzione (Artefacts Mastering) e un collettivo di creativi e vj, Oblivious Artefact, che studia il concept grafico.

E intanto suona, Lucy. E porta a casa collaborazioni doc, esperienze indimenticabili come quelle condivise con Gui Boratto, Steve Lawler, Derrick May, Laurent Garnier, Agoria, James Holden, John Digweed, Mathias Schaffauser. Negli anni la sua musica cresce e seduce. Bombardato dagli input del milieu francese e poi tedesco, il giovane producer progetta i suoi “manufatti sonori” con una concentrazione che lui stesso definisce “mistica”. Ma mai gelida. Intelligente e suadente, la musica di Lucy è un incastro di numeri, beat, sample tramutati in miraggi uditivi. Architetture stroboscopiche in movimento: the dark side of the sound.
Oggi, a soli 29 anni, Luca Mortellaro è una figura di riferimento nel panorama della electro music di ricerca, richiesto e coccolato dai miglior club e festival del mondo, dal Berghain di Berlino al Fabric di Londra, dal parigino Rex al Womb di Tokyo, dall’Oktave Party di New York al Bar Americas in Messico. E poi le label, quelle che Lucy affianca alla sua creatura: Prologue, Mote Evolver e CLR sono alcune delle etichette per cui ha inciso, continuando a tracciare una direzione chiara e personale. Il mix funziona: geometrie techno su cui si innestano lucide scintille IDM e stratificazioni deep. Il tutto accarezzato da un’inconfondibile raffinatezza. Travolgente in pista, godurioso in cuffia, il suono di Lucy è ruvido ma chic. Con un’attenzione all’estetica che pervade tutto il progetto Stroboscopic.

Dicevamo del collettivo artistico che firma i progetti visivi, le cover dei dischi, i teaser, i visual dei live. Una crew composita, che a ogni progetto cambia pelle e assetto. Oblivious è Ignazio Mortellaro, fratello maggiore di Lucy, Marco Morici, romano, Rosalba Costantino (tutti e tre artisti visivi, con formazione da architetti), Glauco Marino, giornalista e visual designer, anche lui di Roma, José Florentino, fotografo di origini portoghesi, e lo stesso Lucy, in veste di sound designer.
L’ultimo gioiellino, sfornato da Stroboscopic Artefacts in collaborazione con Oblivious, si chiama Stellate. Ed è una chicca per collezionisti, oltre che nutrimento sonoro per palati fini. Quella lanciata a marzo 2012 è solo la prima di quattro uscite, che si avvicenderanno nel corso di un anno: due vinili trasparenti in edizione limitata, custoditi dentro un box metallico circolare, per 300 esemplari a release. Quattro i dj invitati ogni volta, con 2 brani sperimentali a testa. In tutto 8 tracce, diverse tra loro, ma ben amalgamate, ad articolare un flusso omogeneo, densissimo.

Luca Mortellaro aka Lucy Technoscape. I paesaggi elettronici di Lucy

Luca Mortellaro aka Lucy

Per la prima uscita, oltre a Lucy ci sono Borful Tang, Perc e Kevin Gorman. Tessiture di suoni come punti luminosi, ricamati su tappeti black. Lo zodiaco sonoro di Stellate si disegna lentamente, tra coordinate astrali, banchi di nebulose, vibrazioni galattiche. Cieli notturni da scorgere oltre il soffitto e le pareti, nel vuoto di spazi industriali consegnati all’abbandono. È questo il paesaggio iconico di Stellate, musica tramutata in visione, all’istante.
La comunicazione del progetto include una serie di video-teaser firmati Oblivious, con suoni originali composti da musicisti di Stroboscopic. Scene di nomadismo poetico si accordano al soggetto dell’artwork inserito nel packaging, una vera e propria opera ltd sfornata da Marco Morici e Ignazio Mortellaro, grande 38,4×38,4 cm, divisa in 4 quadranti e numerata 1/300.

Punto di partenza è l’immagine della Terra che, come una grande roccia, vaga per lo spazio tra le stelle. Provare a contenere il caos, ad afferrare l’infinito, a misurare il tempo: sistemi geometrico-matematici come strumento di lettura dello spazio, del reale, della mente stessa. Le opere di Oblivious, trasportate da suoni siderali, raccontano tutto questo. Il segreto delle cose si distende lungo il bordo tra visibile e invisibile. Ed ecco l’avventura estetica della “Artefacts Factory”: storie per occhi e orecchie, da scrivere tra schermo e consolle.

Helga Marsala

www.stroboscopicartefacts.com
www.obliviousartefacts.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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